MARIA PIA VELADIANO – un’amica di libro – AL TRENTINO BOOK FESTIVAL

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2016 @ 3:10 pm

Detto altrimenti: … introdotta da Luciana Grillo                                         (post 2408)

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Autrice e Introduttrice

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Introdotta da Luciana Grillo, altra amica. Luciana ha sottolineato aspetti, posto quesiti, letto brani dell’ultimo libro di Maria Pia Veladiano, “Una storia quasi perfetta”. Interventi, i suoi, che hanno stimolato la platea e sicuramente hanno contribuito, a fianco di quelli dell’Autrice, a fare concretamente nascere la voglia di leggere il romanzo.

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Maria Pia Veladiano. Una “cara amica scrittrice”, se mi è concesso. Amica per-ché e per-chi non solo legge i suoi libri (con quello di oggi sono quattro, tre per adulti ed uno per ragazzi, v. internet), ma anche e soprattutto per-chi e di-chi va ad ascoltarla di persona nelle varie presentazioni dei suoi lavori. Il suo primo libro, “La vita accanto”: la storia della giovane Rebecca in una città non nominata ma che è Vicenza. Vicenza, luogo; Vicenza non-luogo semplicemente geografico, ma molto di più: luogo fonte di sentimenti. Maria Teresa ed io ne siamo stati così catturati da andare in quella città – libro alla mano - a vivere e fotografare i luoghi di Rebecca, per farne poi un libricino donato a Maria Pia.

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Una sola sedia (momentaneamente) vuota: la mia …

Oggi, a Caldonazzo, nell’ambito del Trentino Book Festival, è stato il turno del suo ultimo lavoro. E se alle 13,45 la sala era ancora piena qualcosa avrà pur voluto dire. “Una storia quasi perfetta”, romanzo d’amore? Si. Di fiori? Si. Sulla sua città? Si. Tuttavia alla domanda se esso è (anche) autobiografico, la risposta “Si, per i fiori; si per la città” a mio sommesso avviso è stata un po’ evasiva. Infatti mi permetto di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori – e soprattutto all’attenzione delle lettrici/dei lettori  del libro di Maria Pia – una ulteriore sottolineatura: nella vita della protagonista Bianca vediamo ribaditi alcuni principi morali. Morale? La morale? Ma allora sai che barba … potrà dire qualcuno. E invece no. Principi già codificati 2200 anni fa (non fare agli altri quello che … fai agli altri quello che …: Codice di Hammurabi); principi ripresi dal Cristianesimo ed oggi prevalenti nella “nostra parte di civiltà geografica”, ovvero l’occidente. Fra di essi la donna, anzi la Donna, il rispetto per la Donna, anzi per tutti. La non-strumentalizzazione di nessuno, Donna o uomo che sia. Ma cominciamo dalla Donna, tanto per recuperare il tempo perso …

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Ottima l’organizzazione dell’evento

Bianca, la giovane protagonista, “utilizzata” da un maturo professore, “si rialza” e vive la sua vita padrona di se’. Quello che le è capitato non le impedisce di gestire molto positivamente la sua vita. Anche se poi si innamora di un “lui” (nel romanzo: un moderno Innominato) sbagliato. O muzos deloi, la favola insegna … scriva Esopo, la favola ci insegna che … e qui, il romanzo ci insegna che si soccombe solo se si è soli; che ogni “strappo” nel tessuto della nostra vita può essere “riparato” se abbiamo avuto o abbiamo “affetti potenti, purchè non giudicanti” (sono parole dell’Autrice). E per essere “figli di tutti” dobbiamo a nostra volta essere innanzi tutti “genitori di tutti”. E qui ritorna il significato pedagogico e morale del messaggio di Maria Pia (a proposito, chissà come la prende vedersi chiamata per nome da un blogger che conosce di persona ma solo superficialmente).

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Maria Pia Veladiano

Bianca del libro è una donna viva, non è uno stereotipo. Il suo corpo, le sue idee, il suo essere se stessa, la sua identità. Bianca, quadro  dipinto dalla penna-pennello dell’Autrice, quadro lasciato a decantare, ripreso, ripennellato: Maria Pia non assume impegni a scadenza con gli editori. Scrive, pensa, riflette, riscrive. In questo mi ha ricordato la Iréne Nèmirovsky autrice di “Suite Francese”, della quale va letto il “quaderno degli appunti” sulla cui base è stato poi scritto il libro. Tant’è vero che il romanzo di Maria Pia è nato come altra cosa e poi si è trasformato: una vera e propria moderna “Metamorfosi”.

Che altro dire? Moltissime cose, troppe per un semplice post di un semplice blogger despecializzato al par mio. Ne aggiungo solo una: leggerò molto volentieri questo romanzo che interpreto come una testimonianza di una possibilissima vita reale; ovvero una “vita” – non solo una “storia” – quasi perfetta.

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