EDUCAZIONE SIBERIANA – EDUCAZIONE ITALIANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Agosto, 2017 @ 6:33 pm

Detto altrimenti: a proposito di regole e non regole … (post 2796)

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“Educazione siberiana”, un libro (Einaudi) veramente molto, molto “duro” di Nicolai Lilin che testimonia un sistema di regole dove vige quella del più forte, del gruppo più forte, nel quale esiste una nuova, diversa morale basata su principi che per noi coincidono con l’a-moralità più che con l’immoralità. Ma tant’è … in Transnistria (una regione della Moldavia) le vicende storiche hanno portato a questo. Leggetelo, ne vale la pena.

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Altro libro che per certi aspetti fa il paio con il precedente è “Nel sonno non siamo profughi”, di Poul Goma. Da leggere anche questo. E da noi? No, da noi no, le regole – anche morali – ci sono. Esistono poi anche le regole del “diritto dei privati”, quelle ad esempio che regolano lo stare in coda agli sportelli rispettando le precedenze o quelle di cercare di conciliare la presenza dei pedoni e delle biciclette sulle piste ciclopedonali.

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Ma … quel tale Dante, quel toscanaccio dell’Alighieri … che aveva scritto? Ecco che aveva scritto: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?” (Purg. XVI, 97). Anni fa mi trovavo a Monaco di Baviera per un convegno. La sera, passeggiando distrattamente, ho “invaso” con un piede (era il destro, mi ricordo benissimo!) una pista ciclabile urbana: sono stato subito severamente redarguito da un ciclista. Aveva ragione lui. ovviamente.

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Polizia in bicicletta

          Parigi o cara …

Qui da noi. Provare per credere. Un esempio. A Riva del Garda è stata realizzata una pista ciclabile quasi parallela alla pista pedonale sul lungolago Riva-Torbole. Indovinate un po’ dove passeggiano i pedoni? Ma … ce n’è per tutti: ciclisti troppo veloci, che procedono in gruppo, che superano la mezzaria. La sosta? Pedoni e ciclisti che si fermano in mezzo alla pista come se ci fossero solo loro. Pedoni e ciclisti che non si sforzano di considerare la “rotta” di chi stanno incrociando e che procedono come se ci fossero solo loro. Ciclisti sulla pedonale e pedoni sulla ciclabile: noi Italiani siamo molto creativi e gli stranieri si adeguano aiutati dalla segnaletica e dalla non-segnaletica. Elencare le mancanze sarebbe lungo e ve ne risparmio, credetemi sulla parola. Resto comunque disponibile a testimoniare con foto e filmati le mie affermazioni. La soluzione: polizia urbana in bicicletta sulle piste ciclopedonali.

P.S.: a dire il vero, oggi 3 agosto c’erano due CC con le loro enormi motociclette posteggiate all’ombra di in attesa che … si compisse qualche furto o altri reato? In funzione deterrente, insomma. Ma quelle moto, più adatte al servizio autostradale che non sulle tortuose ciclopedonali del lago … E poi due esponenti della Polizia Locale a fotografare la difficile convivenza fra scuole di surf e bagnanti. Tutti e quattro indifferenti alle violazione delle norme di circolazione sulle due piste, ciclabile e pedonale, e soprattutto indifferenti di fronte a un ragazzino che scorazza avanti e indietro pedalando sempre “in impennata”, ovvero in equilibrio sulla sola ruota posteriore. Evvabbè … mi direbbero a Roma, ecchè vo’ sta’ a spaccà er capello … nun t’applicà tanto … a te che te frega? E  poi … er regazzino, se diverte, che ha da fa?

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