TERREMOTO E NEVE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Gennaio, 2017 @ 3:04 pmDetto altrimenti: era già successo ….  (post 2615)
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23 novembre 1980, terremoto in Irpinia. Seguito da neve, da tanta neve. Ricordo che anche allora qui al nord, non nevicava, gli operatori del turismo invernale si lamentavano e la TV ci mostrava le tende dei terremotati schiacciate dalla neve. Ma allora, se emergenza non è, se si tratta di esigenze cicliche, le casette prefabbricate, gli spazzaneve etc. che siano pre-disposti, ovvero preparati prima. Dice … “ma è un costo tener ferme certe strutture e certi mezzi semplicemente in previsione di un evento che non ci auguriamo certo che accada. Non possiamo pre-costituire un simile apparato di soccorso. Occorre attendere che si manifesti la necessità , poi, volta per volta, faremo del nostro meglio”.
Campagne meridionali: neve, tanta, anche senza terremoto. Oggi – si dice – i soli danni all’agricoltura ammonterebbero a 300-400 milioni di euro. Una cifra enorme? No. Non direi: è il costo di un paio di caccia bombardieri F35. Dice … “Eh, no … in questo caso sì che dobbiamo prevenire e pre-costituire un apparato militare ben prima che se ne presenti la necessità …”  Ecco, stesso tipo di problema, risposte diverse. Insomma, da un lato io pongo migranti, disoccupazione, terremotati. Dall’altra, i caccia bombardieri. Questione di scelte, diceva l’ economista Paul Samuelson: “Burro o cannoni?â€. Io dico burro. E voi?
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“In compenso” le colline di Genova bruciano. Ed allora, F35 o Canadair? Io dico Canadair! E voi?
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Da Pegli a Nervi (sullo sfondo Portofino), una fascia di 30 km ed è subito Genova. Unica pianura, la piana di Piazza della Vittoria. Il Liguria, altra unica pianura, quella di Albenga.
Siccità , vento e piromani.
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Piromani? Pigièli! Empighe ‘l cu de paggia e dagghe fegu … (dialetto ligure, questa non la traduco!)
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