BERTRAND RUSSEL A TRENTO 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2018 @ 1:52 pm

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Detto altrimenti: Le Settimane Russelliane a Trento, ritrovare un “amico” dell’università         (post 3035)

(a seguito della puntata precedente, quattro post fa, cfr. ivi)

Già, perché all’Università (Genova 1968, giurisprudenza) studiai una sua opera, “Autorità e individuo”, attraverso la quale iniziai a conoscere il pensiero del grande filosofo inglese. Iniziai, appunto, solo un timido inizio perché il suo era un libricino inserito fra tanti altri libroni, come quel vaso di terracotta costretto a viaggiare fra vasi di ferro e all’Università – si sa – conta smaltire pagine e superare esami.

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(L’importanza della buona scuola: anche ciò di cui al momento non capivi la reale portata, dopo 50 anni affiora e ti arricchisce).

SPAZIO OFFQuindi ci sono andato. Allo Spazio Off, Trento (v. in internet) ad una rappresentazione-conferenza (Michele Nardelli, Massimiliano Pilati, Forum Trentino della Pace e dei Diritti Umani) su “La conquista della felicità”, dialogo fra Russel e Cassioepa. Russel, alias Stefano Pietro Detassis (che già avevo ascoltato in “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello al Teatro Sociale: bravo Stefano!); drammaturgia e regia: Maura Pettorruso; scene e costumi: Maria Paola Di Francesco; disegno e luci: Alice Colla; organizzazione: Daniele Filosi. 50 spettatori a riempire la piccola sala.

davDal “programma di sala”: Bertrand Russel, filosofo, matematico, attivista, pacifista, giunge agli ultimi istanti della sua vita. Novantotto anni pieni di lotte, di fallimenti, di amori, coronati dal premio Nobel per la letteratura. In quel breve momento fra gli ultimi pensieri della vita e l’affacciarsi della morte, si appresta a percorrere il suo ultimo frammento di tempo; alcune leggende raccontano di come, in prossimità della morte, la vita ci scorra davanti per l’ultima volta. Russel, abito elegante, sguardo stupito, fragile e potente, sale su una zolla di terra e inizia il suo ultimo viaggio alla ricerca del mistero della vita. Seduto su un masso, Russel ci racconta la sua vita, rivivendo una ad una le sue grandi passioni: le sue donne e le sue lotte, in un continuo equilibrio fra estasi e sconfitte. L’uguaglianza di genere, l’opposizione alla guerra, la prigione, i viaggi, l’educazione, l’incontro con Einstein, l’amore libero, i diritti delle minoranze. Russel è in prima linea ovunque sorga ignoranza, discriminazione e prepotenza, per lui i veri ostacoli verso la conquista della felicità (la sottolineatura è mia, n.d.r.).

La scena: un piano inclinato di 9 mq illuminato dalla luce nera del buio, una vita inclinata, vissuta contro la forza della gravità del comune pensiero dominante. Ogni tanto a infrangere i lampi di buio improvvisi lampi di luce e le parole di Stefano, vestito a giacca, conformista l’abito non la mente, corpo agile nonostante l’età rappresentata (novantotto anni), agile nel reagire alle forze del buio.

Concetti, estratti del pensiero, inviti a pensare: “Un contadino aveva alcune galline. Ogni giorno portava loro il mangime. Per tanti giorni. Loro si avvicinavano fiduciose. Un giorno lui tirò il collo a tutte. Si erano fidate troppo”.

(Io prendo appunti sul mio tacquino, al buio completo, scrivo poche parole … riuscirò a leggerle?)

  • downloadLa parità di genere. Uno dei pilastri del pensiero di Bertrand.
  • L’amore. Sesso senza amore non ha senso, non esiste la fedeltà eterna, quindi … tanto vale …
  • Il lavoro, mezzo non fine: lavorare tutti 4 ore al giorno, meglio di Thomas Moore che nella sua Utopia ne prescrive 6.
  • Dio. Io sono ateo ma. Ma ricerco l’origine di tutto … fino a quella del creato: guardo in alto … forse … Dio? La vita non può nascere dal nulla.
  • La felicità. Se è di tutti. Se è solo mia non è tale.
  • Domande e risposte. A scuola ci insegnano verità e risposte alle domande. Invece dobbiamo imparare a porci e a porre domande, contro un’autorità che ci impone tutto, anche le risposte, anche la fede.
  • E se sbagliamo? Se l’infante incespica e cade mentre sta cercando di imparare a camminare, lo puniamo? No di certo. Servono stimoli, non punizioni.
  • La guerra, le guerre: mai.

A seguire la conferenza di Michele e Massimiliano

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    Past President e Presidente del Foro Trentino per la Pace e i Diritti Umani

    La pace … “fatti, non parole”. Ma le parole sono importanti (Don Milani: le parole sono pietre). Piuttosto occorre uscire dalla retorica e dalla banalità delle parole. La retorica uccide il pensiero (questo vale anche in politica, n.d.r.) (1)

  • Giacomo Leopardi, “La ginestra” … (trovi ogni lettrice ed ogni lettore il passo relativo al nostro argomento, n.d.r.).
  • Ribot (poeta, mercante d’armi): questo è il secolo degli assassini …
  • Basta emergenze: dentro l’emergenza non c’è pensiero  (questo vale anche in politica, n.d.r.). (2)
  • “Riconciliazione”? Dentro la semplice riconciliazione non c’è rielaborazione: quindi non riconciliamo bensì rielaboriamo parole (questo vale anche in politica, n.d.r.). (3)
  • Abbiamo capito – ad esempio – la Guerra dei Balcani? No, perché si conosce e capisce solo quello che si vuole conoscere e capire.
  • Spostiamo un po’ più avanti il nostro sguardo. Ricostruiamo l’Idea Pace. Papa Francesco: “Siamo nella terza mondiale”: non per il rischio USA-Corea del Nord, ma per il fatto che nessuno è disponibile a modificare il proprio stile di vita.
  • Le risorse del mondo sono in esaurimento: ogni anno il 2 agosto abbiamo consumato tutte le rinnovabili. Dopo consumiamo il futuro.

 Questo e molto altro ancora. Bravi ragazzi!

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Indovinate la direzione della corrente del ruscello …

P.S.: pochissime parole per evidenziare alcuni concetti: di Russel mi piace il concetto di “autonomia” e “sussidiarietà” (v. tre post fa); il concetto di “ricerca di”: di tutto, della felicità, della fede; l’avversione alla retorica; la felicità come status collettivo; l’avversione alla guerra. La guerra … gli USA uscirono dalla grande depressione del 1929 grazie al rilancio dell’industria bellica. Forse anche oggi gli USA vogliono fabbricare e vendere più armi, per diminuire il loro enorme debito pubblico. Dice … sei un malpensante. Dico: si, però a pensar male si fa peccato ma si indovina. Dice: il budget Italia per gli armamenti? Dico: 65 milioni di euro al giorno. Quello per la difesa idrogeologica, 65 milioni di euro all’anno. Salta agli occhi. Dice:  al mese … all’anno … sempre 65 sono … così la gente si confonde e non protesta.. Dico: ah, vabbè … ho capito.  Dice: ma tu blogger, predichi bene ma razzoli male, come Padre Zappata: infatti hai fatto il Sottotenente di complemento nella Brigata Alpina Tridentina … oggi ti avranno promosso capitano (può essere, ma a mia insaputa, n.d.r.). Dico: si, vabbè, era obbligatorio, e poi i miei muli non hanno mai ammazzato a calci nessuno! Certo che se ci penso … quanti muli ci uscirebbero con il costo anche di un solo F35!

Note

(1) Un po’ di retorica vabbene, ma poi a quel politico (dice: quale? Dico: non facciamo nomi!) quando è troppo è troppo …  gli si dice … basta!

(2) Emergenza alluvioni, occupazione, esodati, giovani, mezzogiorno, criminalità, carceri (sovraffollate), futuro: dove era il pensiero prima di pensare che si è in emergenza?

(3) Partiti che si riconciliano qualche giorno prima delle elezioni mappoi (mappoi) subito dopo … Infatti non c’era stata rielaborazione.

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