IL BISOGNO VICINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2017 @ 7:04 am

Detto altrimenti: vicino, toccato con mano … non visto al cinema o alla TV ….   (post 2967)

La guerra dei Balcani. Nell’immediato dopoguerra, con un’Associazione Umanitaria andai più volte nella Repubblica Serba di Bosnia (Prijedor, Banja Luka) a portare aiuti. Era la prima volta che “toccavo con mano” gli effetti di una guerra. Molto diverso che vederli alla TV. Era estate, gli occhiali da sole nascondevano la commozione che non riuscivo a trattenere alla vista di tanto scempio di persone, cose e case. Quella è stata la mia prima esperienza di un “bisogno vicino”.

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In questi giorni sto vivendo una seconda esperienza simile con l’apertura della Casa Maurizio, una struttura operante grazie alla disponibilità delle Suore Paoline, della Provincia Autonoma, del Comune e dell’Associazione Amici dei Senzatetto (Presidente Giuseppe Pino Palatucci, si veda il post n. 2864 “Casa Maurizio”). La Casa Maurizio, nome che richiama “Il caso Maurizius”, un romanzo giallo-psicologico di tale Jakob Wassermann. Ero stato tentato di sfruttare questa coincidenza per dare il titolo al post. E invece ho preferito “Il bisogno vicino”. Vicino per tanti motivi.

1 – Innanzi tutto Vicino, perché la Casa (posso chiamarla della Carità Umana?) è vicina anzi è all’interno di una particolare ZTL – Zona a Traffico “Limitato” … limitato ai cittadini della Trento Bene, visto che siamo in una ZB – Zona Bene di Trento. La casa, quindi, è vicina – anzi, è “dentro” – alla zona nella quale abita chi si trova ad appartenere a una di due opposte categorie: una prima, quella dei no, chissà ora cosa succede e poi vuoi mettere … dobbiamo aspettarci un aumento dei furti … e poi si svaluta la zona, i nostri appartamenti … L’altra, quella dei va bene così, la casa è così vicina a me che ora – se non altro – prendo coscienza del problema e potrò più facilmente dare una mano anch’io, nei ritagli di tempo.

2 – Ma Vicino anche per un secondo motivo: i Senzatetto (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso) non sono solo “Barboni” (mi perdonino queste Persone per il termine che sto usando) o Immigrati, ma anche Gente Nossa per dirla en dialet trentin, Gente Nostra, Persone che hanno perso in un colpo lavoro, famiglia, casa, Persone “vicine” a ciascuno di noi, Persone che alla slot machine della sfortuna hanno fatto bingo, costrette a dormire in auto (chi ancora ce l’ha) o – peggio – all’addiaccio.

3 – Vicino, ancora, perché tale da potersi toccare con mano. Vicino, tanto da rompere – volenti o nolenti – il muro della indifferenza … anzi no, il muro della non-conoscenza. Già, perché è più comodo non conoscere un problema anziché conoscerlo e rimanerne indifferenti, hai visto mai che prima o poi la mia coscienza mi crei un qualche problemino. No, ecco, meglio non conoscere.

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4 – Vicino, infine, perché ti consente di guardare il Volto dell’Altro, quel Volto tanto richiamato dal “filoso del Volto”, Emmanuel Levinas, il cui pensiero centrale può essere riassunto in poche parole: “Il Volto dell’Altro ti guarda, di domanda, si aspetta una risposta da te”. Certo che se tu sei lontano e non vicino, quel Volto non può nemmeno vederti. Né tu puoi vedere lui.

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Infine, per chiudere, rileggo un mio vecchio post “Solidarietà SpA”, il n. 1390 del 19 febbraio 2014 e mi viene in mente una frase di Don Lorenzo Milani nella sua “Lettera ad una professoressa”: “Fai strada ai poveri senza farti strada” e mi domando: c’è qualcuno fra le mie lettrici e i miei lettori che può dare una mano in questa intrapresa vicina … semplicemente per fare strada ai poveri e dare anche a Loro un po’ di Natale?

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