OZIO E SCUOLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Novembre, 2017 @ 4:23 pm

Detto altrimenti: a seguito del post n. 2886 “Carpe diem & otium”.       (post 2890)

Qualche post (cfr. ivi) fa riportavo il significato latino di otium, ovvero “il tenersi occupati con attività non per dovere di lavoro ma per scelta e piacere proprio”, per cui l’ otium latino è ben diverso dal nostro ozio.

images.

Oggi voglio fare un ulteriore passo indietro e riportare tutti noi nel (più antico) mondo dell’antica Grecia, a scuola, termine che deriva dal greco SXOLE’ che significa “tempo libero” (dal lavoro) che a sua volta deriva da EXO che significa “occupazione studiosa”.

Traduciamo: in allora, oltre 2500 anni fa, la scuola era una libera scelta (di chi poteva permettersela, n.d.r.), un privilegio, un desiderio-libertà-possibilità di istruirsi, ben diversa dalla comune accezione (di base) odierna per cui oggi si parla dell’ “obbligo scolastico”: obbligo per i genitori di mandare i figli a scuola; obbligo per i figli di frequentarla.

images.

500 anni fa circa (1530) un tale, Tommaso Moro, decapitato nel 1535 e fatto santo nel 1935, nella sua opera “Utopia” divideva la giornata ideale, utopica (non ancora realizzata, ma possibile) in tre parti di otto ore ciascuna: una per il lavoro, una per il riposo ed una per l’istruzione o altre attività “volontarie”.

Se si accettano per buone queste premesse, la conclusione che se ne trae è la seguente: massimo otto al giorno di lavoro, ma di lavoro fatto bene, senza perdite di tempo, senza mancanza di metodo, un po’ alla tedesca, se mi è concesso; otto ore di riposo; otto ore di otium latino o di sxolè greca se preferite, cioè – a mio sommesso avviso – otto di arricchimento culturale.

Non per niente

  • alcuni imperatori romani per tenere calmo il popolo davano alla plebe “panem et circenses”: quel tanto da mangiare e i giochi del circo. Istruzione zero;
  • download (1)qualche secolo dopo gli agricoltori schiavisti dell’America facevano frustare lo schiavo che avesse imparato a leggere e a scrivere;
  • gli occupanti nazisti delle regioni russe facevano fucilare i russi che conoscessero la lingua tedesca;
  • Don Lorenzo Milani nella sua scuola di Barbiana affermava: “Ragazzi, non sarete mai liberi fino a quando non riuscirete a leggere e capire non solo la pagina sportiva, ma anche le pagine economiche, politiche e sociali dei quotidiani”.

Non per niente … viva la sxolè, la scuola!

.

.