PEDALANDO CON LUCIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Agosto, 2017 @ 6:33 am

Detto altrimenti: si … con la Lucia della Roma-Bruxelles a pedali (v. post precedenti)   (post 2794)

sdr

          Rari nantes in gurgite vasto …

.

FIAB unisce! Infatti tutto inizia da FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta (e gli amici dei miei amici sono miei amici). Lucia da Bologna si rivolge a Fiab Trento, Presidente Guglielmo Duman, che mi delega. Io – insieme ad alcuni colleghi fiabbini, v. post precedenti – organizzo la “copertura” della tratta Borghetto-Brennero della sua pedalata pro UE da Roma a Bruxelles (v. post precedenti). Poi … poi diventiamo amici a prescindere (dai pedali). Dai pedali? Si, infatti domenica scorsa l’Altogarda Trentino l’ha battezzata a vela! Ieri invece, abbiamo pedalato: lei sulla mia mtb Wilier, io “elettrizzato” sennò chi le sarebbe stato dietro co’ ‘sti 40 anni di differenza fra noi due?

(Sugli altri viaggi – questi non in bicicletta – di Lucia in Israele, Bosnia e Siria riferirò presto con altro post)

davSiamo partiti alle 08,00 da Riva del Garda (65 mlm) direttamente in salita verso e sulla strada provinciale ex SS 421 dei Laghi di Molveno e Tenno, che porta, verso nord, al Passo del Ballino (765 mlm), valico che mette in comunicazione le Valli delle Giudicarie Esteriori con la parte settentrionale del Lago di Garda, collegando Ponte Arche (frazione di Comano Terme) a Riva del Garda. Il passo prende il nome dal minuscolo paese che lo incorona alla sommità, quasi una sorta di storico dazio o di porta a difesa da attacchi nemici. Dal passo scende a Riva il torrente Varone con le sue belle cascate ed inoltre, la mattina, scende sulle acque del lago di Garda il vento “Balin” o “Balinot”, in genere con una forza che è grosso modo la metà di quella del vento (il “Sarca”) che scende a Torbole dalla Valle del Sarca. I due venti (entrambi brezze termiche) poco più a sud si uniscono per formare il Pelèr, quello che “fa il pelo” all’acqua, e che, verso mezzogiorno, lascia il passo alla brezza da sud, la più famosa “Ora” del Garda.

.

dav

      Ricordo di Don Lorenzo Guetti

C’è poco traffico in discesa verso Riva, la mattina, quasi nullo in salita. Io procedo utilizzando la modalità “eco” ovvero il primo livello di “aiuto elettrico”. Nei punti più ripidi inserisco il secondo livello (“tour”). La pendenza è intorno al 6-7%. Superata la località Deva, il bivio a sinistra per la località Campi e il paese di Pranzo, in 9 km arriviamo alla fontana di  eccellente acqua, di cui facciamo il pieno. Indi dopo un ulteriore km di falsopiano-leggera salita, raggiungiamo l’albergo Lago di Tenno. Chi voltasse a destra, scenderebbe a Riva del Garda per la “vecchia” strada, molto più panoramica (e a tornanti) di quella “nuova” che abbiamo percorso per la salita. Noi prendiamo a sinistra e superiamo sulla destra, in basso sotto di noi, lo splendido smeraldo del Lago di Tenno. In altri  5 km (1/3 in falsopiano, 1/3 in salita ed 1/3 all’ 8-9%) raggiungiamo il Passo del Ballino. In totale abbiamo percorso 15 km in 90 minuti (consumo elettrico circa 30% del totale disponibile).

.

.

.

sdr

“La conosci quella?” “No, è la prima volta che la si vede qui sul lago …”

Appena dopo il passo, prendiamo a sinistra la vecchia strada romana, sterrata, in leggera discesa, immersa nel bosco che ci porta alla base (2 km) del Paese di Balbido (il paese dipinto, per via dei suoi murales, paese che non raggiungiamo). Infatti ci immettiamo a destra sulla Fiavè-Balbido e con una leggera salitella raggiungiamo Fiavè. Discesa fino a Vigo Lomaso e foto davanti alla casa natale di Don Lorenzo Guetti, fondatore della Cooperazione Trentina. Subito dopo, discesa veloce per ripidi tornanti a Ponte Arche. Sosta al bar. In totale abbiamo percorso 28 km.

.

.

.

5

                          Pediluvio lacustre

Qui prendiamo la SP in direzione Trento. La strada, inizialmente in leggera salita, è abbastanza trafficata e talvolta le auto che la percorrono sembrano avere una fretta indiavolata. In parte è “assistita” da una pista ciclabile (nella quale ci buttiamo a capofitto!), fino a raggiungere – finalmente! – la ciclabile del Maso Limarò che si snoda sulla vecchia sede stradale e sovrasta un bellissimo canyon. Peccato che il Maso sia chiuso e non nel senso di “riposo settimanale” ma nel senso che proprio non riaprirà più: infatti noto che tutte le attrezzature “adventure” (ponte tibetano, cavi sospesi, parete di roccia attrezzata, etc.) sono state smontate. Evidentemente non tornavano i conti. Peccato. Lo superiamo, raggiungiamo la fine della ciclabile e con tre larghi tornanti in pochi km raggiungiamo il paese di Sarche. In totale 40 km.

sdr

                            Lucia o … Eva?

Qui superiamo ed evitiamo la ciclabile Sarche-Pietramurata che piega a destra verso sud (“Riva del Garda km 25”) e ci dirigiamo in pianura verso nord su sentiero sterrato fino al Lago Toblino. Breve sosta al bar del castello, dove gli amici gestori ci offrono l’aperitivo. Da Toblino torniamo a Sarche, pieghiamo leggermente a sinistra, costeggiamo su SP poco frequentata il ramo del Sarca che conduce al Lago di Cavedine (altri 9 km, in totale 49) dove ci fermiamo per una super insalatona al Centro Velico-Bar-Ristoro “Wind Valley” dell’amico Andrea Danielli. Dopo quattro chiacchere, un rinfrescante pediluvio lacustre e una breve sosta, torniamo verso nord per 2 km, attraverso a sinistra il Sarca su ponte ciclabile e ci immettiamo sulla ciclabile che scende da Pietramurata a Dro (centro storico, fontanella, dimenticati occhiali su muretto, tornato a prenderli da Ceniga. Stop) e quindi a Ceniga: compiamo una breve deviazione per una visita al bel Ponte Romano e quindi, tornati sulla iclabile, raggiungiamo Arco (sosta gelato) – il Lago di Garda – Riva del Garda. In totale abbiamo percorso 80 km in otto ore, comprese ovviamente le numerose soste per le tante fotografie, i diversi spuntini e le illustrazioni della geografia e della storia locale, della serie ce la siamo presa comoda!

NNNN.BBBB (infatti si tratta di ben quattro N.B.!)

Dal Centro Velico del Lago di Cavedine citato si può proseguire verso sud costeggiando l’estremità sud del lago. Dopo una salitella di 1,7 km al 3-4%, si scende prima dolcemente e poi di volata, su strade carrozzabili fino a Drò. A destra, la vista della “ruina” dantesca, le famose “marocche”.

In salita Lucia sta rispettosamente dietro di me. Ma nelle discese … chi la vede più? Vola e mi aspetta in fondo … viva la gioventù!

La tratta più “pericolosa”? Il lung lago Torbole-Riva del Garda, attraversato da guinzagli con cane attaccato, asciugamani, palloni da calcio, bici posteggiate di traverso, bagnanti e pedoni tipo che ci sono solo io e poi glialtrichisseneimporta, colleghi velo-ciclisti troppo veloci, etc. etc..

Consumo elettrico totale: 80% (occorre considerare che in salita io spingo molto sui pedali, il che fa risparmiare carica elettrica. In pianura talvolta la escludo e talvolta, per puro sfizio, mi diverto a fare scatti veloci, il che invece aumenta il consumo.

Fine, per ora e … alla prossima!

Good E-bike everybody!

.

.