I VIAGGI DI LUCIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Agosto, 2017 @ 6:25 pm

Detto: altrimenti: Lucia Bruni, a pedali da Roma a Bruxelles per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, quelli che diedero l’avvio al processo di unificazione europea … (v. post precedenti) ma anche molto, molto altro!         (post 2806)

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                           Rovereto

Ciao raga! Sulla mia (ormai) amica Lucia Bruni avrete letto in molti post precedenti. In questi giorni è stata nostra ospite a Riva del Garda a sperimentare – ieri – un tipo di viaggio nuovo per lei, la navigazione a vela! E siccome da vela nasce cosa … mentre risalivamo l’Ora di bolina, dal nostro colloquiare sono emersi gli altri suoi viaggi, a denotare – mi permetto di dire – lo spessore della persona, i suoi interessi, il suo impegno su ogni fronte. Mi è sembrato interessante riferirne, soprattutto a vantaggio delle lettrici e dei lettori più giovani, quale esempio di un impegno e di una maturità che non tutti “noi adulti” abbiamo (Lucia ha solo 34 anni).

Lucia, come è nato il tuo interesse per il tuo primo viaggio?

Ho sempre avuto la sensazione che la visione del mondo in cui noi in occidente cresciamo e viviamo fosse faziosa e lacunosa. Ricomporre almeno qualche lato del poliedro della realtà, della storia, della contemporaneità, è sempre stato per me lo stimolo a partire per luoghi che mi offrissero una diversa prospettiva.

In ordine cronologico, i tuoi viaggi, così … semplicemente, un elenco, almeno sappiamo subito di cosa si sta parlando

Difficile da metterli in ordine, comunque direi Bosnia, Tanzania, Israele/Palestina, Croazia, Serbia, Romania, Austria e Germania, Siria, Montenegro…

La motivazione che ti ha spinto ad ogni singolo viaggio

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                                 Trento

Ho conosciuto la Bosnia inizialmente con alcuni viaggi studio e di volontariato, in cui con gruppi legati all’Azione Cattolica o a parrocchie della mia città siamo andati a conoscere le vicende della guerra degli anni ‘90, ad ascoltare i racconti delle persone, a vedere i luoghi colpiti e a portare un piccolo aiuto con piccoli lavori pratici o gestendo attività estive per bambini e ragazzi. La Bosnia in primo luogo e poi gli altri Paesi dell’ex Jugoslavia sono diventati per me una passione, davvero un punto di vista straordinario per leggere la realtà, la storia e l’attualità europea. Ci sono tornata almeno tre volte per studiare la lingua di quei Paesi,  solo per parlare della quale ci vorrebbe un libretto…

In Tanzania sono stata grazie al gemellaggio tra la Diocesi di Bologna e quella di Iringa. Sono decenni che da Bologna vanno e vengono persone e nel 2000 ci sono andata anche io, in un piccolo villaggio, con il pretesto di aiutare a intonacare il dispensario. Chiaramente il nostro contributo era poco più che simbolico, ma era soprattutto un’occasione di incontro con le persone e la loro vita. Ragazzi della nostra età (avevamo sui 18 anni) già genitori, che vivevano in capanne di fango, che hanno ricevuto in regalo i nostri scarponi usandoli come le scarpe della festa, della domenica. Acqua e polenta bianca come alimentazione quotidiana, ma mille astuzie e risorse per la sopravvivenza, in primis uno spirito allegro e resiliente.

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                               Bolzano

Anche il Medio Oriente esercita su di me un’attrazione particolare. È una regione cruciale per la storia dell’umanità, per l’importanza nelle vicende mondiali da più di un secolo, per ospitare i luoghi sacri dei tre grandi monoteismi, per il contrasto tra la spietatezza delle lotte per le risorse e il potere e la dolcezza dell’umanità che vi si può incontrare. Sono andata a Gerusalemme, in pellegrinaggio sui luoghi santi; a conoscere villaggi palestinesi nei Territori Occupati; a camminare nel deserto e a toccare pietre memoria di storia trimillenaria. Sono stata in Siria a coltivare un po’ di arabo, a conoscere la comunità di Mar Musa fondata da Paolo dall’Oglio, dove le pietre affrescate cantavano di una storia preziosa e fragile come l’equilibrio tra le comunità siriane. Era sette anni fa, prima dell’inizio di questa immane e interminabile tragedia di guerre concatenate.

In Romania sono andata con un gruppo in seguito alla forte immigrazione a degli anni Duemila da quel Paese in Italia e a Bologna. Rimase celebre e controversa la politica di ferro di Cofferati allora sindaco che faceva sgombrare senza tregua gli accampamenti dei romeni/romeni e rom/romeni in particolare dal lungo Reno. Noi andavamo a trovarli, per trovare famiglie intere accampate nel fango, nelle stagioni piovose o fredde. Siamo andati in Romania per conoscere meglio questo popolo, la loro cultura, la loro provenienza, le ragioni che li spingevano a venire in Italia.

In Austria e Germania sono stata con un gruppo di amici sulle tracce dei testimoni della coscienza europea. Josef Mayr Nusser, sudtirolese, morto per essersi rifiutato di giurare a Hitler; Franz Jägerstätter, austriaco, ucciso per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito nazista. Hans e Sophie Scholl e gli altri ragazzi della Rosa Bianca, che facevano resistenza di pensiero e volantinaggio contro la propaganda nazista; Dietrich Bonhoeffer, pastore della chiesa protestante tedesca, straordinario teologo e pensatore contemporaneo, morto per aver partecipato alla congiura degli ufficiali per uccidere Hitler.

Cosa hai trovato e cosa riportato a casa da ogni viaggio

Ogni viaggio mi ha reso ancora più consapevole di quanto sia complesso e sfaccettato il diedro della realtà. Se prima di ogni viaggio partivo con l’intento di smontare almeno un pezzo di rappresentazione bianco-nera della realtà, con delle ipotesi da verificare, delle curiosità da sfamare, il desiderio di rendermi utile… ogni volta sono rientrata con meno certezze di quando partivo, con ancora più urgenza di dubitare in primo luogo delle semplificazioni che facevano comodo alla mia mente, di farmi domande.

Viaggiare … le barriere … ecco il collegamento con l’Europa Unita

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                      Sul fiume Sarca

Ho passato ore, mezze giornate o nottate alle frontiere tra l’Italia e i Paesi dell’ex-Jugoslavia. Prima che Slovenia e poi Croazia entrassero nell’UE, nei giorni in cui viaggiavamo (che erano i giorni in cui molti viaggiavano), tre frontiere a cui presentare i documenti, la carta verde, spiegare dove andavamo e perchè, ogni volta due volte, all’uscita da un Paese e all’entrata nell’altro. Per andare in Tanzania e Siria ho fatto e rifatto il passaporto, e chiesto il visto. Per andare e anche tornare da Israele, per non parlare di dopo che ero stata in Siria, interrogatori e indagini a mai finire nei miei effetti personali. Ma per quanto lunghi, stancanti, a volte intimidatori siano stati questi attraversamenti, i miei documenti italiani alla fine mi hanno sempre lasciato passare. E questa non è una cosa che si possa dire di molte persone su questo pianeta, che per questioni di vita o di morte dovrebbero poter passare delle frontiere, e non sono in condizioni di poterlo fare. I miei amici che conoscono il Medio Oriente mi raccontano che pochi decenni fa si poteva andare con i taxi collettivi su e giù per Israele, Giordania, Egitto… In pochissimo tempo il mondo si è blindato come mai prima d’ora. In Europa abbiamo abolito le frontiere interne, un grande passaggio che ha reso reale e tangibile la libertà individuale di circolazione, simbolo dei valori europei che al centro hanno la dignità della persona. Ma quello che ho imparato, soprattutto, è che i beni fondamentali sono indivisibili. Non potremo continuare a godere del bene della pace e della libertà se non lo condivideremo, se continuiamo a murare le frontiere esterne per tenere fuori il caos che anche noi abbiamo contribuito a creare.

In novembre sarai ospite dell’Accademia delle Muse a Trento. Che ne diresti anche di una serata Fiab Trento, ove il locale direttivo ti invitasse? Io lo sto proponendo da tempo, e poi un nostro associato Fiab che tu ben conosci, Fabio Martorano, in un recente passato ha ottimamente relazionato sulla Ven-To, il percorso ciclabile Venezia-Torino: potrebbe fare una cosa analoga per il tuo Roma-Bruxelles

Le grandi ciclovie hanno il merito di far visualizzare al grande pubblico la magia e il fascino della bicicletta. Per me è cruciale che dopo decenni di monocoltura automobilistica gli italiani tornino in massa a scoprire l’immenso potenziale della bicicletta anche e soprattutto per le esigenze quotidiane di mobilità. Sarebbe per me un piacere condividere il mio viaggio con le realtà che hanno collaborato a costruirlo, per continuare ad alimentare il progetto di rendere ciclabile l’Italia.

Scusa se ritorno sul tuo biciviaggio UE: qualche cenno sulle tappe più significative e soprattutto sul tuo arrivo a Bruxelles

L’Emilia del post terremoto 2012, di cui ho riscoperto la tenacia e la laboriosità di rimettersi in piedi. Il sudtirolo, architrave del multiculturalismo italiano, promemoria del fatto che l’identità nazionale è composta di tanti elementi e livelli. La valle della Saar, ieri teatro primario del conflitto franco-tedesco sul carbone e l’acciaio, oggi regione pacifica, industriosa, votata alle energie rinnovabili. Strasburgo, città stupenda e cuore della democrazia europea, uno degli ingredienti da continuare a mettere giù in abbondanza. Schengen, paese lussemburghese dove furono firmati tutti gli accordi sull’abolizione delle frontiere interne. Lussemburgo, alloggio della Corte di Giustizia europea. Maastricht, bellissima cittadina olandese, dove 25 anni fa fu firmato l’omonimo trattato. Bruxelles, città fatta di tanti comuni, complessa e affascinante, brulichio di popoli e culture oltre che di mille uffici e istituzioni europee.

Per finire, un tuo breve commento sulla veleggiata di ieri e della pedalata di oggi, due “viaggetti” trentini

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                      Sul Lago di Garda

Sono andata a vela sul lago di Garda, un’esperienza per me totalmente nuova. La barca mi affascina soprattutto per la storia che contiene la sua tecnologia, epica, millenaria! L’ardimento umano di dominare l’acqua e il vento, la materia primaria che tuttavia non è il nostro habitat naturale, la fonte della vita ma capace di uccidere in un momento. Ho veduto decine e centinaia di persone venute a giocare in mille modi diversi con la superficie dell’acqua, il vento, le onde, la velocità, i muscoli e l’agilità. Mi sono resa conto che nonostante il passare del tempo l’essere umano resta uguale a se stesso nelle dimensioni fondamentali, per esempio nel desiderio di mettersi alla prova, superare i propri limiti, esplorare la natura. La pedalata poi … confesso … che mi ha messo un po’ di invidia per chi abita vicino a montagne, boschi, fiumi e laghi così belli, dove dovunque ti giri vedi uno spettacolo, dove mi sono resa conto che il Trentino non è una regione…è il paradiso degli sport all’aria aperta!!

Grazie Lucia e … avanti così, a tutta forza! E … torna in Trentino – sei invitata sin d’ora – per una pedalata con tanti amici Fiab!

Un commento. Maria Teresa scrive:

Conoscerti ed averti come amica, cara Lucia, è una grande ricchezza e una lezione anche per noi diversamente giovani, noi che abbiamo davvero molto bisogno di riflettere con energie mentali rinnovate su argomenti e fatti che ci scorrono intorno e a cui prestiamo insufficiente attenzione. Forse è perché ci pare “di averne viste tante… che non cambi mai niente…” ecc ecc. Ti aspettiamo presto ancora tra noi, ciao Lucia!

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