SI SI … NO NO … NO NO … SI SI …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2016 @ 3:49 pmDetto altrimenti: il referendum come una vecchia canzone anni ’50    (post 2559)
“… Si si, no no, no no si si, noi donne belle siam così, che per un po’ diciam di no, ma poi finiam per dir di si … Andiamo corriamo, la vita è una gioventù; il tempo che abbiamo se passa non torna più …â€
Sono le parole banali di una canzonetta trasmessa dalla radio del dopoguerra. Ecco, io spero proprio che oggi quelle novelle “donne belle†(belle si fa per dire!) dei molti nostri parlamentari e di chi li segue, alla fine finiscano per dire (scrivere) di SI sulla scheda del referendum costituzionale.
Infatti, si tratta di una storia che parla da sola. Inizia nell’aprile 2013, quando il parlamento italiano ha toccato il fondo della propria inconcludenza, non riuscendo ad eleggere il Presidente della Repubblica. I rappresentanti dei maggiori partiti vanno con il cappello in mano da un Vecchio quasi novantenne pregandolo di accettare il reincarico. Questi a malincuore accetta, a condizione che il parlamento si impegni a fare le riforme che impediscano il ripetersi di situazioni analoghe. E’ qui che i perlamentari toccano il massimo del ridicolo: di fronte ad un Presidente molto severo che li redarguisce, costoro applaudono calorosamente!
A portare avanti le istanze del vecchio Presidente della Repubblica è un giovane Presidente del Consiglio, che con grande determinazione e superando non pochi ostacoli interni al suo stesso partito, riesce a concordare con buona parte dell’opposizione una riforma della Costituzione.
Questa riforma, che ha come primo obiettivo la governabilità del paese e cerca di superare anche altri ostacoli al funzionamento ed alla correttezza delle istituzioni, viene approvata con ben sei votazioni, tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.
Se non che, improvvisamente, per un motivo che con la riforma non c’entra per nulla, una parte della coalizione si sfila. Il giovane primo ministro prosegue caparbio sulla sua strada e miracolosamente la porta al giudizio popolare. Chi vogliamo promuovere, il Vecchio ed il Giovane, due “testardi” Presidenti, oppure gli inetti e ridicoli parlamentari che invitano a dire no ad una riforma che per ben sei volte hanno approvato in Parlamento?
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