LA FILA ALL’AUDITORIUM S. CHIARA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2016 @ 2:49 pm

Detto altrimenti: “fila” all’italiana       (post 2493)

imagesTeatro. Da tempo ho acquistato una tessera per cinque spettacoli teatrali a valere sull’intera stagione teatrale del “Sociale”. Mi avevano detto: deve venire il 22 ottobre dalle 10,00 in poi per scegliere gli spettacoli e per l’assegnazione dei posti. Ore 10,00 di oggi. Mi presento. Gran folla davanti alla porta. Si deve prendere il “numerino”. Vedo gente già in possesso del magico tagliando. Ma come? Sa, hanno messo fuori, all’esterno,  la macchinetta alle 09,00. Cosa? Dico io! Nessuno me lo aveva detto al momento dell’acquisto della tessera! Comunque prendo il numero: 64!

Entro, calcolo il tempo di una operazione, ipotizzo – molto ottimisticamente – una media di 5 minuti a operazione, considerando che ci sono due sportelli aperti, mi preparo ad affrontare un’attesa di non meno di 150 minuti. Dopo un’ora un signore mi si avvicina: guardi io sono stufo me ne vado, le lascio il mio numero: 42! Evviva! Vado ad infilare il mio 64 nella fessura della macchinetta, già arrivata a 92. Un regalo per il primo che arriva.

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No … non fino a questo punto … (per quanto …)

Che dire? In dialetto si potrebbe dire una “talianada”. Un signore si “inquieta”, si fa passare al telefono il responsabile del servizio con il quale protesta per circa 20 minuti, ma tanto … a che serve? Un altro dice: io alle 09,00 ho preso il primo numero, ma era il numero 4. Come e chi ha in mano i numeri 1,2,3?

Siamo a quota 38. Arriva una signora: scusate, ho il numero 10 … ero uscita a cambiare il disco dell’auto. Non va bene. Intanto il disco orario non si cambia, e poi 90 minuti per quell’operazione? Ma via … Chiede di poter passare avanti. Molti protestano, troppo comodo … arrivare alle 09,00, prendere un numero privilegiato (basso) e poi nemmeno aspettare il proprio turno. Ma vabbè …

images-1Molte persone sono “diversamente giovani”. Nell’attesa alcune riescono a trovar posto a sedere nelle rare poltrone ma solo per poco, perchè non vi è alcun pannello ad indicare a che numero sia arrivata l’assegnazione dei biglietti e quindi dopo poco, si alzano, si avvicinano ansiose allo sportello: che numero ha lei? E lei …? Tornano alla poltrona nel frattempo … occupata da altro “giovanotto”. Un pannello no? Forse costa troppo, mi dico.

Che fare? Fare … fare passare il tempo. Una signora mi presta il suo giornale. Poi esco per un caffè, parlo con la signora del giornale: abita a Mattarello, originaria della Val di Sole. Val di Sole? Il Kessler (mio ex capo, tanti anni fa), il Tonale, la pista ciclabile etc. . Discorriamo piacevolmente. Sta per arrivare il mio turno. Sono in Zona Cesarini. Sono guardato con invidia da alcune signore schierate a semicerchio a tre metri dai due sportelli. Mi guardano … io dico loro: volete un autografo? Son qua. Ridono. Una di loro dice: lo vende il suo numero? Si, al migliore offerente! Sento un’offerta: 100 euro! Insomma, tocca a me. Ho atteso solo 165 minuti per il mio numero 42. Se avessi avuto ancora il vecchio 64 avrei dovuto preventivare altri 80 minuti.

Come rimediare il per il futuro? Un addetto mi dice: elimineremo le tessere e faremo solo gli abbonamenti. Mi viene in mente l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: i tesorieri rubano? E allora invece di controllarli, aboliamo i finanziamenti. Semplice.

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