TRENTO AFFAIR: gioco d’azzardo; bicigrill; rispetto delle regole; compro oro; Comunità di Valle
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Maggio, 2012 @ 9:19 amDetto altrimenti: parliamo un po’ della Nostra Terra e diciamo “vino al vino”. Voi direte, sarebbe “pane al pane …” ok,  ma, detto altrimenti, suona “vino al vino”
Avevo appena detto che in una fase così delicata della politica economica nazionale non è facile scrivere post “di alleggerimentoâ€. Ed invece eccomi qua … infatti ‘sta mattina esco, compero il giornale e subito ecco qui alcuni spunti:
1) Gioco d’azzardo.
Si impenna la spesa dei Trentini nel gioco d’azzardo. “Abbandonare questa schiavitù è difficilissimo†afferma un “drogato†delle macchinette. Tempo fa in una puntata della trasmissione Report, abbiamo appreso che la maggiore concessionaria della gestione delle macchinette mangia soldi è la società Atlantis, con sede in una isola oceanica, vincitrice della gara indetta dal Ministero, benchè ben lungi dal possedere il certificato antimafia (anzi …!). Apprendemmo anche che detta società era tenuta a mantenere collegate con l’Intendenza di finanza le sue macchinette, al fine di controllarne gli incassi e di calcolare esattamente quanto dovuto allo Stato. Pena una multa di €50,00 per ogni ora di scollegamento per ogni macchinetta. Risultò poi che un numero elevato di macchinette era stato scollegato per lungo tempo, maturando una multa di alcune centinaia di milioni di euro, ridotta poi a meno di un milione non so più a quale titolo. Mi domando:
1. Quo usque tandem … fino a quando dovremo sopportare fatti del genere?
2. Chi sono i concessionari delle macchinette installate in Trentino e in Italia?
3. Chi cambia in banconote la quantità enorme di monete raccolte dalle macchinette? Sono anch’esse denaro contante, la cui circolazione è fortemente limitata dalla legge. O no?
2) Bicigrill di oggi e di domani
Il 19 maggio ci sarà una festicciola di saluto per la chiusura dell’attuale Bicigrill di Nomi. Licenza scaduta? Altri progetti del Comune? Non voglio entrare in questi particolari. Oggi, leggo sul giornale che a Trento si sta progettando un moderno bici grill a Trento Sud. bene. So però che anche il Comune di Rovereto starebbe valutando la realizzazione di una analoga struttura a Rovereto. bene. Tuttavia, bene+bene = male. Vi dico il mio pensiero:io potenzierei il bicigrill in zona Rovereto, che è più strategica rispetto ai percorsi verso Verona e verso il Garda. Per Tremto vi dico qui sotto cosa farei.
Come già scrissi, il prodotto “piste ciclabili trentine†deve essere programmato, organizzato, gestito e venduto a livello provinciale, anzi, regionale. Oggi infatti, dum Romae consulitur, saguntum expugnatur: cioè, mentre si discute dove si debba collocare il nuovo bici grill o se debba no essere due a soli 23 km di distanza uno dall’altro, sulle nostre ciclabili transitano comitive di stranieri organizzate da società di fuori regione, le quali vendono loro l’organizzazione, il noleggio bici, il trasporto di persone e di bagagli, le prenotazioni alberghiere, etc. . E poi, un bicigrilla Trento sarebbe a circa 30 km da quello di Egna (troppo vicino!). Ancora, vendita di prodotti locali? Ma i ciclisti locali non ne hanno bisogno e le comitive di turisti stranieri sono già cariche di bagagli! Piuttosto proporrei di fare a Trento come è stato fatto a Bolzano: se percorrete la cicolabile Trento-Merano, arrivati all’altezza di Bolzano una bretella ciclabile di 4 km vi conduce alla stazione ferroviaria, a due passi dalla centralissima Piazza Walter. Cioè, il bicigrill di Bolzano è la città stessa: la pista ciclabile porta i ciclisti in città , non esiste un bicigrill che invece li trattenga fuori dalla città . Ecco, a Trento meglio di un bicigrill vedrei una bretella ciclabile verso la down town, cioè verso il centro città , dove vedrei realizzato un poteggio custodito per le bici, per consentire ai turisti di girare a piedi per il centro storico.
3) Rispetto delle regole (anziano ciclista investito a Melta di Gardolo, auto capottata al ponte di Ravina)
Giunsi in Trentino, per lavoro, 25 anni fa, da Milano. La prima cosa che mi colpì fu che se io, al volante dell’auto, rallentavo per cercare di capire se la mia direzione era giusta, le auto dietro di me non mi sollecitavano con nervosi colpi di clacson, come invece era prassi a Milano, ove chi si ferma è … perduto! Questa tolleranza, questa differenza è sopravvissuta sino ad oggi, per fortuna. Tuttavia in questi giorni ho fatto un esperimento: ho percorso un tratto di autostrada (svincoli compresi!) e di strade urbane ed extra urbane (dal centro di Riva del Garda al centro di Trento), attenendomi strettamente ai limiti di velocità prescritti dalla segnaletica. Apriti cielo! Mi è sembrato di essere a Milano! IEcco, io credo che si potrebbe e si dovrebbe cominciare da qui, dal rispetto di queste piccole grandi regole, importanti non in quanto siano a tutela dei massimi valori (per quanto, anche una singola la vita umana …) ma in quanto sarebbero un’ottima  palestra di addestramento prpprio perchè frequentata da milioni di automobilisti, intendo, cioè da milioni di cittadini che dopo essersi allenati in questa palestra, probabilmente troverebbero più facile rispettare anche le tante altre regole del vivere civile che spesso, noi tutti, rispettiamo con una interpretazione molto soggettiva.
4) “Compro oro usato e pago in contanti”. Quanti negozietti del genere, anche a Trento! Mi chiedo: oro “usato”? Ma se poi viene fuso in lingotti! Quanto lo pagate? Il prezzo dovrebbe essere esposto sulla vetrina (come fanno i ristoranti!) a fianco della quotazione uffciale dell’oro “nuovo”. Già , perchè i margini sono elevatissimi, forse troppo elevati. Comunque producono utili, ma se mi pagano in contanti, resta traccia della transazione? E poi, di quanti contanti deve essere fornito ogni negozio per potere fare fronte agli acquisti? Ma non c’era un limite di legge nell’uso del contante? Oppure, in caso di bisogno, il commesso telefona al boss che arriva sul posto con tascate di banconote? Così avevo visto fare ai cambiavalute, per strada, a Teheran, in Iran, ai tempi dello Scà . Insomma, qualche bel controllo a tappeto non ci starebbe male …. perchè, sapete, a pensar male … ma … dite voi, e  se mi sbaglio? In tal caso “mi corrigerete”.
5) Comunità di Valle. Andare, non andare a votare, anzi, essere andati o meno … e poi, cosa si è votato? Molti si, pochi no, ma tanto 107.000 non sono bastati al referendum … mannaggia al quorum … o inceve, per fortuna che c’è … comunque in ogni caso … a favore, contro … ma sempre avendo perente l’operatività delle Comunità di Valle … Io desidero invece fare una riflessione più “politicaâ€, più di fondo, più prospettica. In un periodo in cui si sta mettendo in discussione l’esistenza delle provincie più piccole e si stanno riducendo le risorse alla nostra “piccola†Provincia Autonoma, forse conviene ristrutturarsi concettualmente, interpretarsi e presentarsi al Paese per quello che realmente si è, cioè come Comunità Autonoma delle Valli Trentine e non più come Provincia Autonoma di Trento. In altre parole, al di fuori degli schemi concettuali e delle categorie della politica romana e del modo di vedere del resto del Paese, bensì come noi vediamo noi stessi. Ecco il possibile, anzi probabile significato ed importanza dell’intuizione “Comunità di Valle”. Inoltre, forse per questa via si riuscirà a far operare i tanti, troppi piccoli Comuni del Trentino, con progetti su aree intercomunali funzionali, con miglioramento dei SS.PP.LL. e riduzione dei loro costi.