OLIGARCHIE E IL VOTO POPOLARE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Ottobre, 2016 @ 6:38 amDetto altrimenti: il governo di (rectius: il potere a) pochi , tanto, anche se vanno a votare …           (post 2489)
La politica fatta in luoghi non deputati, luoghi di potere effettivo che si sottraggono alla vista, oligarchie dei soliti noti-ignoti indifferenti all’andamento delle elezioni … di fatto, purtroppo, oggi si prescinde dall’elemento base della democrazia: il voto. Dice: ma chi comanda? Chi governa? Chi ha deciso cosa? Dice … tanto per citarne uno: Obama. Obama? O forse le lobbies delle fabbriche di armi? E’ tutto da vedere …
Nell’interessantissimo ed arricchente libro “La maschera democratica dell’oligarchia†(Editori Laterza) di Luciano Canfora e Gustavo Zagrebelsky, quest’ultimo  (pag. 91) scrive:
“Le nostre oligarchie non si preoccupano del risultato elettorale, perché tanto le politiche che ne deriveranno non potranno che essere le stesse (n.d.r.: scelte tecniche di governi costretti ad essere tecnici dal condizionamento del debito pubblico, che non deve crescere al punto da scoraggiare il rinnovo delle sottoscrizioni dei nostri titoli da parte delle istituzioni finanziarie internazionali. Il resto sono dettagli, direbbe tale Einstein). Lo stesso vale per i gruppi dirigenti che rappresentano la base sulla quale si appoggia il “gioco politicoâ€â€¦â€¦ In una parola, l’immobilismo. Il sistema oligarchico su scala mondiale (n.d.r.: la Bayer acquista la Monsanto e nessuno dice nulla) ha come conseguenza il blocco della vita politica nei singoli paesi … Le forme della democrazia restano, ma gli effetti sulla circolazione del governo tra gruppi dirigenti e forze sociali diverse, il confronto effettivo delle idee, di programmi, la competizione reale fra questi, non li vediamo più. Se siamo disposti a considerare fattori di novità il giovanilismo, l’inesperienza, l’improvvisazione, l’arroganza, e l’ambizione, allora siamo disposti a credere a qualunque cosaâ€.
L’indifferenza del sistema dall’esito delle elezioni è semplicemente la negazione della democrazia. In questo senso sono solo un po’  pessimista: la democrazia attaccata dall’alto dalle oligarchie e dal basso dall’ ininfluenza del voto. Un po’ pessimista? Solo un poco, certo! Infatti credo nella possibilità di risanamento dei sistemi. Come? A livello individuale, che ogni cittadino consapevole, volenteroso, intellettualmente onesto si spenda per le sue idee. A livello di grandi obiettivi, che ci si accontenti di una riconquista progressiva della democrazia vera, attraverso il conseguimento di risultati anche parziali ma raggiungibili: il tutto e subito al punto in cui siamo non sarebbe possibile.
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(il prossimo post sarà più “leggero”, ve lo prometto!)
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