DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Luglio, 2017 @ 2:12 pmDetto altrimenti: parliamone un po’ …Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â (post 2782)
Nei millenni il termine democrazia ha storicamente assunto tre significati e contenuti assai diversi:
- potere sul popolo (demokrator = tiranno)
- strapotere del popolo (“quei prepotenti del popolino …”)
- potere del popolo (oggi si, quasi … o no?)
1 – Parole vuote
La cosiddetta Repubblica Ateniese di Pericle era in realtà  un principato pericleo imperialista e coloniale. Leggete in Tucidide il discorso degli Ateniesi agli isolani di Melo: ” Cari Melii, diventate nostri alleati, pagateci imposte, forniteci soldati o vi distruggiamo. Siete liberi di scegliere”. Un esule contrario a questa forma di governo scrisse un libriccino che trovate ancor oggi in libreria (basta chiedere l’Anonimo Ateniese e se vi chiedono chi sia l’autore – è successo … – basta dire che era ed è anonimo!) nel quale costui spiegava quali fossero i difetti del sistema e soprattutto spiegava perché e come, nonostante essi, il sistema durasse così a lungo. Oggi, come ieri, la democrazia è il migliore dei sistemi di governo, ma ciò non vuol dire che essa sia automaticamente un sistema rassicurante il popolo che vuole e crede di essere il soggetto che governa.
2 – Alternanza, pluralità , innovazione (a cominciare dalle persone)
Pericle si fece eleggere annualmente per 30 anni di seguito, anche perché così rimandò sine die il dovuto rendiconto finanziario, visto che lui e il suo capo dei  LL.PP., Arch. Fidia, erano diventati gli uomini più ricchi in Atene. A pensar male …
3 – Confronto, dibattito
“O con me o contro di me”, tertium non datur, dice il leader di cui al successivo n. 7
4 – La mancanza del vincolo di mandato
Siamo in una SpA. Gli azionisti proprietari lanciano un messaggio al Consiglio di Amministrazione (CDA): abbandonare la produzione del prodotto “A†e concentrarsi sul prodotto “Bâ€. Il CDA invece di vendere i macchinari per la produzione del prodotto “A”,  ha un’idea opposta e ne raddoppia la produzione. Siamo in Parlamento. Tizio è stato votato per sostenere l’idea “Aâ€. Cambia idea e si mette a sostenere l’idea “Bâ€. E …e  chi lo ha votato come ci rimane? (Lo stesso accade don il voto segreto, 007 licenza di … tradire il mandato).
5 – I livelli della democrazia
Un partito si proclama democratico perchè “ascolta†la gente. Ma poi, al suo interno, non rispetta le regole democratiche del funzionamento dei propri organi istituzionali e alla fine fa quello che dice il suo leader. Questo partito è democratico solo al primo livello (quello di ascolto). Non ai successivi. Che poi sono quelli che contano.
6 -Â I livelli dell’azione in democrazia (spuntare quello prescelto)
- operare con onestà sostanziale
- operare sui problemi della gente
- parlare dei problemi della gente
- operare con furbizia sostanziale
- occuparsi del sistema di potere
7Â – Il leader
Keep your dog on a short lead, tenete il vostro cane con un guinzaglio corto, sta scritto sulle nostre piste ciclabili. Lead, guinzaglio, proprio quello che talvolta il leader mette ai suoi seguaci … un guinzaglio corto: non vi preoccupate, non stancatevi a pensare: ghe pensi mi! Questo leader non è laico, ovvero non accetta il pluralismo: ci sono io e basta, o con me o contro di me, nessun dialogo, nessuna diversificazione ( v. sub n. 3). Più che un leader è un lader (della democrazia).
8 – Democrazia imperfetta: un problema o un bene
L’imperfezione. Un problema per coloro che si sforzano di migliorarla: costoro infatti fanno una fatica tremenda nel cercare di correggerla. Un bene per chi ci marcia, per chi ne trae vantaggio, per chi si muove fra le pieghe de sistema. Come fare a migliorare il sistema: organi politici e istituzionali semplici, non pletorici; regole chiare, sanzionate; restare attaccati alla terra e ai suoi problemi d’ogni giorno. Come fare per mantenerlo o anche a peggiorarlo? Fare il contrario di quanto appena detto e volare alto, molto alto. Orbene, l’accettare una democrazia imperfetta senza reagire, equivale, nel lungo periodo, ad abbatterla: infatti questa inerzia ingenera nella massa disattenta una disaffezione per la politica democratica e la induce a pensare che “quando c’era lui le cose sì che andavano per il verso giusto!” (1)
9Â – Democrazia non sanzionata, uno dei suoi maggiori difetti
Troppo spesso la legge democratica non prevede una sanzione per la propria violazione. Ciò spesso la rende inefficace (ancorché sia pienamente legittima).
10-Â Â Largo/larghi ai giovani
 Spazio ai giovani tipo “A”, ovvero tali non necessariamente anagraficamente bensì tali perché  nuovi nel governo della politica, indipendentemente dalla loro età , (largo ai giovani);  oppure  spazio ai giovani tipo “B” quelli giovani anagraficamente che “io mando avanti perché tanto poi li telecomando” (larghi ai giovani)?
11 – Democrazia vissuta, cresciuta pian piano, conquistata o … regalata?
“Vieni con me che ti regalo forme democratiche …” dice un tale. Al che mi viene in mente una frasetta latina: “Timeo Danaos et dona ferentes”. La traduzione? Ma no … dai … che la sanno tutti …
12 – Democrazia delle rete
Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò! Quando su milioni di aderenti, ad esprimersi sono solo alcune migliaia! Si, la rete funziona, ma è quella che che irretisce la buona fede, la distrazione  o l’ignoranza (dei sistemi web, s’intende, nessuno si offenda!) di milioni di persone …
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(1) Neera Fallaci, “Dalla parte dell’ultimo – Vita del prete Lorenzo Milani”, Ed. BUR Saggi, pag. 509 – Don Milani a un giornalista: “Io ammetto che si possa essere di qualunque partito, perfino liberali, guardi. Ma non del suo!” (Lo Specchio, MSI, n.d.r.). Il giornalista risponde: “Io non sono di nessun partito”. Don Milani: “Appunto, questo è il fascismo: non essere di nessun partito e servire quelli che ci sfruttano e fanno le guerre”.
N.d.R.: perché Don Milani ce l’aveva (anche) con i liberali? Per la loro applicazione rigida del principio della meritocrazia. Per lui il figlio del montanaro ignorante che raggiungeva il 5 era altrettanto meritevole, se non di più, del figlio del ricco professionista di città che raggiungeva il 10 e lode.
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