TRENTO FIAB, FIABA A PEDALI (A BORGHETTO ALL’ADIGE)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2017 @ 8:07 pmDetto altrimenti: … alla Festa della Bicicletta, a incontrare i colleghi Fiabbini di Valpolicella (post 2720)
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Trento-Borghetto, 55 km di ciclabile. Ieri pioveva. Si va? Per oggi previsione no pioggia. Si va. Come mai Fiab Trento è diventata “amica†di Borghetto? Cliccate, navigate fra i miei post su www.trentoblog.it/riccardolucatti, e lo scoprirete. Per chi preferisce leggere qui direttamente: “2015. Tre Fiabbini tra cui io stesso arrivano a Borghetto. Fame. Ristoranti chiusi. Quelli che poi sono diventati i nostri amici della Proloco, ci salvano con una pastasciuttata regale”. Da qui, una consuetudine di visite, fra cui la nostra partecipazione alla Festa della Bicicletta dei Fiabbini di Valpolicella. Così è stato per il 2016. Così è stato oggi, così sarà per il 2018.
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2017. Oggi, trentatrè Trentini … no, non trentatrè … solo 26 ma va bene, va bene lo stesso … visto il tempo che avrebbe potuto bagnarci e invece no, non l’ha fatto. Io ero capogita, il che significa vai più veloce anzi pedala più piano … capogita … inchiodato in testa alla colonna, maccome faccio ad accelerare, fermarmi, scattare foro, riprendere il gruppo? Niente foto quindi oggi, se non quelle del pranzo a Borghetto, metà in piazza, metà nella sala della Proloco.
A Borghetto si pranza, grazie al lavoro del Presidente Proloco Adelio Amadori  e del suo staff, i discorsi dei sindaci, degli assessori, dei nostri due Presidenti Fiabbini Guglielmo Duman e Adriano Piacentini, la benedizione delle biciclette da parte del Parroco di Avio don Luigi Amadori, si apprende che per l’anno prossimo la ciclabile sarà realizzata fino a Domegliara, 75 km da Tn, altri 25 e siamo a Verona! Uaooo! Scambio di doni, gagliardetti, coppe dell’… Amicizia Fiabbina … brindisi con ottimi vini bianco e nero (il nero “più ottimoâ€), caffè nel Ristorante Al Porto andateci che non ve ne pentirete!
Manuela Demattè, la nostra Past President, ci ricorda il bicentenario della nascita della bicicletta:
Inizia da http://www.repubblica.it/venerdi/reportage/2016/12/26/news/bicicletta-154896069/
MANNHEIM. In un giovedì di fine primavera, il figlio del giudice di Baden uscì di casa con il peso dei suoi quattro nomi, un titolo di barone che non vedeva l’ora di ripudiare e un attrezzo di legno che fece ridere i passanti. Aveva due ruote, otto raggi, un sellino e l’ambizione di proporsi come alternativa al calesse. Il 12 giugno prossimo saranno passati duecent’anni dalla prima passeggiata e se questo 2017 nasce nel segno della bicicletta, bisogna tornare dove tutto cominciò, tra il Reno e il Neckar, a Mannheim, città che alle strade del suo centro urbano non ha dato nomi ma numeri e lettere. Karl Friedrich Christian Ludwig Freiherr Drais von Sauerbronn partì dal blocco M4, dove oggi sono disposte decine di uffici dentro cubi di mattoni rossi e bianchi, e dove allora, a poche centinaia di metri, aveva abitato la signorina Constanze Weber, andata in moglie a un ventunenne musicista di un certo talento, di nome Wolfgang e di cognome Mozart.
La bicicletta del signor Karl portava un timone al posto del manubrio, non aveva pedali e per la verità non aveva neanche un nome; lui la chiamò semplicemente per quel che era, Laufmaschine, una macchina per correre, e di corsa – piedi a terra – se ne andò per sette chilometri da Mannheim verso Schwetzingen, fuori città . Un tipo bizzarro questo Drais, così almeno è stato descritto per oltre un secolo e mezzo, uno che aveva lasciato il suo lavoro di guardia forestale per rinchiudersi anima e corpo in un magazzino, perdendosi dietro invenzioni e fantasie. Un estintore, un tritacarne, un periscopio. Finché sette anni fa, con una biografia più accurata, il fisico Hans-Erhard Lessing gli ha restituito tutti i meriti da visionario innovatore.
Eppure, l’uomo a cui venne la brillante idea morì in povertà , dopo aver scansato un tentato omicidio per le proprie idee democratiche. Finanche oggi, nella sua Mannheim, la memoria è soffocata dall’altro grande inventore locale, Carl Benz, l’ingegnere che nell’agosto del 1888 mise sua moglie Bertha alla guida del primo modello d’automobile, facendola viaggiare in compagnia dei figli Eugen e Richard da Mannheim a Pforzheim. Benz ha un monumento in città , Drais no.
La via lungo la quale viaggiò l’auto è segnata dai cartelli Memorial Route, la strada della bici non ne ha. Degli anni dei tentativi di Drais resta un capannone verde acido sperduto tra una coppia di alberi spennacchiati a Luzenberg, periferia nord della città , e come fosse una maledizione: di fronte a un’officina Mercedes. L’industria delle auto del resto dà lavoro in città a cinquemila dipendenti, Drais è un eretico che sbatte contro la religione dei 200 mila motori prodotti in un anno.
Finisce
Scrive Manuela: la mia personale osservazione è stata che la “draisina†è tornata prepotentemente alla ribalta eternandosi nelle biciclettine SENZA PEDALI con cui ora i bimbi imparano ad andare in bici, più efficacemente che con le rotelline !
E brava Manuela! Alla prossima Festa della Bicicletta 2018, dunque! E voi … che aspettate? Joint us, unitevi a noi: iscrivetevi alla Fiab!