IL PRONTO SOCCORSO A TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2017 @ 1:08 pmDetto altrimenti: ci ho passato sei ore, ieri pomeriggio …. (post 2645)
… come dal post che precede. Paganella: investito da uno sciatore alle 12,00; con mezzi propri (ero “deambulante, cosciente, eupnoico, fasico, orientato, collaborante, in buone condizioni generali“)  in pronto soccorso “codice verde†all’Ospedale S. Chiara di Trento dalle 14,00 alle 20,00 (va anche bene, stante l’affollamento degli infortunati. Infermieri e medici: competenti e gentili). Mi permetto solo di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature.
In sala d’attesa un pannello elettrico dovrebbe indicare, per ogni grado di urgenza (codici bianco, verde, giallo, rosso) il numero degli infortunati in attesa e di quelli già in cura. Ecco, quel pannello funzionava in modo “particolare”: infatti ogni pochi secondi/minuti indicava zero-zero; poi altre combinazioni di cifre evidentemente a casaccio: infatti non era possibile che – tanto per fare un esempio – per il mio codice (verde) nel giro di un minuto (come è avvenuto più volte, con cifre sempre diverse) passasse da 11 persone in attesa e 10 già assistite a zero-zero. Segnalo quanto sopra affinchè si provveda a regolare il sistema di informazione. O no?
Alle pareti della sala d’attesa un cartello indicava il costo degli interventi per persone non aventi diritto all’assistenza gratuita (rectius, “quasi gratuitaâ€, perchè il ticket che peraltro ho pagato ben volentieri è stato di €50,00) i costi vanno per ciascun intervento da 35 a 215 euro. Mi sono chiesto: E se una persona non avesse diritto e/o non avesse nemmeno denaro? Non lo soccorriamo? Non ci credo. O no?
I titolari di assicurazioni d’ogni genere sono avvisati che “Devono pagare e poi chiedere loro il rimborso all’assicurazioneâ€. Mi è venuto in mente un mio viaggio negli USA, per cui, se vuoi entrare in quella confederazione, devi accettare che loro si assicurino con una polizza a carico tuo, per il caso che ti debbano curare salvo poi essere loro a rimborsarsi con le compagnie assicuratrici. Meglio così … o no?