DIVIDE ET IMPERA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2018 @ 3:01 pmDetto altrimenti? Con gli accenti giusti, ovvero dìvide et ìmpera ….  (post 3124)
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Chi non ha avuto la fortuna di studiare il latino spesso pronuncia divìde et impèra. Comunque il senso è questo: fai in modo che i tuoi avversari siano divisi, così li potrai comandare. I tuoi avversari, si diceva. Diverso è il caso in cui taluno – per non condividerne il comando con nessuno – voglia dividere la propria squadra al fine di mantenere il dominio assoluto almeno su una parte di essa. Potrà anche riuscirci, ed eventualmente potrà anche ripetere più volte l’operazione, ma poi nei confronti dei “nemici†veri, quelli esterni alle mura del proprio castello, be’ … di fronte a quelli perderà ed allora alla fine gli si rivolterà contro anche la sua stessa squadra residua perché … smile and the world ‘ll smile with you; cry and you ‘ll cry alone.
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Gustavo Zagrebelsky nel suo bel libro “Simboli al potere†ci spiega così: il simbolo (la bandiera del castello di cui sopra, n.d.r.) tiene uniti tutti coloro che ci si riconoscono. Come tale esso appartiene a tutti collegialmente e a nessuno individualmente. Ma se uno, foss’anche il castellano suo ideatore, ne vuole fare una sua proprietà privata, esso da elemento di unione diventa fattore di divisione.
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Mi viene in mente il gioco del rugby, nel quale e possibile passare il pallone con le mani solo ad un compagno che sia più arretrato del lanciatore. Esasperando il discorso, tutti corrono in avanti verso la meta, ma passano il pallone di mano in mano all’indietro così velocemente che la velocità e lo spazio di arretramento superano la velocità e lo spazio di avanzamento. Questo, lo so, è un paradosso, ma forse aiuta a rendere l’idea.
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E anche … anche quando alcuni bambini fanno una gara di corsa … uno resta indietro … e decide: il traguardo è questo qui! E indica una riga immaginaria collocata un metro davanti ai suoi piedi …
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