DEBITO PUBBLICO: UNA PROPOSTA PROVOCATORIA (e poi anche un po’ di Comunità di Valle trentine)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2012 @ 6:28 pmDetto altrimenti: questo post è firmato da Gianluigi De Marchi, Torino (per gentile concessione). E noi? Almeno discutiamone … nel senso: la parola a voi, lettori del blog!
In coda, oggi 1 maggio 2012, il day after del referendum trentino sulle Comunità di Valle, qualche riflessione “locale”
Inizia:
“A leggere indici e dati relativi alla situazione economica mondiale c’è da inorridire: non c’è paese che non sia in qualche modo inguaiato a causa delle sfrenate speculazioni delle banche che hanno messo in ginocchio le economie. Una situazione simile a quella di una guerra, in cui i sistemi “tradizionali†si dimostrano inefficaci.
E allora, posto che siamo in guerra, prendiamo soluzioni “di guerraâ€.
Nel 1935, in piena crisi economica dovuta al tracollo di borsa del 1929 (provocato, anche in quel caso, dalle speculazioni delle banche!), l’Italia prese un provvedimento eccezionale che ebbe un grande successo: l’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che pagava ai possessori una rendita perpetua del 5%.
La partecipazione fu imponente e l’emissione ebbe un grande successo: molti erano interessati ad avere una rendita fissa e sicura, anche rinunciando al capitale (che però si poteva agevolmente ricuperare in borsa, vendendo le obbligazioni).
Caro Presidente Monti, che da buon professore certi fatti economici li conosci, anche se lontani nel tempo: perché non prendi una decisione simile? Altro che BTP, CCT o Buoni “salva Italia†che comunque hanno una scadenza e ripropongono l’assillo della sottoscrizione dopo pochi anni: un unico, gigantesco prestito irredimibile, con una rendita ragionevole (guarda caso, oggi potrebbe essere del 5%) da offrire a tutti gli italiani e, perché no? anche agli stranieri che credono ancora nelle nostre capacità . I capitali raccolti andrebbero a ridurre drasticamente il debito pubblico e resterebbe solo l’impegno di pagare le cedole. Pubblico interessato ce n’è sicuramente: il Presidente Monti sa quanto una rendita sia un obiettivo importante per moltissimi italiani, che puntano ad investire per avere un flusso periodico di capitali per integrare lo stipendio o la pensione. E la possibilità di percepire una rendita ma nel frattempo ricuperare in qualunque momento il capitale è interessante: si pensi che chi cerca alternative può trovare solo polizze assicurative, che hanno l’enorme difetto di sottrarre per sempre il capitale all’assicurato (e di bloccare i pagamenti alla sua morte)”. – Firmato: Gianluigi De Marchi.
Finisce
E qui riprendo io:
Amici del blog, è sempre più difficile scovare ed inserire post “di allegerimento”. Al contempo è sempre più difficile scrivere “commentari” sulla politica, sulla finanza e sull’economia: personalmente mi sento  quasi oppresso dal rischio di essere giudicato ovvio, ripetitivo, scontato, a detta di alcuni forse anche “antipolitico” cioè di essere “gabellato per anitedesco perchè metto le birbe alla berlina” o di agire in preda all’ira o di non agire, shiacciato dallo sconforto. E’ difficile rimanere lucidi, freddi, analitici e quindi credibili. Ma chi ha la fortuna, come io ho, di disporre di uno stumento di comunicazione come questo blog, ha il dovere not to give in, di non arrendersi. Ed allora eccomi a voi.Esiste a mio sommesso avviso una responsabilità enorme su chi per decenni ha guidato il Paese al di fuori di una Equilibrata Pianificazione Strategica Pluriennale Scorrevole. Cosa vogliono dire queste strane parole “aziendali”? Che chi stava al governo aveva il dovere di prevedere tutte le possibili evoluzioni del Sistema Italia e di aggiornale, anno per anno, in modo “scorrevole”. Volete alcuni esempi? Con un debito pubblico con una crescita da tempo fuori controllo, come si fa a programmare opere pubbliche faraoniche (una per tutte, il Ponte sullo Stretto)?
Come ci si permette di creare sottosegretari romani a gogò? Con che coraggio si crea un “Assessorato alla Piacevolezza” (Regione Lombardia)? Con che coraggio si consentono gli scandali incredibili “scoperti” e denunciati da “Report”? Con quale faccia tosta si mantengono pensioni di 1-2-3000 euro al giorno (al giorno!) o si pagano stipendi e buonuscite milionarie (in euro, non ce lo dimentichiamo)? Con quale coraggio si mantiene un elevatissimo numero di parlamentari strapagati, con l’aggiunta di rendite vitalizie e di benefit da basso medio evo? Con quale ragione si paga il Capo della nostra Polizia il triplo del Capo dell’FBI? Con quale scusa si creano nuove mini provincie? Etc.
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E poi, chi aveva il dovere di fare rispettare non solo la lettera della legge (esistente), ma anche il solo spirito, si è invece “attivato” per inflazionarne la proliferazione. Plurimae leges corruptissima res publica, dicevano gli anitchi romani, e invece  noi, romani moderni, di fronte ad ogni problema, reclamiamo una nuova legge ad hoc. Un esempio? La violazione del divieto referendario del finanziamento pubblico dei partiti, una presa in giro, questa violazione della volontà  popolare …  ed ecco infatti una nuova legge, quella che autorizza il rimborso di spese elettorali (mai sostenute!!) che ha generato sperperi, furti (perchè di furti si tratta) e scandali e che ora, udite udite,  spingono tutti a reclamare una terza legge!
Per inciso: un partito afferma che destinerà 5 milioni di Euro a sostegno degli esodati. Ma se sono denari pubblici “con destinazione”, la loro spesa deve essere documentata e relativa a quella specifico capitolo, non ad altri capitoli, ad altre voci di spesa. Sono le regole fondamentali della contabilità pubblica che vengono non solo violate (il che sarebbe immorale) ma anche ignorate (il che è morale). Ora, intendiamoci, ben venga questo utilizzo, questo intervento da “chirurgia d’urgenza”, ci mancherebbe altro, ma il fatto denunzia un sistema gestionale basato sull’ arbitrarietà , anzichè sul rispetto di rigorose regole.Â
Questo Governo, il Governo Monti, non è responsabile del passato e nel presente non può fare miracoli … però, forse … una maggiore equità …Â
L’osservazione che mi permetto di fare tuttavia è che esso è composto solo da persone molto, troppo ricche per capire i problemi della gente. Il rischio poi al quale è esposto è nella differenza dei “tempi della sofferenza dei cittadini”,  assai immediati ed i “tempi della ripresa”, indiscutibilmente  di medio lungo termine. Inoltre il Governo è esposto ad una specie di sommesso ricatto da parte di alcune forze politiche che ormai sono Giano bifronte: verso il Governo, tutto sommato accondiscendenti, mentre verso il proprio elettorato, al fine di non perderne il consenso, molto critiche. Questo “tiro alla fune” reggerà ? ECCO PERCHE’ LA PROPOSTA DE MARCHI VA QUANTO MENO PRESA IN SERIA CONSIDERAZIONE, e, aggiungo io, anche eventualmente come offerta in opzione su parte del debito totale.
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E veniamo al Trentino, al referendum abrogativo di ieri per l’abrogazione (“si”) o per il mantenimento (“no”) delle neonate Comunità di Valle.
Nel metodo, l’esistenza del quorum referendario ha fatto sì che di fronte a oltre 100.000 votanti per l’abolizione delle Comunità di Valle, prevalgano i 7.00o favorevoli al loro mantenimento. E ciò perchè i 100.000 voti non hanno valore in quanto i 107.000 non hanno raggiunto il quorum. Io mi esprimo innanzi tutto e soprattutto sul meccanismo referendario: non si può tacciare di antipolitica chi è andato a votare; non si deve mantenere il requisito del quorum nelle consultazioni referendarie.
Nel merito, due osservazioni positive ed una negativa.
Quelle positive
1) Mi pare di poter osservare che i Comuni, le Comunità di Valle se le sono tirate addosso: infatti una loro più intensa politica di aggregazione ed una loro più attiva azione intercomunale per aree funzionali omogenee (ad esempio, tre Comuni confinanti con tre distinte organizzazioni per la gestione ed il controllo della sosta?), probabilmente non avrebbero lasciato gli spazi vuoti che ora le Comunità di Valle andranno a ricoprire.
2) In un periodo in cui si sta mettendo in discussione l’esistenza delle provincie più piccole e si stanno riducendo le risorse alla nostra Provincia Autonoma, forse conviene ristrutturarsi concettualmente, interpretarsi e presentarsi al Paese come Comunità Autonoma delle Valli Trentine e non più come Provincia Autonoma di Trento.
Quella negativa
Tecnicamente, in fase di crescita di decentra ed in fase recessiva si accentra, non il contrario. A meno che non si voglia decentrare la responabilità e accentrare il potere. Staremo a vedere.
Buon Primo Maggio a tutti, anche se sarà difficile, quest’anno …