BONDONE? TRENTO ALTA? O PIUTTOSTO … TRENTO 2000!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2012 @ 8:22 am
Detto altrimenti: in tempi di crisi occorre innovare, innovare e innovare, anche per quanto riguarda piste ciclabili, bicigrill e l’offerta della gastronomia locale. Leggete, gente … leggete …
Abbiamo le piste di discesa per sciatori? E realizziamo anche quelle per i ciclisti, le “Discese Ciclabili”!
Trento 2000? Si vede che trovare i nomi delle spa e delle località è il mio forte. A suo tempo infatti , ad esempio, mi inventai il nome “Carosello Tonale†per la società di impianti sciistici che fondai al Passo.
Ed oggi, oggi … dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur … mentre a Trento si discute, il Bondone affonda … E invece è ora di agire. Il Bondone non potrà mai fare concorrenza sciistica alle altre stazioni della regione. Esso però ha un vantaggio: il suo “dislivello” è ben collegato e ancor meglio collegabile a Trento e all’asse dell’Adige magari con una nuova funivia. e quindi, partendo da questa base, può valorizzare al massimo tale sua peculiarità , anche in estate. Questo è il punto! Innoviamo, gente, innoviamo!
La crisi economica ha ridotto e di molto la presenza degli sciatori italiani. Inoltre, la eventuale differenza di prezzo difficilmente potrà dirottare sul Bondone sciatori anche solo dalla Paganella (e poi sarebbe una concorrenza interna, un “cannibalismo, in gergo tecnico). Ed allora cambiamogli nome, ribattezziamolo “Trento 2000†ed allestiamo delle piste ciclabili in discesa (Discese Ciclabili) che conducano a Trento, a Rovereto e nella Valle dei Laghi e quindi a Riva del Garda.  Inoltre, ove si pensasse al già proposto collegamento della ciclabile dell’Adige con quella della Valsugana, Trento e Trento 2000 diventerebbero un’importante base di partenza e di transito di moltissimi cicloturisti, il cui numero è in continua crescita, soprattutto lungo la direttrice nord-sud Resia-Verona. La sua potenzialità potrebbe essere reclamizzata venduta come un nuovo “prodotto turisticoâ€, ed il Trentino diventare sempre di più non solo il Trentino dei trenini (magari!) ma anche il Trentino delle “Discese Ciclabiliâ€.
Io percorro da anni tutte le ciclabili della regione e del Nord Est. La più frequentata in assoluto non è nemmeno la più bella. Mi riferisco alla Dobbiaco-Lienz, di circa 50 km. Il suo successo consiste nell’ “essere tutta in discesaâ€. Lungo il suo percorso incontri intere famiglie, bambini piccoli, di tutto, insomma. Lungo questa ciclabile vengono poi distribuiti depliant sull’offerta turistica delle vali attraversate, sul noleggio biciclette, sui ristoranti, vi sono punti di ristoro, vi è la possibilità di sostare in un parco giochi (di quelli “avventurosiâ€), di visitare cascate. Vi vendono anche la risalita in treno e il trasporto a monte delle bici noleggiate etc.. E dire che solo la parte alta della pista attraversa scenari molto belli. La parte maggiore si svolge all’interno di un bosco senza alcun panorama.
Ora, immaginiamo le “Discese Ciclabili di Trento 2000â€, quale altro spettacolo offrirebbero, con lo sfondo del Brenta, solo per guardare ad ovest! I cicloamatori potrebbero essere autorizzati a percorrere solo le ciclabili ufficiali e non anche sentieri diversi, limitandosi in tal modo e non accrescendosi l’inquinamento delle montagne. E poi, non di sole pedalate vive il turista! Due giorni fa ho percorso la Peschiera-Mantova e ritorno, intervallandovi una lunga sosta a Mantova, perchè la sola pedalata non mi soddisfaceva: ho visitato chiese, palazzi, la casa di Rigoletto, l’Accademia Virgiliana, etc. e la mia gita ha assunto una caratteristica molto più ricca e completa. Coraggio, Trento 2000! Le ciclabili della pianura, in estate sono poco desiderabili per l’eccessivo caldo e le zanzare. Ed allora, forza con le ciclabili in quota!
E poi, il Sistema delle piste ciclabili deve essere organizzato a livello bi-provinciale, cioè regionale. Non conviene che essa sia lasciata alla diversa, singola iniziativa di ciascun Comune. Infatti l’offerta deve essere omogenea, coordinata, deve contraddistinguersi per la sua alta qualità e soprattutto deve essere “Trentina†e “venduta” dal Trentino e non come accade oggi, da SpA di fuori regione! Mi viene in mente lo SPOT, mai realizzato, cioè la Società di Promozione dell’Offerta Trentina: abbiamo tutto, bellezze naturali, dislivelli, capacità organizzativa, storia, gastronomia, panorami, aria pulita, etc.. Basta solo coordinare il tutto.
E poi, bicigrill? … sento parlare di un nuovo bicigrill a Trento che inoltre offrirebbe ai cicloturisti i prodotti gastronomici locali. Non sono d’accordo. Innanzi tutto Bolzano ha realizzato delle bretelle ciclabili che conducono i cicloturisti direttamente in centro, centro che quindi automaticamente diventa il bicigrill di Bolzano o dove si deve realizzare una simile struttura!
E poi, gastronomia? Peccato che i ciclisti siano nostrani, ed allora non sono particolarmente attratti da ciò che già ben conoscono, o sono stranieri ed allora in ogni caso non possono caricarsi sulla bici più di tanto prodotto, essendo già carichi di bagagli. Né potrebbero, se vogliono poter continuare a pedalare, consumare lauti pasti! Quanto alla gastronomia, invece, un esempio molto bello di offerta di prodotti nostrani è offerto dalla “Agraria†di Riva del Garda, completamente ristrutturata al suo interno … visitatela! Un vero “Museo … d’Arte Gastronomica Modernaâ€!
L’analoga offerta della città di Trento, al confronto, lascia decisamente a desiderare: decentrata come collocazione (il mio amico Gianni Bort, Presidente dell’Unione Commercio, afferma che la regola del successo ommerciale sono le tre “Pâ€: la Posizione, la Posizione e la Posizione), non offre la ricchezza e varietà di prodotti della sua collega rivana. Peccato. Ma Riva è città turistica, si dice … Perché? Trento no?