TRE TERRE E UN LAGO IN POESIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Maggio, 2018 @ 7:16 amDetto altrimenti: e prendiamoci una pausa, dopo tutti ‘sti “postpoliticiâ€!  (post 3120)
La pre-politica si occupa di argomenti e problemi trasversali ad ogni partito politico. La post-politica è quella che …. viene trattata nei post di un blog! (ah …ah…!)
Insomma, comincio ad esserne stanco. Eppoi ogni giorno quelli lì mi cambiano le carte in tavola che non si riesce a star loro dietro nemmeno in tempo reale! Ma sarà reale il loro tempo o è invece un tempo da favola? Certo che l’espressione “da favola†ha un forte contenuto di positività , mentre invece il traccheggio politico ci sta constando miliardi e miliardi di euro e di credibilità ! Ne fanno una questione di principio e di potere: un passo indietro? Quando mai!? Eppure Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la Storia†dedica un capitolo fondamentale ai “compromessi†come ad un qualcosa che fa la storia (e la politica). Vedremo se le cose maturano … intanto io mi prendo una PP-Pausa Poetica e vi riporto qui sotto tre mie poesiole dedicate alle mie Tre Terre + un’acqua: la Liguria, dove sono nato e cresciuto; la Toscana, terra dei miei nonni paterni che da bimbetto ho molto frequentato; il Trentino, che mio ospita da trent’anni; Riva del Garda, dove tengo il mio FUN Whisper da regata.un lago
.
Per la Liguria ho scelto la poesia dedicata ad un gatto accovacciato sulla tela a copertura di un gozzo nel porticciolo di Boccadasse a Genova
 Gatto di mare
Non insegui il Tempo
e grato
il Tempo
non ti rincorre.
Immobile sulla tela di un gozzo
assapori l’amico profumo di pesce
il caldo insperato del sole invernale
e mi osservi
col nobile sguardo
del marinaio antico
al quale ogni giorno tu presti la barca.
Voglio indossare
pantaloni di tela
colore del mare profondo
sfumati di bianco salino
sedere in silenzio al tuo fianco
su questo gradino
dal bordo ormai liso e rotondo
per non disturbare
segreti
ricordi
speranze
e tesori
dei gatti del posto
e dei pescatori.
Toscana
 Campagna toscana
 La luce accecante
sprigiona profumo di terra
da zolle rimosse ne’ campi.
Le pietre a contorno son ricche
di more spinose e di fichi:
in siepi sinuose costeggiano il bianco tratturo
che porta ad antico podere.
Ascolti cicale.
Sull’aia
un popolo gaio rincorre il mangime.
All’ombra d’un fitto pagliaio sonnecchiano cani.
C’è acqua nel pozzo
e lunga catena stridente vi cala una brocca di rame.
Profumano i pani appena sfornati
e ‘l fuoco rallegra la propria fascina.
Un fiasco di vino sul desco richiuso con foglie seccate.
Nell’aria le mosche.
La stalla è vicina: giumente imponenti frantuman pannocchie,
corone regali sovrastano candidi corpi giganti
e gran carri stanchi riposan le ruote dal duro lavoro.
Filari frequenti ed ulivi perforan la coltre del grano.
Colori:
la terra di Siena
il giallo del sole
il verde d’olivo.
Prezioso convivio, colture scomparse,
memorie scolpite per sempre da tratti d’amore.
TrentinoÂ
ANAUNIA
(questa mi è venuta un po’ troppo carducciana … evvabbè …)
 T’adorna corona di monti
tu stessa diadema regale
a smeraldi lacustri
di verde.
Ti apri allo sguardo
che insegue i gonfi altipiani
ondeggianti
qual giovane petto al respiro
plasmati da un vento
che scala le cime
e si perde.
La mente che t’ama
curiosa
più attenta ti scruta
e profonda
ov’acque percorron segrete
le nobili rughe
che segnan l’altero tuo viso
d’ antico lignaggio
e indagan
leggendo il passato
il tuo storico viaggio.
 isuonan le selve
di ferri e armature
latine
che scuotono i passi
per le aspre montane
tratture.
Tu, ramnus, romano,
tu, uomo del fiume
pagano
ora un altro è il dio che tu onori,
ma l’acqua è la stessa che bevi
del cervo
sacrifica preda
di principi vescovi
e di senatori.
E senti vibrare le note
di orda cruenta
le grida di donna
che arman lo sposo
a difender le messi
il figlio che piange
furor di Tirolo
equestre rimbombo
sul suolo
operoso
che viene a predare
ma inerme
di fronte ai castelli
s’infrange.
Munifica Rocca di luce
saluto lo Spazio
che scende
dal Tempio maestoso del Brenta
e dopo che t’ha generato
dall’alto di crine boscoso
cascata di pietra
a sponda atesina conduce.
Riva del Garda
 Vele rivaneÂ
Il cielo è pulito, fa freddo.
Il Vento del nord respinge la nebbia.
Le palme e gli ulivi son scossi e muovon le foglie
qual ali che voglian migrare.
C’è Vento sul Lago da giorni.
dipingono l’aria di candidi sbuffi.
Nel porto un’orchestra.
Ascolta
tintinna di magico timpano
sartia d’acciaio
e insieme a folate impetuose
dà fiato ad un oboe solenne.
E l’onda, smorzata dal molo, applaude il concerto
lambendo gli scafi seduti in poltrona
nel proprio teatro di luci e di suoni.
In alto un gabbiano galleggia nel fiume sospeso.
Sull’acqua reali due cigni attendono il tempo.
Dal seno materno del porto si stacca una prora:
s’avanza invelata e scruta l’invito del vento.
Dapprima procede più lenta
poi prende vigore sull’onda che s’apre e l’accoglie
nell’umido abbraccio d’amante in attesa.
Carena sussulta si slancia
respira lo stesso respiro del cielo
e all’acqua regala la forma.
Le creste dell’onde s’uniscono all’aere in spume rapite.
Lo scafo ormai vola: e mentre ti portan sue ali
Lo senti vibrare, gioire e chiederti: “Ancòra!â€
Ma devi tornare
e volti la rotta in faccia alla furia che avverti più vera.
Non lotta con l’onda la prora che s’alza:
l’affronta, ricerca un’intesa, la trova, procede:
la senti che parla di te con l’acqua e col vento.
Â
Che ne dite de vostro blogger aspirante poeta? Dai … niente di speciale, certo … ma c’è di peggio … vero? Cosa? Dite che I ‘m looking for compliments? Evvabbè … forse un po’ si … ma che volete, non di sola politica vive l’uomo!
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