I CLASSICI A TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Ottobre, 2017 @ 12:34 pmDetto altrimenti: con la Prof Maria Lia Guardini  (post 2883)
Biblioteca Comunale di Trento, a quindicine alterne, lettura ed esame dei classici. Oggi abbiamo proseguito con lo studio della nascita della polis-città -città stato-stato (v. post del 17 ottobre scorso).
La nascita della polis … la leggiamo in letteratura, la vediamo attraverso gli scavi archeologici e l’arte dell’epoca. Antica Grecia, due città : una invisibile (Sparta) ed un visibile (Atene). Sparta a scuola: città di guerra e di guerrieri, ma … ma recenti scavi hanno fatto emergere preziose statue di avorio e oro, espressione di una inaspettata raffinatezza il che tuttavia “quadra†con l’esistenza di una classe politica aristocratica, non democratica al suo interno, forse un po’ più democratica verso l’esterno. Sparta invisibile non ci ha “mostrato†i suoi edifici, le sue mura come invece ha fatto Atene.
Atene, tendenzialmente e formalmente democratica all’interno, imperialista all’esterno (v. il dialogo dei Melii e degli Ateniesi: o accettate le nostre condizioni di patto di alleanza o vi distruggiamo: siete liberi di scegliere). Atene democratica? Forse un poco …ma … alla prova dei fatti la democrazia era possibile a attuata solo pe un numero ristretto (i cittadini, chessò, 30.000 su un impero di 250.000? Più o meno). Dice … ma il popolo tutto volle la costruzione dell’Acropoli, del Partenone … Dico: si, vabbè, realizzati da Pericle ed al suo ministro dei LL.PP. architetto Fidia on i soldi della lega e poi – dicono – che Pericle si fosse fatto rieleggere per 30 anni, anno per anno, proprio per evitare di dare il previsto rendiconto e che poi alla fine non fosse morto povero. Evvabbè … malelingue!
La polis, nata per economie di difesa e di sopravvivenza, popolata da persone che, nel tempo, alla rocca del principe hanno sostituito l’agorà , la piazza, uno spazio circolare comune (koinòn) il cui centro era il méson (nel mezzo) quale espressione della coscienza che i cittadini stavano acquisendo di loro stessi.
Cambia lo spazio, cambia la percezione del tempo: non più ciclico, ma lineare.
Poi arriva la moneta valore simbolico che soppianta il vecchio tesoro di oro e pietre preziose (a Micene, scavati e fatti emergere ben 18 kg di oro e gioielli).
Cambia anche l’arte militare: dal duello degli eroi alla struttura di schiere di opliti.
Cambia la visione della politica (che era soprattutto politica di guerra). Non è più un giudizio fra eroi, ma il giudizio della polis sui combattenti.
Cambia la concezione del coraggio, che non è più un qualcosa di innato ma è qualcosa che se uno non ce l’ha deve farselo venire.
La politica si “arricchisce†(si fa per dire!) della convinzione che se uno quell’arte non ce l’ha, deve far in modo che si creda che ne è provvisto. L’apparire vale tanto e forse più dell’essere (un buon politico): e poi dicono che studiare i classici è tempo perso! Quando mai!?
Insomma. Leggere e studiare i classici serve a cercar di capire i moderni, solo che quelle erano situazioni congelate, cristallizzate (almeno ai nostri occhi), mentre le nostre situazioni sono un magma in continuo scorrere.
Autori di riferimento: Murray, Protagora, Erodoto, Simonide, Tucidide, Omero, Platone.
Prossima “lectio magistralisâ€: martedì 14 novembre ore 10,00, Biblioteca di Trento.
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