RESTART POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Febbraio, 2017 @ 7:10 am

Detto altrimenti: ma se il re è nudo! Dai …. che mi venite a raccontare?   (post 2636)

1IMG-20170130-WA0004 – Un’associazione di volontariato. Il gruppo dirigente – quasi al completo – lavora attorno ad un tavolo. Uno di loro no. Sta seduto a cinque metri di distanza, leggermente allungato su una sedia, le gambe accavallate, una mano a sorreggere il mento. Ascolta? Non pare. Interviene? No. Pensa? Sicuramente. A quello di cui si sta discutendo? No. A cosa, allora? Alla prossima assemblea, a come potrà raccogliere molte deleghe dagli autisti dell’associazione per far eleggere un nuovo direttivo che potrà pilotare a suo piacere. Già … perché le associazioni sono anche un “bacino di voti”, anche in politica. Ecco, quel tale stava “facendo politica”: ma quale politica? Quella dei bisogni che l’associazione in discorso voleva soddisfare, oppure  cercava di predisporre un ennesimo centro di potere? Alle lettrici ed ai lettori l’ardua sentenza!

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Ma … e se sulla destra dell’immagine ci fosse la rete che imprigiona … la libertà di pensiero?

2 – Politica … vi è quella di chi si espone sul campo, di chi ci mette la faccia, di chi sa andare anche contro-corrente. Dice … ma perché andare contro corrente? La corrente di un fluido è quella della maggioranza delle sue componenti, ed allora? Al riguardo mi permetto di rimandare al mio post precedente: si tratta di una maggioranza consapevole o semplicemente di una maggioranza attratta da una post-verità, ovvero da quella pseudo verità che nasce dalla “non-rarità” di affermazioni ripetute da anni e anni sempre dalle stesse persone? Enunciati “non-rari” e che acquistano un immeritato valore  proprio per il loro elevato grado di diffusione.

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Come le pecorelle escon del chiuso /  a una, a due, a tre, e l’altre stanno /  timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, / addossandosi a lei, s’ella s’arresta, / semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno; (Divina Commedia, Purg. III, vv. 70-84)

3 – Contro corrente. Ricordi. S’era un gruppo di giovani impiegati ad un corso di formazione di una grande società. Venne un esponente della direzione generale e ci chiese se in lui preferissimo vedere un esponente ufficiale della direzione generale o un quasi collega con cui scambiare alcune considerazioni. Tutti scelsero la forma del “quasi collega”. Io chiesi la parola ed affermai il contrario: preferivo vedere quella persona per quello che era: un inviato della direzione generale. Uno dei colleghi mi interruppe e disse: “Riccardo, che dici? Ma se tutti noi abbiamo detto …”. Ecco, per me fu facilissimo ribattere: “Il fatto che il vostro pensiero sia non-raro (cioè molto diffuso), non lo trasforma automaticamente in un valore assoluto”. Anni dopo fui chiamato a lavorare all’Ufficio Centrale del Personale di quella grande SpA. Curioso, andrai a leggere le mie note caratteristiche: vi trovai citato positivamente a mio favore quell’episodio (mi scuso: perdonate l’auto-citazione, non è bello, lo so … ma quando la se ghe vol, la se ghe vol! Ovvero quanno ce vo’ ce vo!).

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