DIFFERENZE DI POTENZIALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2018 @ 7:49 amDetto altrimenti: elettrico e nella società umana  (post 3054)
Quando fra due punti la differenza di potenziale elettrico è elevata, fra essi scocca una scintilla. E’ una legge della fisica che (come tutte, del resto!) l’uomo ha solo scoperto, non certo creato: Einstein affermava che avrebbe voluto conoscere il pensiero di Dio perché tutto il resto erano solo dettagli. Il principio che sta alla base di questa regola vale anche nell’ambito della società umana, nel senso che quando al popolo affamato di pane un Re rispose “Non avete pane? Mangiate briochesâ€, scoppiò la rivoluzione.
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Oggi l’1% della popolazione mondiale possiede il 99% della ricchezza mondiale. Inoltre, all’interno di duell’1%, vi è una % ancora minore che possiede la grande maggioranza di quella ricchezza, per cui quel 99% mondiale è posseduto dallo 0,1% della popolazione. Le % indicate  sono approssimate, ma piccoli errori non spostano il significato del ragionamento. La globalizzazione e il web hanno creato un sistema che consente a chi ha avuto l’idea giusta (giusta per lui) di accumulare un patrimonio di 80-100 miliardi di dollari nello spazio di alcuni decenni (il colosso del web sta lottando sul filo di lana con il colosso della vendita via web). Globalizzazione dei mercati, si dice. Ed ora si vuole “globalizzare†il consumatore, concentrandolo in città da 100 milioni di abitanti (Cina, “così me lo gestisco meglioâ€) (1) e si vuole globalizzare il lavoratore, delocalizzando, negandogli i diritti umani, civili e del lavoro e mettendogli al braccio un braccialetto elettronico “così me lo gestisco meglioâ€.
Un gravissimo e deleterio effetto della strumentalizzazione/appiattimento del lavoratore; della normalizzazione razionalizzante del pensiero logico sempre di più affidato alla elaborazione dei computer; della sostituzione della statistica al libero pensiero; della sopraffazione dei numeri sul sentimento; dell’annullamento della motivazione,  è il soffocamento della spinta creativa e innovativa del singolo; del suo sentirsi parte attiva del tutto; della sua capacità di fornire spontaneamente e autonomamente un apporto al miglioramento del sistema-uomo. Con una estremizzazione del concetto – ripeto è solo una estremizzazione – si tende a trasformare l’Uomo Lavoratore  in un “pezzo” (stuck) di tristissima memoria. E ciò perché …”tanto se non ti va, ne trovo 100 che anelano al tuo posto di lavoro”.
Questi fenomeni sono la degenerazione del processo (positivo, questo) di mondializzazione del mondo, ovvero di normalizzazione dei diversi livelli di potenziale sociale quale era stato avviato 60 anni fa – per fare un esempio che ci riguarda più da vicino – con i Trattati di Roma, quelli che diedero l’avvio al processo di integrazione europea. Degenerazione che ha creato un imperialismo coloniale di nuovo tipo e non più  esclusivo dell’Occidente  (quello delle multinazionali e sei super-ricchi di fronte ai super poveri); quello del “mio paese firstâ€; della corsa agli armamenti; dei muri di cemento, di filo spinato e di dazi doganali. (Leggete il libro qui a fianco: lo sviluppo del colonialismo di pari passo con lo sviluppo della tecnologia, un libro che si beve d’un fiato!)
Da europeista convinto e purtroppo non addentro a molte segrete cose, mi perdonerete se ragiono sulla base di sensazioni: ebbene, io ho la sensazione che tre grosse potenze (senza fare nomi: USA, Russia, Cina) ci considerino come un grande mercato di consumatori poco influenti politicamente in quanto “divisiâ€, per cui la nostra migliore risposta sarebbe creare gli Stati Uniti d’Europa. In tal caso avremmo anche la forza politica di respingere quel tipo di aggressione e di rilanciare una politica di temperamento delle diverse differenze di potenziale a livello mondiale in ambito dei diritti umani e civili, finanziari, economici.
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Ecco, ho creato due nuove categorie di diritti: quelli finanziari, ovvero di NON essere schiacciati dalla mega finanza; quelli economici, ovvero di poter avere la possibilità di accedere – quanto meno – ad una parte minima vitale dell’economia mondiale. Utopia la mia? Certo … ma … badate bene, utopia è un traguardo semplicemente “non ancora†raggiunto, e poi nella vita … guai a non avere un’utopia! Sai che grigiore!
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(1) attenzione, però! Ai tempi dello Scià di Persia, la concentrazione in città delle popolazioni dei deserti, popolazioni attratte dalla possibilità di una vita migliore, creò una forte concentrazione di “potenziale umano scontento ed arrabbiato” che contribuì alla caduta di quel regime.