ELETTORI, POLITICA, GOVERNO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2016 @ 10:37 pmDetto altrimenti: sono piani diversi, piattaforme parallele ma (in che modo?) comunicanti … (post 2518)
Facciamola semplice: il cittadino va a votare, ed è già condizionato da chi si è organizzato (in partiti). Già , perché siccome tot capita tot sententiae, per evitare il caos la nostra Costituzione ha (molto correttamente) previsto l’esistenza dei partiti quale luogo di sintesi delle istanze dei votanti.
Quindi, i bisogni, poi i partiti. Infine ci dovrebbero essere gli esecutori della volontà del popolo espressa attraverso i partiti. In altre parole: la prima “politicaâ€, ovvero le scelte di fondo, il “dove andare†la dovrebbero fare i cittadini, come esercizio di un loro diritto-dovere. Quindi i partiti. Non gli amministratori, che dovrebbero dare esecuzione concreta alla “politicaâ€.
Tuttavia talvolta (o spesso?) avviene che chi governa se la scrive, se la canta e se la suona, nel senso che si fa le leggi, se le applica, e “fa politica†invece di “fare amministrazioneâ€
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Un mio amico mi ha raccontato un episodio che gli è capitato di recente. Si trovava ij una riunione di un gruppo di lavoro di un partito diviso in due correnti. Mentre quelli della corrente “A†si proponevano di individuare i bisogni della città , un appartenente alla corrente “B†corrente dichiarò: “Mi sta bene operare con voi se ci limitiamo a fare questo, cioè amministrazione, ovvero se non facciamo politicaâ€. Ecco, per lui la “politica†era la politica dei contenitori, di chi comanda chi. Per gli altri, che gli ribatterono subito, fare scelte sul e per il territorio era fare politica, la politica del territorio.
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Seguendo l’impostazione del soggetto “Aâ€, a questo punto il processo della formazione democratica delle scelte politiche (ovvero, della politica) si complicherebbe doppiamente: 1) nel senso che chi semplicemente dovrebbe amministrare, si mette a fare politica: 2) che costui, invece di fare politica delle cose, fa politica del potere: si sostituisce alla politica dei partiti; ignora il cittadino.
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