SCIARE OGGI IN PAGANELLA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2016 @ 4:12 pm

Detto altrimenti: un VIP racconta       (post 2597)

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Da Cima Paganella verso il Garda

VIP, Vecchietti In Pensione. Siamo un gruppetto che la mattina bonora (in dialetto trentino chi è mattiniero si chiama “bonorif”) facciamo a gara a chi arriva prima agli impianti di risalita di Andalo, ben prima che essi “aprano”. L’orario sarebbe alle 08,30, ma volete mettere … essere lì prima degli addetti, prima del personale dei vari rifugi sulle piste? Intanto posteggi l’auto a pochi metri dalla partenza; poi appoggi gli sci al pannello del cancelletto d’entrata; infine, al “Via!” uno scatto e sei sulla prima cabinovia! All’arrivo, altra corsetta (con gli sci ai piedi!)  e sali sulla prima seggiovia: insomma, da Trento: dallo “status pigiama” alla Cima Paganella, 90 minuti!

E qui comincia il bello. Le piste tirate a specchio, neve ottima, nessuno sciatore oltre noi! Volate fantastiche (l’altro giorno uno di noi ha registrato una punta max di 92 kmh!). Ma non solo velocità, bensì anche “auto lezione” di sci. Infatti ti puoi concedere che tutta l’attenzione sia rivolta al perfezionamento della tua sciata. Come segue:

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Meglio soli che male accompagnati …

Il peso: sempre centrale, per ottenere ciò, tu devi portarlo in avanti: il che si ottiene portando le mani avanti, un po’ in basso; portando un po’ di pressione dello scarpone sugli stinchi; sciando “in punta di piedi” nel senso che dentro lo scarpone il tuo piede cerca di stare “sulla propria pianta anteriore”. Infatti se il peso è centrale (lo si ottiene portando il peso avanti), lavora tutto lo sci. Altrimenti solo le sue code, e tu “derapi”, ovvero “ti slitta il posteriore”.

Le gambe: andrebbero separate ma noi veci abbiamo imparato a sciare a gambe unite ed allora … allora si compensa allargando le braccia. Tuttavia, poichè abbiamo sci “sciancrati” (i miei hanno un raggio di curvatura di 14,5 metri), se vuoi fare curve più strette e rotonde, allarghi un po’ le gambe è lo sci arrotonda, disegna e  chiude meglio la curva.

Sul ripido: se in curva prendi troppa velocità, o se semplicemente vuoi controllare meglio gli sci sul ripido, all’uscita di curva abbassare molto la mano a valle, il che porta un incurvamento a valle dell’intero corpo. Se non basta, fai lavorare anche lo sci interno, caricando il peso anche su quello.

Il corpo: flesso in avanti, armonicamente, con snodi operanti contemporaneamente alle caviglie, alle ginocchia, alla pancia, alle spalle.

La spigolatura degli sci. Se il corpo è ben centrato e la neve è buona, puoi spigolare di meno, appiattire lo sci e fili via senza sollevare sbuffi di neve: veloce e silenzioso.

I bastoncini (racchette, in dialetto “volantini”). Sciando veloci ti accorgi del vantaggio che ti danno quelle in carbonio, leggere e sottili: più agevoli nell’essere mantenute in posizione, meno resistenti all’aria (le mani sempre avanti: i bastoncini sono manovrati – movimentati con movimenti del polso).

Il ritmo: sciare canticchiando un valzer.

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“Mirco, una cioccolata calda, al volo … grazie!”

La scelta delle piste: le percorriamo tutte, in una scientifica successione che tiene conto della loro esposizione, ripidezza e grado di (limitatissimo) affollamento.

La sosta. A metà mattinata, a scelta, da Mirco Michelon alla Malga Zambana, una tazza di cioccolata calda (io); un bianco o un caffè (altri).

Quanti giorni sciamo all’anno, noi VIP? Un certo Paolo, 111. Io solo 50. Altri, a seconda dei casi.

A mezzogiorno … a casa! Infatti le piste cominciano ad essere un po’ troppo affollate per i nostri gusti di VIP viziati! E poi oltre tre ore di sci con circa 6500 metri di dislivello discesi in media, possono bastare, che poi al pomeriggio noi VIP gh’aven ben da far altri mistéri … (gh’aven … “abbiamo”, a Trento. A Rovereto invece si direbbe gh’avem).

La nostra età? Oltre i 70 a testa. Oltre di poco ma oltre.

P.S.: quando il tuo cervello ed il tuo corpo gestiscono  automaticamente tutte le variabili di cui sopra, allora puoi dire di “sapere sciare”.

POST-FAZIONE: INCONTRI IN FUNIVIA

“A me mi” (lo so che non si dice a me mi, ma a me mi piace dirlo!) … a me mi piace parlare con la gente in funivia/seggiovia. Incontri.

Un giovane con una leggera inflessione tedesca: si, i miei sono di Molveno, emigrati in Germania dove sono nato io, lavoro in Germania, sono un tecnico programmatore di torni, siamo felici …

Un  giovane papà di Tolentino, mi racconta la tragedia del terremoto: si, la mia casa ha retto, una palazzina nuova di tre piani, io abito al terzo, balla tutto, si aprono le ante degli armadi, si rovescia l’acqua dai bicchieri, ma che volete che facciamo? Ho due figli piccoli, una notte le scosse mi hanno svegliato, mancava la luce, non riuscivo a trovare mio figlio … si era riparato sotto il letto …

Una coppia di Forlì: voi non la conoscete ha gli occhi belli, Eulalia Torricelli da Forlì … Forlì? Racconto: ci sono passato in bicicletta, salendo fino a Predappio e poi ancora avanti, fino in Toscana … La neve … voi di Forlì tre inverni fa ce l’avete rubata, ben tre metri da voi e qui scarseggia …

Altri amici di Parma (Perma): ma … siete voi che avete la testa quadra? No … sono quelli di Reggio Emiolia …Si ma a voi gli spigoli li hanno rosicchiati i topi! Si, però noi di Perma abbiamo la banconota da 10 euro più laaaarga!

La “chicca” della giornata: una giovane signora … Ho la casa ad Andalo, risiedo a Singapore, 12 ore di volo … In Cina si scia ma nel nord del paese a 20 gradi sotto zero, non è cosa … in Giappone? Solo due ore di volo, ma qui ho la casa, i parenti, gli amici … Complimenti signora, la prima cabinovia della mattina, non è da tutte le signore essere così mattiniere!

Ai Forlinesi, ai Parmensi-Parmigiani e alla Singaporese ho dato il mio biglietto da visita di blogger: dai, intervenite, commentate … vi aspetto!

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