ACCADEMIA DELLE MUSE A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Aprile, 2017 @ 7:19 am

Detto altrimenti: ma dai … dai che sapete chi siamo! Basta scorrere i post su questo blog … (post 2686)

WP_20170403_003Ieri sera. Poesia attraverso la musica e i fiori. Ma andiamo con ordine. Il nostro collega Patrick (voce e chitarra) e i suoi amici Carmela e Sandra (voci), Flavio (voce, chitarra e fisarmonica) e Genio (voce e chitarra), “per la regia di” Giovanna, ci hanno deliziato con un recital di canzoni (o di poesie eseguite in musica?) di Fabrizio De Andrè, ognuna introdotta e commentata dalla lettura (fatta fare da me, nato a Genova il 3 febbraio 1944!) di brani esplicativi sulla genesi e significato del pezzo:

“In direzione ostinata e contraria – Omaggio a Fabrizio “Faber” De Andrè”

Alcune, come “La canzone di Marinella”, “Il pescatore” e “Geordie” sono state cantate in coro da tutti noi. Le altre … forse meno conosciute ma sicuramente più intense: “Quello che non ho”, “Il suonatore Jones”, “Hotel Supramonte”, “Franziska”, “Se ti tagliassero a pezzetti”, “La canzone dell’amore perduto”, “Creuxa de ma”. Per finire, un bis con “Via del Campo”, anch’essa in coro.

Non è facile per me scrivere, riassumere, citare. E allora mi sono deciso: intanto vi riporto Crexa del ma’, in dialetto e in lingua, così sveliamo il mistero del suo significato:


Creuxa de ma’  

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Per leggere Creuxa de ma’ ci voleva un Genovese …

Umbre de muri muri de mainè

dunde ne vegni duve l’è ch’anè?

De ‘n scitu duve a lun-a a se mustra nua

e a neutte a n’a puntou u cutellu a ghua.

E a munta l’ase u gh’è restou Diu

u diau l’è in ce e se ghe faetu u niu.

Ne sciurtimu da u ma’ pe sciugà e ossa da u Dria

a funtan-a di cumbi nta ca’ de pria.

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Cristina segue l’esecuzione in dialetto

E in ta ca’ de pria chi ghe saià

in ta ca’ du Dria che u nu l’è mainà?

Gente de Luganu facce da mandillà

quei che de luassu preferiscian l’a.

Figge de famiggia udù de bun

che ti peu ammiale sensa u gundun.

E a ste panse veue cose ghe daià

Cose da beive cose da mangià.

Frittua de pigneu, giancu de Portufin

cervelle de bae ntu u meiximu vin.

Lasagne da fiddià ai quattro tucchi

paciughi in agrouduse de levre de cuppi.

E’ n sca barca du vin ghe navughiemu

‘n sci scheuggi

emigranti du rie cu’ i cioi ‘nti euggi.

Finchè u matin crescià da pueilu recheugge

praticament fre du ganeuffeni e de figgie.

Baccan da corda marsa d’aegua e de sa

che a ne liga a ne porta nte ‘na creuxa de ma.

Ed ecco la traduzione

WP_20170403_012Ombre di facce, facce di marinai

da dove venite dov’è che andate?

Da un posto dove la luna si mostra nuda

e la notte ci ha puntato il coltello alla gola.

E a montare l’asino ci è rimasto Dio

il diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido.

Usciamo dal mare per asciugare

le ossa dall’Andrea

downloadalla fontana dei colombi nella casa di pietra.

E nella casa di pietra chi ci sarà

nella casa dell’Andrea che non è marinaio?

Gente di Lugano facce da tagliaborse

quelli che della spigola preferiscono l’ala.

Ragazze di famiglia odore di buono

che le puoi guardare senza il preservativo.

E a queste pance vuote cosa gli darà

cose da bere cose da mangiare.

WP_20170403_021Frittura di pesciolini, bianco di Portofino

cervella di agnello nello stesso vino.

Lasagne da tagliare ai quattro sughi

pasticci in agrodolce di lepre delle tegole (gatto, n.d.r.).

E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli

emigranti della risata con i chiodi negli occhi.

Finchè il mattino crescerà da poterlo raccogliere

praticamente fratello dei garofani e delle ragazze.

Padrone della corda marcia d’acqua e di sale

che ci lega e ci porta in una creuxa de ma’.

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La creuxa è la stradicciola che – in periferia – scende dalle colline verso il mare, limitata da due alti muretti difesi, sulla loro sommità, da offendicoli realizzati con cocci di vetro. Dietro, le “ville” (appezzamenti agricoli) coltivate dai baccani (contadini). Sullo sfondo, in basso, una striscia di mare. Noi bambini le si percorrevano per “andare al mare”, noi che s’abitava a meno di 2 km dalla spiaggia. Grande era la curiosità di “sapere cosa c’è dietro” ed allora, trovato un punto del muro già un poco smosso, scava oggi scava domani, riuscivano ad aprire un piccolo varco attraverso il quale vedere … i campi! Campi che oggi sono … condomini di lusso, sulla prima collina cittadina (la collina di Albaro, “de Arbà”, là dove sorge l’alba, un po’ come Povo a Trento, per capirsi, assolutamente non periferia).

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La creuxa si distingue dal caruggio, che invece è la viuzza fra le case. Ecco il “mio” caruggio:

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La storia / è passata di qui. / Ha lasciato il suo umore / nelle pietre levigate / nelle ombre / frequenti / negli stretti ritagli di cielo / nelle case addossate. / Ascolta la voce / di quello che vedi. / Sofferma il pensiero / su chi riempie di sé / la piccola via. / Persone diverse / che un antico crogiuolo / difende / dal moderno artiglio rapace / confusa umanità / padrona di un mondo / che tu / passante distratto / puoi solo violare / oppure / cercar di capire / in silenzio / ed amare.

Perdonate l’autocitazione, ma non ce l’ho fatta … Ma torniamo a noi. Poesia, si diceva. Ed allora ecco alcuni stralci dai testi di Fabrizio:

  •  In un vortice di polvere / gli altri vedevan siccità, / a me ricordava / la gonna di Jenny / in un ballo di tanti anni fa.
  • Libertà l’ho vista dormire / nei campi coltivati / a cielo e denaro, / a cielo ed amore, / protetta da un filo spinato.
  • … una lettera vera di notte falsa di giorno.
  • Marinaio di foresta senza sonno e senza canzoni / senza una conchiglia da portare o una rete d’illusioni.
  • Signora libertà / signorina anarchia / così preziosa come il vino / così gratis come la tristezza.
  • T’ho incrociata alla stazione / che inseguivi il tuo profumo / presa in trappola da un tailleur grigio fumo / i giornali in una mano e nell’altra il tuo destino / camminavi fianco a fianco al tuo assassino.
  • E fu il calore di un momento / poi via di nuovo verso il vento / davanti agli occhi ancora il sole / dietro alle spalle un pescatore.
  • Dai diamanti non nasce niente / dal letame nascono i fior.
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Via del Campo

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Poesia: vedere una gonna svolazzante dove altri vedono solo un vortice di polvere; i campi recintati da filo spinato, una libertà imprigionata; l’oscurità che dissimula la falsità; noi Liguri, gente da bosco e da riviera; il vino e la tristezza, entrambi gratis ma solo il primo è prezioso; vivere di corsa con i quotidiani nella mano, ancora da leggere ma vedete bene tutti che io li ho, li devo avere, poi chissà se riuscirò a leggerli …; un quadro di Van Gogh: il fuggitivo, davanti a lui tramonta il sole, dietro di lui  tramonta un raro momento di preziosa umanità; da ultimo … le parole di Via del Campo si commentano da sole.

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Piazza Boato, alias Piazza Duomo a Trento

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E’ seguita la presentazione del nuovo amico Accademico Matteo Boato, diplomato in chitarra classica, ingegnere civile e soprattutto di mestiere pittore! Benvenuto, Matteo! Quindi il consueto intermezzo eno-gastronomico e l’

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 “Angolo delle anteprime”

Per tutti, Accademici e non:

  • download (1)Dal 31 marzo al 15 aprile, mostra personale di Marisa De Carli Postal, alla Galleria d’Arte il Fogolino, Via SS. Trinità 30, Trento.
  • Mercoledì 5 aprile ore 17,30, Sala degli Affreschi della Biblioteca Comunale, “Ettore Tolomei e l’ “Invenzione” dell’Alto Adige.
  • Giovedì 6 aprile ore 17, Associazione Rosmini, Via Dordi, Recital di Alfonso Masi, Indagine su di un uomo chiamato Jeshua.
  • Domenica 9 aprile, la FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, 60 km a pedali nel Burgraviato (Merano), tra i meleti (e le orchidee) in fioritura (iscrivetevi alla Fiab!).
  • Domenica 9 aprile ore 17,00, Villa  Mersi, Ass.ne Bonporti: “Carlo Gardel, la voce del tango”.
  • Domenica 9 aprile a Pressano, ore 20,30, Chiesa di S. Felice,  la nostra collega soprano Letizia Grassi in Concerto Spirituale per la Settimana Santa, con il Coro Sociale di Pressano.
  • Lunedì 10 aprile, stessa ora, stesso concerto nella Chiesa di S. Rocco a Villazzano.
  • Mercoledì 12 aprile, Parrocchia di S. Antonio, Recital di Cristina (pianoforte) e Sergio Runchel (basso).
  • Gigliola invita a segnalarle (gigliolagavazzoli@gmail.com) la disponibilità di vestiti, coperte, utensilerie, etc. (non mobilio) per aiutare i senza tetto e gli immigrati che la provincia sta assistendo.

Appuntamenti riservati agli Accademici:

  • Lunedì 8 maggio – Barbara e amiche in “Altri tempi” revival musicale – Francesca Endrizzi, La figura di Albino Zenatti.
  • Lunedì 5 giugno – Allievi del Conservatorio musicale di Riva del Garda, M° Ruzza – Marisa De Carli, Scorci di Trento.
  • Gita sociale: con Cristina si è orientati verso la Maremma Grossetana e il Parco dell’Uccellina.
  • Metà luglio: Festa di Mezz’Estate.
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La famosa “numero uno” di Claudio!

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Seconda parte della serata. CLAUDO FUOCHI, appassionato conoscitore e “fotografatore” di fiori, assistito dal suo amico Sebastiano Bernardi, ci ha incantato con il suo lavoro e le sue diapositive su fiori e in particolare sulle ninfee. I fiori e le ninfee nella storia, nella pittura, nella fotografia, nelle tradizioni popolari.

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Le ninfee che nascono dal fango del fondale degli stagni (il “letame” della canzone di De Andrè …) e sbocciano, fiori incredibilmente belli e diversi una specie dall’altra, a galleggiare sulla superficie dell’acqua, ancorati dai loro lunghi steli sottomarini, ispiratori di poeti e pittori, fra i quali il più famoso Claude Monet.

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Molti gli applausi all’opera di Claudio.

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Grazie a tutti gli “attori” della serata e soprattutto alla nostra ospite, la Presidente Cristina. Buona Accademia a tutte e a tutti!

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