MAGGIORANZE “INDIVIDUALIâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Luglio, 2016 @ 6:22 am.
Detto altrimenti: forse oggi Bertrand Russel avrebbe riscritto la sua “Autorità ed individuoâ€Â                           (post 2416)
Autorità . “ciò che viene dato a taluno da –“. Autorevolezza, uno ce l’ha da se’ o niente. Una maggioranza conferisce autorità a taluno che spesso è già autorevole di suo. In questo caso l’autorevolezza è al servizio dell’autorità . Ma quando viene meno la maggioranza, che si fa? Quando la politica di fraziona, le ideologie crollano (e non è detto che sia un male!), gli ideali anche (questo sì che è un male) … quando da una condizione maggioritaria si passa ad una minoritaria, quando ad essere minoritari sono tutti … che si fa? Cosa succede? Succede che si passa dalla istituzione all’individuo, il che che presenta due aspetti: uno negativo ed uno positivo. Aspetto negativo: si disgrega l’istituzione ed il principio di autorità quale espressione di una maggioranza (inesistente): praticamente un gioco al massacro, tutti contro tutti. Aspetto positivo: il cittadino non crede più “per procura†nella politica , bensì la politica diventa una serie di percorsi individuali il cui solo criterio dovrebbe essere (ecco il punto debole del ragionamento: questo condizionale, questo “dovrebbeâ€) la ricerca della verità e l’autenticità .
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Ho appena parlato di due fasi: quella maggioritaria e quella minoritaria. Veniamo alla terza, quella a venire. Infatti oggi compito della politica con la P maiuscola è condurre la fragmentazione ad armonia. Defragmentazione delle idee ma soprattutto ricomposizione dei diversi “status†della persona: una nuova Armonia, quindi. Armonia che deve segnare il passaggio dalla società industriale a quella post industriale. Infatti, nella prima, la persona era frammentata: il lavoratore non aveva niente a che vedere con il padre di famiglia, il marito, lo sportivo, l’amante delle belle arti, politico etc.. Nella seconda, l’individuo (vuole e) deve superare questa dispersione di attività , divenendo un “utopico modello olisticoâ€. Mi spiego: utopico, in quanto non (ancora) realizzato ma fiducioso nel risultato; olistico in quanto riassume in se’ il tutto, politica compresa.
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Dice … ma in tutto questo processo qual è il “dover essere†dell’uomo (già ) autorevole e/o (già ) autoritario? Egli deve rispettare la ricerca di autonomia personale di ognuno che induce ogni cittadino/votante/aderente ad un partito ad interiorizzare la propria adesione. Come si vede siamo ben lungi dal “qui si lavora non si fa politica†di antica (triste) memoria; dal “ghe pensi mi†di recente memoria (sempre triste); dall’odierno (tristissimo) “ipse dixitâ€Â  di taluno. Ed ecco il senso del titolo di questi miei tentativi di botanica dei ragionamenti: la necessità ed il dovere per la Politica di realizzare una “maggioranza di individui pensantiâ€.
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