TUTTINBICI!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Maggio, 2018 @ 9:43 amDetto altrimenti: non è un’affermazione, bensì una constatazione    (post 3184)
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L’Italia è il paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. Nel complesso l’età media della popolazione europea sta crescendo. Tuttavia sta crescendo – e di molto – anche il numero dei ciclisti-urbani, dei ciclo-turisti e dei ciclo-escursionisti. Un Ente che da ben 35 (trentacinque) anni sta adoperandosi per la mobilità sostenibile ed in particolare per la ciclo-mobilità -urbana è la FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, che in Italia conta circa 30.000 aderenti. In Germania – che ha un clima meno favorevole del nostro – gli aderenti ad una analoga organizzazione sono però 130.000 il che ci fa capire che possiamo/dobbiamo fare ancora molta strada!
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Da qualche tempo il legislatore, la stampa, le pubbliche amministrazioni, il settore produttivo e commerciale si stanno “accorgendo†del fenomeno bicicletta e stanno adottando scelte di governo e imprenditoriali conseguenti. Grande fattore di sviluppo è stato il lancio sul mercato delle biciclette a pedalata assistita, le quali consentono a molti di continuare a fare ciò che altrimenti l’età più avanzata avrebbe impedito loro, e su un altro fronte, sta attirando all’uso della bicicletta molte persone che altrimenti non avrebbero mai adottato questo mezzo di auto-loco-mozione.
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La mobilità urbana deve essere comunque rivista alla luce della saturazione degli spazi da parte delle auto e dell’inquinamento che esse procurano. A questo punto mi viene da fare una sorta di parallelo storico, quando in Italia, sulla spinta delle lobbies dei fabbricanti di auto, furono smantellate molte linee ferroviarie minori in favore della vendita di bus e camion (ed oggi ci pentiamo amaramente di queste scelte!). Qui a fianco: almeno questo: su vecchi percorsi ferroviari oggi ci sono piste ciclabili!
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Oggi potrebbe sorgere una analoga conflittualità non dichiarata fra i fabbricanti di biciclette e quelli delle auto, soprattutto circa la loro rispettiva regolamentazione nelle città . Qui tuttavia si inserisce un’altra metamorfosi, quella dell’imminente forte avvento dei motori ibridi per le auto, il che parrebbe superare questa possibile contrapposizione. E invece resterà comunque il problema dell’inquinamento dello spazio (anche le auto elettriche o ibride occupano spazio) ed è accertato che ogni auto passa il 90% della sua vita in parcheggio o in sosta. E allora? Allora nelle città occorre ribaltare l’angolo visuale, ovvero passare dal “regolare le auto e lasciare anche qualche spazio alle biciclette†al “regolare il traffico ciclistico e lasciare qualche spazio anche alle autoâ€: quello che è stato fatto in Olanda. Andare a vedere per credere, come ha appena fatto Fiab Trento!
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Il cicloturismo si sviluppa perloppiù al di fuori delle città , con durata media settimanale, spesa media giornaliera da parte del cicloturista pari a circa ad €80,00 e sosta nelle città attraversare. I percorsi sono usualmente a stringa (dal punto A al punto B con fermate intermedie. Altri sono a margherita o al elastico: si fa base in una città , in un paese e di fanno molte gite a/r in direzioni diverse. Molte sono le ciclabili già attive, ma resta ancora un passo da fare: passare dal realizzare e vendere il “prodotto turistico pista ciclabile” al realizzare e vendere il “prodotto turistico rete di ciclabili e zona/città bikelandâ€.
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Il cicloescursionismo prevede il turismo “montanoâ€, cosa che fa preoccupare i puristi della montagna, ma non il CAI Centrale che ha pubblicato i Quaderni di Ciclo-Escursionismo non per vietare o liberalizzare il settore, bensì per regolarlo. Al riguardo basta guardare cosa è stato fatto in Austria con il Tirol Bike Safari, nel quale 17 funivie messe in rete garantiscono ben 700 km di discese montane su percorsi obbligati, attrezzati e assistiti per ogni aspetto del viaggio.
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E allora, buona bicincittà , nelle piste ciclabili e sui sentieri attrezzati e regolati delle nostre montagne a tutte e a tutti di tutte le età !
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