CONCERTO NELLA CHIESETTA DI MASO ROVER
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2017 @ 8:22 amDetto Altrimenti: su iniziativa dell’Associazione Culturale Lavisana, Lavis TN      (post 2726)
(post in allestimento)
Pressano, “provincia di†LAVIS (TN). Maso Rover? Procedete sulla statale per il Brennero. SS 12. Poco dopo Lavis trovate il paese di Nave San Rocco: immediatamente (sic!) dietro il cartello che ne riporta il nome, svoltare a U a destra seguendo le indicazioni del Maso: in 1,5 km siete arrivati. Maso Rover e annessa Chiesetta. Piccoli grandi tesori ed eventi, riscoperta di gemme di storia e d’arte spesso trascurate. La chiesetta “annessa†al Maso Rover. Daniele Donati, Presidente dell’Associazione Culturale Lavisana, ci illustra la storia del luogo e del manufatto. Subito dopo, un concerto (vedremo fra poco).
Inizia (per libero estratto)
Già in epoca romana Pressano (Per sanum) era un fiorente villaggio ben più importante del borgo di Lavis. Infatti Lavis assumerà un ruolo predominate solo molti secoli dopo grazie:
- alla sua importanza strategica di punto di passaggio sul fiume Avisio;
- al fatto di essere paese di confine e quindi dazio;
- al commercio di legname che dalle valli di Fiemme e Fassa veniva inviato nelle città in forte sviluppo della pianura padana.
Anche il Maso Rover ha origine antiche: il nome deriva anch’esso dal termine latino robur ed indicava i boschi di querce che caratterizzavano questa zona. il primo documento ufficiale che riporta il nome di Maso Rover è del 1429. in un altro documento del 1466 si attesta che a Maso Rover abitava il saltaro Bertolasio fu Jacopo Furlani di Taio, figura amministrativa di origine longobarda a cui era demandato il compito di custodia e protezione dei campi e dei boschi.
Nel documento del 1566 si attesta che il maso è di proprietà della potente famiglia Geremia di Trento. Nel 1704 il maso è di proprietà della famiglia Campi. Nel 1737 questa famiglia nelle persone di Giovanni Antonio e Pancrazio ottenne all’imperatore Carlo VI il titolo barone cambiando il nome della famiglia in Campi Von Rover und Spon. La prima chiesetta era molto piccola (m. 1,75×5). Vi si celebrava la messa nel primo giorno delle rogazioni (25 aprile) con una processione che partiva da Pressano. Secondo i racconti il Viero perse il maso in una partita a carte e pur essendo stato imbrogliato mantenne la parola data cedendone la proprietà . Il maso passò ancora di proprietà fino al 1893 quando venne acquistato dalle famiglie Rigotti Anselmo, Bosetti Marco e Rigotti Cipriano i cui discendenti ancora abitano il Maso. Nel 1917 le campane della chiesa furono requisite dal governo austriaco per scopi bellici: esse furono rimpiazzate a guerra finita con nuove campane ad opera delle famiglie Bosetti e Rigotti. All’esterno la chiesa presenta una facciata neoromanica che si distingue per gli archetti disposti a fascia nel sottogronda. Sul lato ovest svetta l’esile campanile, opera di Ermenegildo Rigotti, caratterizzato dalla parte terminale ottogonale sormontata da una cupoletta a bulbo. Nelle nicchie laterali sono custoditi i quadri con le stampe dei salesiani Suor Maria Mazzarello e Domenico Savio, dono del 1961 e il quadro con la stampa di Giovanni Bosco, dono del 1932.
Nella nicchia laterale centrale è custodita la famosa tela della Madonna dell’Aiuto misteriosamente ritrovata nei pressi del maso della quale abbiamo parlato prima. Si tratta di una tela del ‘700 copia della famosa Maria Hilf dell’artista Lukas Cranah il vecchio, realizzata attorno al 1530. Probabilmente l’originale, ora custodito nella chiesa di S. Giacomo ad Innsbruck, era un ex voto per chiedere l’aiuto della Madonna in occasione dell’assedio di Vienna da parte dei turchi nel 1529.
L’interno era tutto decorato con pitture di angeli e fiori. I soli esempi rimasti di queste decorazioni sono i due angeli posti ai lati dell’abside che ospita la statua lignea di Maria Ausiliatrice, opera di scuola gardenese che risale ai primi anni del 1900.
Durante la seconda guerra mondiale la chiesa fu meta di processioni da parte delle comunità del decanato per chiedere alla madonna la fine della guerra, a fine della quale la chiesa venne restaurata ma anche, per ordine superiore, privata dei numerosi ex voto che conteneva.
Il maso ha poi altri passaggi di proprietà fino ad arrivare a Carlo Viero che nel 1825 decide di far costruire la prima chiesetta del maso, costruita per custodire la tela della Madonna dell’Aiuto trovata da un pastore appesa ad una quercia nei pressi del maso. La tela fu portata nella chiesa di Pressano ma la leggenda vuole che il giorno dopo questa fosse nuovamente appesa alla quercia. Il Viero decise di costruire quindi la piccola chiesetta per custodire la tela nei pressi del suo ritrovamento.
I nuovi proprietari, viste le dimensioni ridotte della chiesa e visto il suo stato di decadimento decidono di costruire nelle immediate vicinanze una nuova chiesa più grande. i lavori iniziarono nel 1905 e nel 1907 (il 5 maggio) la nuova chiesa venne benedetta. Con una processione da Pressano venne portata la statua lignea della Maria Ausiliatrice che ora è collocata nell’abside della chiesa.
In conclusione mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione due sottolineature:
- il forte spirito religioso che animava le nostre comunità in passato;
- il forte senso di appartenenza ad una comunità . Allora era frequente che ci si dedicasse, ognuno in base alle proprie possibilità , alla realizzazione di opere usufruibili dall’intera comunità . Numerosi sono gli esempi di donazioni in denaro o in mano d’opera che si possono riscontrare in quegli anni (il Cav. Peratoner a Lavis, con le donazioni per la chiesa Arcipretale, la raccolta fondi per il monumento di Don Grazioli, la realizzazione della casa di riposo ecc), senso di appartenenza che forse ai nostri giorni va rinfocolato.
Finisce
A seguire, il concerto. Il Musicista Filologo Professore Simone Weber con il suo clavicordo, strumento papà del clavicembalo, nonno del fortepiano, bisnonno del pianoforte. Simone è organista compositore, opera e spazia dal Giappone alla Svizzera etc., abita a Pressano, ma soprattutto è innamorato di quello che fa: la Musica, soprattutto antica.
La sua esposizione, pur molto erudita, è assolutamente comprensibile da tutti, se non altro quale indicazione della strada da seguire per arrivare alla piena comprensione della musica e della storia della musica del tempo.
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Simone ha eseguito brani di Bach e Haydn. Gli ho chiesto di inviarmi un estratto del suo intervento esplicativo, una vera e propria lectio magistralis, che pubblicherò appena l’avrò ricevuta. Grazie, Simone!
Fine (per ora).
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