DA RIVA DEL GARDA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Giugno, 2016 @ 2:58 pm

Detto altrimenti: in bicicletta                                         (post 2412)

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Dovevo rientrare a Trento: ieri in acqua (a vela, con il mio Fun) ad assistere alla regata Nastro Azzurro (dopo 25 anni di regate, da due anni io ho smesso di regatare: colpa della bicicletta che si è ripresa il suo posto nel mio cuore!) ma tant’è … andiamo un po’ a vedere come che la buta. Un’Ora moderata, regata calma.

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Ma questa è un’altra storia. Veniamo a noi, ovvero a pedali

Dalla Busa del Garda verso la Valle dell’Adige, da dove salgo? La “Vecchia Torbole” (15-20%) no grazie è troppo erta: non sono ancora abbastanza allenato. La “normale” da Torbole (10%) è vietata ai pedali. Una ciclabile da Arco? Ci vorrebbero i pneunatici scolpiti ed io ho quelli lisci, da strada. Morale della favola, resta la salita della Maza, da Bolognano, 5 km al 3-4%, pedalabilissima in direzione da nord a sud vista lago. Si vabbè, ma i TIR dove li mettiamo? Quando stanno per sorpassarti senti il ruggito del mostro alle tue spalle. Lui passa, poi c’è anche il rimorchio … dai che l’è nada! Prosegui. Senti il motore di un’auto che rallenta: il guidatore allarga la traiettoria, sei salvo (targa straniera). Altro rumore d’auto: questo ruggisce, l’auto ti stringe, ti sfiora: targa italiana. Tu gli indirizzi una parolina accentuando il movimento delle labbra in una espressione tipicamente italiana (Italiani? Spaghetti, sole mio, vaff …!), inequivocabile, sperando che “lui” ti guardi e veda attraverso lo specchietto retrovisore. E capisca.

WP_20160627_006Finalmente Nago. Scollini attraverso la zona industriale, costeggi il Lago di Loppio (rimettetegli il leso! Leso? Io sono genovese “ma” residente in Trentino da 30 anni e in dialetto genovese dicesi “leso” il tappo sul fondo della barca, che serve per svuotare lo scafo dell’acqua di sentina. Infatti il lago è senz’acqua!). Loppio “paese”. Negozio di frutta, no, non hanno banane. Al Bicigrill di Loppio una gradevole sorpresa: è stato ristrutturato e sulla soglia una colonnina di servizio-bici: la pompa per gonfiare i pneumatici, qualche attrezzo! Evviva: noi ciclisti non siamo soli al mondo! C’è chi pensa a noi! Entro, un caffè grazie … sa … le faccio i complimenti per quella colonnina, bravi: lo scriverò nel mio blog. Cosa? Vuole offrirmi il caffè? No grazie, per principio, io scrivo sul mio blog in forma assolutamente gratuita e non strumentale. Pago. Ma almeno accetti questa banana. Mi è sembrato scortese rifiutare. Grazie accetto, anche perché i suoi vicini (mi riferisco al negozio di frutta) pare che proprio non sappiano che il frutto a pedali è proprio la banana, adattissimo anti crampi.

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Proseguo. Mori paese. Appunti di viaggio:

  1. WP_20160627_004

    Loppio: Biciofficina con il sorriso!

    Chi prosegue lungo la ciclabile (strada pubblica) viene invitato dalla segnaletica orizzontale a dare la precedenza decine di volte a decine di uscite carrabili private. Questa non l’ho capita: devo segnalarla al Sindaco della città (gli segnalerò questo post).

  2. Per attraversare Mori avere tre possibilità; seguire la ciclabile; attraversare il paese vecchio; rimanere sulla statale che poi è una provinciale. La prima soluzione è la più sicura, la seconda la più bella, la terza la più veloce. Io scelgo la terza.
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Rovereto Borgo Sacco: poco prima della piazzetta, lungo la salitella del cavalcavia ciclabile, una foto.

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Valle dell’Adige: fronte freddo dopo la sfuriata d’acqua di ieri sera, vento da nord forte, è come essere in salita. Raggiungo il Bicigrill di Nomi, il primo bicigrill d’Italia ad essere aperto! Quello “nostro”, consueto di noi Trentini da Trent, quello che ci si va a prendere il caffè quasi tutti i giorni 35 km andata-ritorno. Dai che incontro qualche altro V.I.P. come me (V.I.P. = Vecchietto In Pensione) per far do’ ciacere, dir su quatro monade …. E invece no, nessun conoscente. Già, con questo vento mica si muovono da casa che poi c’è da risalire “di bolina”!

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WP_20160627_011Evvabbè: sosta idraulica e si riparte. Velocità 17 kmh, tanto forte è il vento. Mi sorpassa un tale in bici da corsa. Mi accodo: 26 kmh! Uao! Questa sì che è una fortuna. Poco prima di Trento lo sorpasso … buongiorno signore, le sono debitore di una bevuta al bar … sa … mi sono fatto “tirare” nella sua scia, grazie. Prego io tanto mi devo allenare … Ok, arrivo a fine ciclabile, ponte sul Fersina, foto con bibi e fiori  verso sud. Due km ancora e sono a casa. In totale 56,5 km, ma nelle mie registrazioni per il Cicloconcorso Trentino (andate in internet: iscrivetevi anche voi!) ne segnerò solo 55: sapete … io arrotondo, anche quando ne faccio uno di meno … così faccio pari!

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Il meritato riposo sul balcone di casa

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Fine della corsa, si pranza. Good Bike a tutte e a tutti!

P.S.: che bici ho usato? La mia mtb “Wilier 18 carati”, “targata FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento (iscrivetevi anche voi …dai!)

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