POST 2487 – CASTAGNATA SOCIALE FIAB TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2016 @ 7:18 pm
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Fiab Trento, cresciuta sulla base del lavoro 25ennale della Past President Manuela Demattè, azione oggi egregiamente proseguita dal Presidente Guglielmo Duman

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Detto altrimenti: a chiusura delle attività dell’anno? No, perché il 28, 29 e 30 ottobre siamo presenti a Trento con uno stand nella Fiera “Fai la Cosa giusta”    (post 2487)

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downloadMa intanto abbiamo organizzato la castagnata annuale. Una giornata di sole come soltanto il Trentino sa regalare, una di quelle “albo signando lapillo”, da contrassegnare con un lapillo bianco, ovvero rara visto che i lapilli in genere sono neri! Una splendida giornata incastonata fra una serie di perturbazioni che ci hanno voluto lasciare uno spazio di sole unico, una giornata di un moderato fronte freddo con un leggero vento da nord ed una luminosità accecante.

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img_7024E’ una nostra consuetidine. Negli anni ci siamo ritrovati successivamente in una baita ANA in Val dei Mocheni, al Bicigrill di Nomi, in una casetta nel bosco di Anterivo, nella Malga Malghet sul monte Bondone. Questa volta, accompagnati dalla guida Giulia Bianchini,  siamo stati nel Parco delle Biodiversità sul Doss del Rastel nei pressi di Pergine, sopra il Lago di Caldonazzo, un parco agricolo che si estende per 12 ettari,  è ricco di piante di numerose specie e orticoltura a scopi didattici. Dal parco si gode una splendida vista sul Lago.

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V. in internet: Parco del Rastel, Associazione Rastel APS.  La guida dell’Associazione, Giulia Bianchini,  ci ha accompagnato in una escursione lungo i sentieri, prati e boschi del parco, illustrandoci il lavoro svolto (tanto) e i risultati ottenuti in termini di aree allestite e visitatori accolti.

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wp_20161016_014Eravamo 65 fra associati e familiari. Ci ha accolto un ampio locale arredato con ogni tipo di antico attrezzo contadino, tavoli tutto intorno e al centro un carro in legno a fungere da tavolo per le portate self service. Il menù? Innanzi tutto la Gemütlichkeit, ovvero “la consuetudine di  stare bene insieme”. Ecco, ho voluto iniziare da qui, dalle “portate” più importanti: conoscersi, socializzare, parlarsi (a voce, non per sms!) condividere. Il resto viene dopo, compreso il pedalare, il vivere la città a pedali. Care lettrici e cari lettori, sapete … noi di Fiab Trento siamo ormai in 230 iscritti. Ovviamente non ci si conosce subito tutti di persona, ma dopo qualche occasione di incontro, a pedali e non, le persone si aprono reciprocamente e nasce un gruppo coeso.

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Un antisociale pericoloso  accaparratore di caldarroste colto con le mani nel sacco!

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Dietro tutto ciò c’è molto lavoro, ovviamente: la gestione dei soci, il bilancio, le gite, la politica per la ciclabilità urbana, le amicizie. Ma è un “lavoro” del quale noi volontari del Consiglio Direttivo ci facciamo carico ben volentieri, gratificati come siamo dal successo di giornate come quella di oggi. Solo, noi dirigenti “diversamente giovani” aspettiamo e auspichiamo che si facciano avanti forze più fresche, perché se è vero che noi siamo molto “giovanili”, è altrettanto vero che abbiamo bisogno dell’inserimento di “giovani”!

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img_2227Ma veniamo alla giornata. Menù ricco di affettati, formaggi, polenta, fasoi en bronzon, caldarroste e vini freddi e caldi. I dolci poi … sentite questa: è stata organizzata una gara fra i soci per scegliere le torte da loro stessi preparate che meglio  si ispirassero alla bicicletta. Una giuria composta da tre soci estratti a sorte, ha visionato e assaggiato le opere uniche dei concorrenti ed individuata la terna dei vincitori. Poi siccome tutti i salmi finiscono in gloria, quelle torte … ce le siamo mangiate. Alla fine, una speciale grappa istriana alla frutta offerta dal socio Tino.

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I vincitori: primo premio, una gita Fiab gratis, Franco Eccel, torta n. 1 – Secondo premio, iscrizione Fiab annuale, Adriana Cristofori, torta n. 4 – Terzo premio, due coppe Fiab, Elvira Gherardini, torta n. 7.

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La vincitrice del primo premio

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E’ seguito il ballo sociale, dal liscio al più scatenato …. come si chiama questo ballo moderno? Non lo so … sapete, quello tipo discoteca. E dulcis in fundo, la rappresentazione in costume dell’inizio del “Pedalando Furioso” ad opera di Maria Teresa, Giovanni e Riccardo. Costumi di Cristina (v. in appendice il testo).

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Let’s dance!

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Che altro dire? Ah già … le foto. Ora pubblico quelle che ho scattato io stesso o che ho già ricevuto da amici. Poi eventualmente cambio e integro via via con nuovi arrivi.

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Good Bike everybody e … joint us, unisciti a noi! Iscriviti alla Fiab (Presidente Guglielmo Duman)

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Appendice

Parla Maria Teresa

Amici, sapete … avremmo dovuto andare in gita a Ferrara, la città nella quale 500 anni fa fu rappresentato per la prima volta l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto . La gita non è stata fatta per le poche adesioni, e allora lasciate che sia io a parlarvi un po’ di questo grande personaggio della storia e della letteratura del passato … (inizia a leggere l’Orlando Furioso vero)

Interviene impetuosamente Giovanni

img-20161016-wa0019… Alt! Fermi tutti! Quale grande personaggio dei miei stivali! Ora vi dico io la verità. Intanto mi presento: son Giovanni Soncin Pedalator selvaggio, sono modenese e spesso mi capita di andare a Reggio Emilia a cercare il miglior lambrusco della terra (ne mostra una bottiglia ormai vuota). Orbene, durate una pausa di queste mie spedizioni ho visitato la Biblioteca Comunale di Reggio Emilia, la città che ha dato i natali a quel tale Ludovico Ariosto. Indagando fra i documenti storici ivi conservati, ho fatto una clamorosa scoperta, cioè che l’Ariosto, autore de l’Orlando Furioso, in realtà ha plagiato un suo predecessore, tale Riccardico Arrosto, il quale aveva composto il “Pedalando Furioso”. Ho convinto quindi l’Arrosto a venire qui oggi per declamarci la sua opera.

Entra in scena l’Arrosto

Ebbene sì, amici, non lo nego, sono io! La cosa andò così: l’Ariosto voleva che io scrivessi un’opera da pubblicarsi poi a suo nome. Sdegnato, mi sono rifiutato e lui, per vendicarsi, mi ha plagiato! Ma oggi, grazie all’amico Soncin Pedalator Selvaggio, ho la mia rivincita. E voi cari pedal-cultori, avrete oggi il privilegio di udire l’opera mia in assoluta anteprima.

 img_7021PEDALANDO FURIOSO

Le donne, i cavallier, bici a pedali,

le cortesie, l’audaci imprese io canto,

che furo al tempo che passar a Mori

d’Adige ‘l fium e in Fraglia piacquer tanto,

seguendo ‘l proseguir e i forti ardori

di Guglielmo lor re, che si diè vanto

di superar salite a tutto spiano

come sa far l’elettrico montano.

In scena Soncini incorona Guglielmo che si avvicina al poeta

Piacciavi, generosa Erculea prole,

ornamento e splendor del secol nostro,

Guglielmo Sir, gradir questo che vuole

e darvi solo può l’iscritto vostro.

Guglielmo fa un gesto di benevole accondiscendenza

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I tre giudici: il responso ha tardato perché uno di loro era ingegnere: “L’assaggio va tagliato in senso verticale o orizzontale? Quanti grammi dobbiamo mangiare? Quanto tempo fra un assaggio e l’altro? Si può bere fra due assaggi? E se si, cosa?” etc. etc..

Dirò di Manuela già regina

che vostro gran reame de la Fiab-a

ha retto con saggezza per vent’anni

sperando che i novelli successori

non abbian nel fra-tempo a fare danni.

 

Se da Katia che in tal guisa l’ha fatto

a me sarà per ciò tempo concesso

che mi basti a finir quanto ho promesso,

dirò di Walter in uno stesso tratto

cosa non detta in prosa mai, né in rima:

che per amor pedala come un matto,

d’uom che sì saggio era stimato prima.

 

Voi sentirete fra i più degni eroi,

che nominar con laude m’apparecchio,

rimembrare Edoardo il Cavareno

gran foto ritrattor di Non sua Valle.

 

L’alto valore e i chiari gesti poi

vi farò udir, se voi mi date orecchio,

di Rina pari a qual mai se n’intese

poichè ne l’inseguir niun la riprese.

 

img-20161016-wa0005E poi di Fausto che sempr’è impegnato

a macinar non men che un’ottantina

per ogni dì bonora la mattina.

Dirò per cui a Mori ed a Borghetto

levatosi dal letto sanza lagna

giunge veloce superando i fossi.

Per cui la sera a casa ritornato,

una piattata di spaghetti rossi

di certo lui d’un fiato se la magna.

 

Vi narrerò Francesco scopa vostra

lo qual soffiando nel sonoro corno

alto suole levare il suo richiamo

se per malanno o per altro scorno

ognuno sia rimasto un po’ lontano.

Sìcchè coi loro buchi riparati

e la catena al posto ben rimessa

a proseguir si mettono allietati

tal che colonna umana non sia fessa.

 

img-20161016-wa0006E narrerò di Monika pulzella

colei ch’appronta vostra albergatura

che mai fece mancar la copertura

di mensa apparecchiata sotto tetto

mertando l’oprar suo non di meno

a organizzar piedate spedizioni

al Ligure gran mare del Tirreno.

 

Ancora citerò gesta di Franco

sicuro tesorier de’ vostri averi

che mai scudo veruno al vostro appello

mancò nel controllar i suoi mestieri.

 

Nè fallirò in questo la missione

a non citare Tino il Sangiorgese

che schiere vostre con forte baldanza

in quattro dì a pedali a più riprese

guidò a conquistar terra Croanza.

 

Da ultimo, a finir questo mio scritto

gran prece io rivolgo al popol tutto

che voi Guglielmo Re ben governate:

che alcun di loro senta in sé il dovere

di sopperir gravosa conduzione

de lo Fiabbin Reame ne’ lavori.

Giovin negli anni lor e ne la mente

chè a voi, o Sire mio, l’anni son tanti

per cui vi premiò Ciclo Concorso

de’ li più metri a pedalar raggiunti.

 

Sicchè che altro dir? Non restin muti

sudditi vostri a lo cotanto appello:

io sol m’ardisco a dir: che l’Ciel ci aiuti!

 

Ma or che lo programma è ben stilato

passo la voce a lo Soncin Selvaggio

a che l’opera intera a voi racconti

da omo gran lettor acuto e saggio.

Per la qual cosa state ben seduti

avendo da aspettar pochi minuti.

 

Il Poeta si ritira. Si avanza Soncin Selvaggio con una bisaccia a tracolla.

 

Incliti amici gran pedala-tori

null’altr’impegno voi vogliate avere

ch’esso sia grave oppur che sia piccino

acciò ch’io possa quivi a voi illustrare

le gran virtù d’ogn’iscritto Fiabbino.

 

wp_20161016_030Son cento e cento e poscia ancora trenta

e una vergata pagina a ciascuno

dedicat’è a che nessun si senta

Trascurato da lui come un nessuno.

Sol due minuti a pagina s’intende

sei cento son quaranta nel totale

per cui sol dieci ore narrazione

intratterrò mirabile concione.

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Sull’altro lato il cartello riporta “Applausi”

Vedo spavento sopra vostri visi?

Vabbè vabbè, se proprio lo volete

le pagine che qui nel sacco misi

spedite per la posta ricevete

con costo a vostro onere, compari

per cui mettete qui vostri denari.

 

FINE

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