VIAGGIO IN TOSCANA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2017 @ 7:29 amDetto altrimenti: Toscana, amarcord … (post 2666)
Anni ‘50
S’era bimbini… a Genova … dopo guerra … il mi’ babbo: gnamo si va in vacanza dai nonni … una specie di taxi per andare alla stazione ferroviaria; biglietteria (tariffa 51 per gli statali); classe seconda sperando di trovare una prima declassata … ci siamo tutti? Due (poi tre) fratellini e due genitori. Valigie? Contale. Va bene. Quale binario … questo … arriva il treno … state indietro … no … queste sono di prima classe, quelle di terza … ecco la nostra carrozza … all’arrembaggio! Evviva! Uno scompartimento vuoto! Finalmente a posto. Si parte … un “direttoâ€, fa molte fermate. Fino a La Spezia molte gallerie (linea “vecchiaâ€, n.d.r.) intervallata dalla vista istantanea, a  sprazzi, di spiaggette bagnate da un mare da sogno: ecco il nostro grande rimpianto, nostro di noi “bambini dell’acqua†che trascorrevamo “in acqua†(di mare) gran parte dell’estate. Adieu, adieu my native shore … aveva scritto Byron oltre cent’anni prima ma noi non lo sapevamo!
Si mangia. Dalla borsa-dispensa esce il cibo preparato per la “traversataâ€, bevande e caffè incl.. Poi, improvvisamente, appare una collina scavata da una cava … stiamo per arrivare a Grosseto! Prepararsi al lancio come paracadutisti giunti in zona operativa … il treno prosegue per Roma … noi abbiamo una coincidenza … ci aspetterà ? Il nostro treno “porta†(si diceva così) dieci minuti di ritardo … presto, presto, passatemi le valige dal finestrino … ecco la vaporiera … arriviamo! Si sale. Altra scalata, altra conta di bagagli e appello di persone.
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Il primo anno (s’era nell’immediato dopoguerra, ricordate?) la linea  FS  Grosseto-Monte Amiata, a vapore,  aveva per vagoni … carri bestiame! Si, quelli con il portellone scorrevole e due sbarre a impedire la caduta dei passeggeri quando fosse aperto, una orizzontale ed una trasversale.
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L’anno dopo, vagoni di terza classe, le portiere? Si sale fra i sedili di legno, alla via così. Noi bimbi ci si affacciava ai finestrini, per ritrarci con un occhio offeso dalla polvere di carbone della macchina a vapore! Finalmente si arriva alla stazione di S. Angelo Scalo. Qui a fianco: i binari, oggi, tristi … e dire che se ne potrebbe ricavare una eccezionale pista ciclabile, da Grosseto ai piedi del Monte Amiata! Oppure … riattivarla per portare in su i ciclisti che poi la farebbero in (lievissima) discesa! Oppure … vagoncini leggeri spinti dai passeggeri-ciclisti, a pedali! Non sto scherzando, sarebbe una prima mondiale!
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Ormai siamo (quasi) a S. Angelo in Colle, a casa, aria di casa, aria “da” casa: infatti qui nessuno ha fretta, tutti si conoscono, si salutano, si aiutano: “Dario (il mi’ babbo, n.d.r.) gnamo le valige te le porto io” ; tutti si aspettano: il capotreno aspetta prima di far ripartire il treno che tutti abbiano fatto i loro comodi a scendere e a salire; l’autista della Sita (il bus di linea) aspetta che tutti siano saliti a bordo; i passeggeri del bus aspettano che l’autista abbia chiesto ad ognuno come va, e la tu’ figliola? E tu, Dario come si sta a Genova? E voi cittini (voi bambini rivolti a noi tre) sete passati (siete stati promossi a scuola. n.d.r.)? Etc. Dalla stazione al paese 9 km per 400 metri di dislivello, tante fermate, tanti aggiornamenti sulla salute e le novità familiari di ogni passeggero: Toscana comunità , Comunità toscana.
La casa dei nonni – Profuma il colore / di pietra toscana / colorata dal giallo del sole / dal rosso dell’uva matura / danzante / al canto di una cicala / che un pergolato difende / da mani voraci bambine. / E dal fondo valle / salendo / tu scruti ogni ombra / del dolce profilo del Colle / diadema prezioso / intorno al prezioso ricordo..
Strada bianca, quella principale chiamata strada bona, le altre un po’ meno, arrivati in paese, all’epoca 300 abitanti: carabinieri, fabbro, macellaio, merciaio, bar (due), calzolaio, alimentari, fabbro, falegname (due), parroco, medico condotto, trattoria inclusi. La farmacia a Montalcino. I ricambi per le lambrette, a Siena. Il saluto da tutti e a tutti man mano che li incontravi, questi “tutti”. Durava due-tre giorni prima di avere terminato il primo, doveroso giro di ripresa di contatto.
Campagna toscana (com’era … e com’è nella memoria)
La luce accecante / sprigiona profumo di terra / da zolle rimosse ne’ campi. / Le pietre a contorno son ricche / di more spinose e di fichi: / in siepi sinuose costeggiano il bianco tratturo / che porta ad antico podere. / Ascolti cicale. / Sull’aia / un popolo gaio rincorre il mangime. / All’ombra d’un fitto pagliaio sonnecchiano cani. / C’è acqua nel pozzo / e lunga catena stridente vi cala una brocca di rame. / Profumano i pani appena sfornati / ‘l fuoco rallegra la propria fascina. / Un fiasco di vino sul desco richiuso con foglie seccate. / Nell’aria le mosche. / La stalla è vicina: giumente imponenti frantuman pannocchie, / corone regali sovrastano candidi corpi giganti / e gran carri stanchi riposan le ruote dal duro lavoro. / Filari frequenti ed ulivi perforan la coltre del grano. / Colori: / la terra di Siena / il giallo del sole / il verde d’olivo. / Prezioso convivio, colture scomparse, / memorie scolpite per sempre da tratti d’amore.
2017
Trento, in autostrada, in quattro ore (sosta all’autogrill compresa). Ci fermiamo a mangiare nel paese di Pari, alla Cacciatora, da Siro. Pari (uscita per -), sulla superstrada Siena-Grosseto. Piccola trattoria familiare ricavata al primo piano d’una casa originale (non vecchia! Originale), praticamente nei locali di un appartamentino. Due salette, in una un piccolo caminetto così, alla vista e portata del tavolino più vicino, sul quale Siro cucina una bella fiorentina, di fronte a tutti, alla buona tanto s’è in famiglia … occhevvipare? Maria Teresa ed io vogliamo stare leggeri: antipasto di crostini ai fegatelli, fritto misto di carne e carciofi, una fetta di pecorino, insalata fresca, dolce, vino (nero buono), caffè e una grappa, €39,00 (in due). Acqua? Ah già … e sc’era anche l’acqua … ce la stavamo dimenticando …
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Passeggiamo per smaltire. Dalla sommità del paese, Piazza del Palazzo, si vede il Monte Amiata ma, prima, il profilo di S. Angelo in Colle! In 50 minuti d’auto ci arriviamo. Il paese è quasi deserto … incontro qualche persona assolutamente sconosciuta. Poi altre due, solo due, due persone vere, due amici d’infanzia, oggi coetanei … anzi no … loro hanno solo qualche anno più di me (che ne ho 73) ma da cittini piccini quei pochi anni facevano la differenza, comunque amici e come! Ci abbracciamo: massì … oggi siamo coetanei.
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Il paese è – come sempre – splendido, sospeso sopra la Maremma, sulle prime colline del Senese. Ci torneremo con il gruppo di amici di Trento, magari in occasione di una festa paesana e lo faremo rivivere come abbiamo fatto qualche anno fa. Infatti S. Angelo, patria del Brunello che poi dicono di Montalcino ma che invece è nato qui, Fattoria Il Poggione, è dotato di ottimi agritur, in centro, in periferia (200 metri dal centro) e nell’immediata campagna circostante. Ma ci voglio tornare anche da solo, con la mi’ moglie e due biciclette questa volta elettriche, così ci possiamo permettere tante salite in più, comprese la visita a Montalcino, all’abbazia di S. Antimo e la salita al Monte Amiata).
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Basta, insomma … ero partito per raffrontare due viaggi (partito, partenza, viaggi, arrivi …) e poi mi sono lasciato commuovere dai ricordi ed entusiasmare dai progetti … Evvabbè, mi perdonerete lo scivolone … Oggi che faccio: andremo a visitare Castel di Pietra, quello di Pia de’ Tolomei, citata da Dante:
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“Deh, quando tu sarai tornato al mondo, / e riposato de la lunga via”, / seguitò ‘l terzo spirito al secondo, / “ricorditi di me, che son la Pia; / Siena mi fé, disfecemi Maremma: / salsi colui che ‘nnanellata pria / disposando m’avea con la sua gemma”. (Purgatorio, V, 130-136).
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Indi pranzo pluri-familiare a Montemassi (il mi’ cognato e sc’ha una casa in Maremma e compie 70 anni e sc’ha radunato le famiglie da Castiglione del Lago Trasimeno (PG), Castiglione della Pescaia (GR)  Roma, da Genova e da Trento!). Nel pomeriggio a salutare le amiche dell’ agritur Le Giuncaìne vicino a Castiglione della Pescaia (v. post Fiab Trento nella Maremma grossetana: 1-4 ottobre 2015″- In programma da Fiab Trento:  prossimo giro del Lago Trasimeno in bici, sulla imminente si spera pista ciclabile!
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Dalle alture di Montemassi si vede anche un strisciolina di mare sopra la quale si scorgono i rilievi dell’isola del Giglio e, nella parte sinistra della foto a fianco,  la Punta Telegrafo dell’isola d’Elba (il profilo montano che si stacca più alto degli altri).
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Maremma bona, Maremma cane, Maremma maiala … imprecazioni diverse dei maremmani e non solo, in quanto esportate anche nel vicino senese. Vi state misurando con un problema, ad esempio sistemare il gancio di traino della vostra auto? Vi sta riuscendo, siete fiduciosi? Un “maremma bona vedrai s’un ci riesco” ci sta bene. La seconda espressione va usata in caso di previsto insuccesso. La terza, all’insuccesso.
Maremma palude (da cui la canzone “Maremma amara”) che i Medici un gli erano stati boni di sistemalla con il loro misero “Ufficio de’ fossi”, poi bonificata dai Lorena il cui duca, sposando Maria Teresa d’Austria, s’era visto togliere il su ducato originario e aveva ricevuto in consolazione – guadagnandoci nel cambio! – il Gran Ducato di Toscana con l’autonomia amministrativa dall’Impero. Per uno come me che scrive e per voi che leggete su Trentoblog, questo fatto dell’Autonomia Amministrativa un gli è dappoco un gli è … Peddavvero!
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Maremma poesia – Rotolano / ricordi infantili / illuminati / ancora per poco / dal profumo del sole. / Stanca / riposa / la terra maremma / di cavalli / cinghiali / e candidi buoi /Â e attende / di essere dipinta di buio.
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Maremma al mare. Fuori stagione, spiagge deserte. All’orizzonte il Gigli, Montecristo e l’Elba. Sulla spiaggia grossi tronchi sbiancati dall’aria marina. No, non portati da una tempesta ma caduti in pineta  o abbattuti dalla Forestale e trasportati sulla spiaggia a … difendere le dune, a interrompere l’eventuale “fuga” della sabbia “rubata” dal vento.
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Accanto, una grossa rete, quella si, portata dal mare e poi da quella stessa Forestale ammucchiata per essere portata via. Una rete abbandonata da un peschereccio o … persa. Inutilizzabile di certo. Ed ecco che qualcuno le presta attenzione, con paziente lavoro recupera tratti di cima ancora buoni, scioglie e taglia nodi pensando a quanto lavoro sono costati. Ma questo che quel tale fa non è uno sfregio, anzi, recupera alla funzionalità – e quindi alla vita - preziosi strumenti di lavoro.
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Buona Toscana a tutte e a tutti!
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