LA CONOSCETE L’ULTIMA (PEDALATA ANNUALE DELLA FIAB)?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2016 @ 5:47 amDetto altrimenti: no? E allora ve la racconto io           (post 2482)
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ISOLA DELLA SCALA (VR). XII Secolo, gli Scaligeri ne rafforzano le difese (Mantova contro Verona) sul fiume Tartaro. Da qui il nome. Il fiume nasce da fonte risorgiva, scorre fra l’Adige e il Po e si getta in mare ormai trasformato (dall’uomo) in un canale: il Canal Bianco. “Isola”? Infatti tale era ed è , circondata dai tanti canali.
Fiab (Isola della Scala) aiuta Fiab (Trento). I Fiabbini locali fanno da guida ai Fiabbini in visita da altre località . Questo capita anche qui a Trento. Ma gli amici di Isola fanno ancora di più: in accordo con l’Ente Fiera fanno inseriscono la loro disponibilità di “guide indiane†per tutti “visi pallidi†in visita alla città e alle manifestazioni fieristiche. .
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Infatti noi Trentin-Bolzanini in arrivo dal “profondo nord†abbiamo trovato ad accoglierci un folto gruppo di ciclisti non (ancora) Fiabbini: persone dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Romagna (Bertinoro) ed uno dall’Ungheria! Fiab Isola della Scala, molto attiva anche presso le scuole, infatti Fiab needs youth, la Fiab ha bisogno dei giovani (per continuare a crescere).
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This is Fiab too La Fiab è anche tutto questo!
I nostri conductores? Fausto, Guerrino, … ed altri (chi mi ricorda i loro nomi? Grazie!). I km della giornata: pochi (35) ma lo scopo era un altro. Infatti abbiamo visitato i laghetti sorti nelle torbiere abbandonate (per legge, si può estrarre la torba solo se dopo ripristini il terreno, il che rende anti economica la cosa), torba che ora viene stratta dalle sponde del Lago Balaton; laghetti che sono diventati area di sosta e di nidificazione di specie avicole e luogo di pesca sportiva. Forse, presto, un parco naturale pubblico.
Quindi una Corte rurale, illustrataci da due graziosissime giovani guide: Chiara Migliorini e Giorgia Ferrari. Riporto qui testualmente la loro esposizone, inviatami per estratto:
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La corte situata a Madonna di Erbé (VR) appartenne fino al 1425 all’abbazia di San Zeno Maggiore di Verona per poi passare, a causa di un divisione dei beni della mensa abbaziale, nelle mani di monaci tedeschi benedettini. Quando il 5 dicembre 1770 un decreto del Senato Veneto sopprime i monasteri, passa in proprietà a numerose famiglie come i Previdi, Malagnini e Dalla Mora.
La corte presenta le classiche caratteristiche di una corte rurale come la torre colombara (il cui uso era quello di torre di vedetta ma anche luogo dove tenere i piccioni viaggiatori), la casa padronale, le stalle e la casa dei lavorenti (dove al primo piano vi erano i dormitori e al pianterreno un portico all’aria aperta dove gli attrezzi venivano riposti) Nel 1700 si costruirà la barchessa a 4 luci, luogo dove gli attrezzi venivano riposti e dove la sera ci si riuniva per cantare. È dotata di un granaio soprastante dove il raccolto, dopo esser stato seccato sull’aia, veniva riposto. Interessanti sono anche i 4 volti sulla facciata, ognuno rappresentante una stagione. Contemporanea alla barchessa abbiamo l’oratorio barocco dedicato alla Madonna del Carmine e ai suoi miracoli compiuti nel paese di Erbé e quelli limitrofi. Viene difatti rappresentato in un ex-voto il miracolo avvenuto durante la costruzione della chiesa, dove due muratori, a causa della caduta del cornicione della facciata, precipitarono dall’ impalcatura ed uscendone illesi per mano della Madonna. Secondo una leggenda, ad una ragazza, durante il pascolo, apparve la Vergine che le suggerì dove sarebbe dovuta essere riprodotta la Sua immagine. Andò così da un dilettante locale che fece la volontà della Madonna.
Il luogo divenne ben presto meta di pellegrinaggio che consentì di costruire anche l’oratorio che tutt’ora ospita l’immagine della Vergine. Le corti rurali nel tempo si sono sviluppate passando da uno stile semplice ed umile fino ad arrivare ad essere luoghi decorati egregiamente con l’utilizzo dello stile barocco, diventando anche, per i proprietari, un luogo di villeggiatura. Da notare come nel tempo queste corti sono sempre state dei veri e propri centri autosufficienti.
Grazie Chiara, grazie Giorgia! E grazie, ovviamente, ai proprietari della Corte che ci hanno accolti!
Dice … ma che bici ci vogliono per fare le vostre pedalate? Da corsa? Da montagna? Da super city? Eh no, scialla raga, calma ragazzi: non ci sono scuse! Una giovane pedalatrice di Castelfranco Veneto con papà , mamma , sorelle e fratello: guardate un po’ con che bici ci ha seguito! A lei un forte applauso! A lei e a tutta la sua bellissima famiglia: dai … associatevi alla vostra Fiab locale! Ve lo dice nonno Riccardo!
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Le risorgive, dicevo. Acqua abbondante e pulita. Da qui le risaie: circa 1700 ettari, poco meno di due volte e mezzo la superficie del Parco di Monza, pari all’estensione esistente al tempo del maggiore splendore della Repubblica marinara di Venezia. Riasie? Riso! Riso? Il Palariso e la 50° Fiera del Riso, ovvero “La Festa del Risotto Italiano, 14 settembre- 9 ottobre.
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Dice … e ci risiamo, tutti i salmi finiscono in gloria … gastronomica! E invece no, amici! Gastrronomia si, perché un paio di piatti di risotto a testa ce li siamo concessi, (eccheavrestevoluto?), ma questa fiera è anche … anzi, è soprattutto una fiera della cultura. Sì, cultura, non solo coltura. La cultura del territorio, delle tradizioni, della storia, dell’economia e dell’arte locale. La Storia. Già … ho prima accennato alla contrapposizione Scaligeri-Gonzaga. Ma che ne dite della ruota azionata ad acqua con la quale il padre di un certo Einstein fece il primo esperimento di illuminazione pubblica nella zona? E poi, le innumerevoli iniziative-gioielli culturali, artistici e musicali a contorno della manifestazione? A decine!
L’area espositiva, vastissima. Padiglioni molto ampi. La “sala da pranzo†che ospita fino a 2.000 commensali; la separata area ristorante … sapete quanti piatti di risotto sono stati serviti durante tutto l’parco della manifestazione? 500.000 (cinquecentomila): due sono i miei.
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Dopo pranzo, pedalata digestiva per visitare – purtroppo solo dall’esterno – la Villa Pindemonte in località Vo’. Da tempo abbandonata, ora passata in proprietà di un industriale della zona, è in fase di completa ristrutturazione per essere poi aperta alle visite del pubblico. Un prezioso recupero, come ne abbiamo visti altri in quest’ area geografica (vedi relativo post, cliccando “Montegrottoâ€: il castello Catajo a Battaglia Terme).
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Indi felicemente a Trento per le 19,00, Â ottimamente condotti dall’ormai amico Piero, ottima persona ed eccezionale conduttore di lunghissimi bus con carrello bici, anche in lunghe e precise manovre di retromarcia!
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FIAB. Non solo pedali, bensì cultura a pedali. Fiab infatti è socializzazione, rispetto dell’ambiente, conoscenza e rispetto degli altri: persone, luoghi, arte, natura. E poi Fiab è anche “saluteâ€: quanta in più …infatti una pedalata al giorno leva il medico di torno!
Uei, raga … e poi: domenica prossima 16 ottobre, Castagnata trentina al Doss del Rastel, a suggello della stagione! Non mancate … è aperta agli associati, ai loro aprenti e perché no? Anche a chi sta per diventare socio! Iscrizioni entro venerdì 15 ottobre a adbtrento@libero.it o a Guglielmo 388-6584786.castagnata-16-ott
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Infine, dal 28 al 30 ottobre Fiab sarà presente con un suo stand alla Fiera Trentina Fa La Cosa Giusta, In questa occasione si apriranno le nuove iscrizioni per l’panno 2017.
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Joint us! Unisciti a noi! Iscriviti alla Fiab: ci trovi in internet (Fiab Trento)!
Appendice: tre ricette di risotti  “isolani”
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Buon Appetito e Good Byke Everybody!.
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