BANKEN KAPUTT!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2016 @ 3:37 pmDetto altrimenti: ACHTUNG BANKEN! ….. (post 2596)
PRIMO FATTORE DI RISCHIO. 1970-1980 … in un convegno sul mondo della banca e della finanza sentii l’allora Amministratore Delegato del Credito Italiano, Lucio Rondelli, affermare “Le banche intermediano troppoâ€. Tradotto: raccolgono e prestano troppi denari. A me la cosa apparve strana, a me che ero a capo della finanza di una grande finanziaria di partecipazioni ma che per cinque anni avevo lavorato alla Banca Commerciale Italiana, nella quale l’imperativo era “raccogliere molto denaro e impiegare molto denaroâ€. Poi riflettei: Rondelli si riferiva al grado di insufficiente capitalizzazione delle imprese italiane le quali si erano abituate a lavorare soprattutto con i soldi delle banche e molto meno ad investire i propri. Anni dopo, da un industriale, senti parlare di “miliardi veri†(s’era ancora con la lira), veri cioè i “suoiâ€, rispetto agli altri, semplici “miliardiâ€, quelli che poteva ottenere dalle banche o dal sistema del credito agevolato.
SECONDO FATTORE DI RISCHIO. Successivamente le banche incominciarono a fare anche tanta, troppa finanza. Mi spiego per i non addetti ai lavori: l’attività tipica istituzionale di una banca è fare contemporaneamente raccolta ed impiego di denaro. Una finanziaria, invece, o fa la raccolta o fa gli investimenti. E invece le banche si misero a fare una “finanza di mezzo†e cioè, invece di investire sulle famiglie e sulle imprese, iniziarono a fare investimenti finanziari sottoscriventi dì titoli di debito altrui. Operazioni più facili, all’inizio più redditizie, molto più rischiose. Difatti poi i nodi vennero al pettine.
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TERZO FATTORE DI RISCHIO Guerre di potere e di poteri che hanno portato ad incorporazioni in house che hanno portato alla scomparsa di marchi prestigiosi, quale quello della Comit-Banca Commerciale Italiana.
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QUARTO FATTORE DI RISCHIO. La privatizzazione delle grandi banche pubbliche. Privato? Utile economico “a prescindereâ€, così si possono fissare stipendi, premi e buonuscite da capogiro al top magement per grandi utili realizzati nel breve termine che però nel medio termine hanno portato al quasi fallimento quelle stesse banche. Ma intanto, chi ha dato ha dato, chi ha aùto ha aùto, scurdammuce o’ passato simmu Napule paiesà !
QUINTO FATTORE DI RISCHIO. La crisi economica. Tuttavia mi resta una domanda: anche negli anni ’70 ci fu una grande crisi economica: ricordo una feroce stretta creditizia e valutaria: mai le aziende italiane erano andate così male, ma mai in quegli stesi stessi anni i bilanci delle banche erano stati così floridi. Lascio a persone più esperte di me l’esame confronto delle due crisi.
SESTO FATTORE DI RISCHIO. Il venir meno del pudore e dell’onestà da parte di qualche top manager, concretatosi – ad esempio – in prestiti milionari (in euro) a soggetti assolutamente non meritevoli sotto il profilo economico-finanziario e della fedina penale.
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All’inizio era al Sud. Ed allora le grandi banche del nord hanno incorporato quelle del sud. Poi anche al nord. Ed allora grandi banche del nord si sono fatte incorporare in grandi banche estere.
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Poi “l’incorporare e l’incorporarsi†non è più bastato: ne sono testimonianza le vicende attuali di grandi e meno grandi banche toscane. Ed ora si parla di “privatizzazione al contrario†ovvero di “ricapitalizzazione con denaro pubblicoâ€. Ecco, ho capito: sto per diventare azionista di alcune banche, visto che quelle “ricapitalizzazioni†sono fatte con soldi pubblici, cioè con le tasse che pago io. E mi va anche bene … perchè nel frattempo io non sono anche un depositante né un creditore di quelle banche! Altrimenti dovrei dire addio anche a parte dei miei depositi e dei miei crediti!
Ma vabbè, ieri era Natale, oggi è S. Stefano … presto ci sarà il Capodanno e l’Epifania … stiamo sereni, amici!
P.S.: 60.000.000 di Italiani diciamo … 40.000.000 di contribuenti? ed allora 20 miliardi diviso 40 milioni, fa 500 euro a testa: ecco, ho acquistato azioni bancarie per 500 euro.
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