MARIA PIA VELADIANO E RICCARDO MAZZEO – FESTIVAL DELL’ECONOMIA 3
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Giugno, 2016 @ 4:57 pmDetto altrimenti: “I luoghi della crescita” attraverso la comunicazione in tutti i luoghi, ovvero “Solo le relazioni ci salveranno!” Â (post 2399)
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Tre ore fa: “Mi dispiace, la sala è già piena” “Ma io sono di Trentoblog … devo fare una relazione” “Allora si accomodi, un posto per lei lo troviamo”. Ecco, la forza della (quasi) stampa!
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Come si conciliano i luoghi della crescita con i luoghi delle relazioni? Innanzi tutto, di quale crescita stiamo parlando? Non di quella economica tout court: si tratta infatti di un obiettivo obsoleto, superato in quanto “inadatto” alla crescita del SU-Sistema Umanità . Lo hanno dimostrato, fallendo,  due ideologie: il comunismo ed il capitalismo. E’ di ieri la piece teatrale su Adriano Olivetti. Oggi, se così posso dire, per certi aspetti mi è parso di cogliere una prosecuzione di quel discorso. Relazione uomo-donna, capo-collaboratori, fra politici, fra etnie diverse, etc.. insomma, fra “diversi”. La diversità arricchisce se si dialoga sulla base del reciproco rispetto. Diventa guerra in caso contrario. Ma come superare stereotipi, aggressività , pregiudizi, supponenze, privilegi millenari di caste culturali (ove per cultura si deve intendere il complesso delle conoscenze e delle abitudini, buone o cattive che siano)? Riccardo Mazzeo ha incentrato il suo intervento sulla utopia (u-topos, non luogo, ovvero luogo non “ancora” raggiunto) della parità di genere, sull’origine primordiale e poi storica del “predominio maschile”, quasi una colonizazzione (termine mio) della donna da parte dell’uomo.
Rilevante e illuminante anche l’analisi di Mazzeo sui diversi ruoli paterno e materno e sulla necessità dell’autorevolezza paterna, la cui mancanza induce il figlio alla ricerca di altre “pseudo-autorità /autorevolezze non sempre positive.
Maria Pia Veladiano, autrice conosciuta (anche personalmente) innanzi tutto  per la sua splendida “La vita accanto”, libro che ha spinto mia moglie Maria Teresa e me a visitare i luoghi di Rebecca (protagonista del romanzo) nella città location dell’opera (Vicenza) e per i suoi ottimi titoli successivi (v. internet), ha incentrato il focus del suo intervento sui “luoghi” e sulle “parole” (le parole sono pietre, scriveva Don lorenzo Milani, n.d.r.). I luoghi come luoghi e non come u-topoi, non luoghi, utopie, luoghi quali la Scuola e la Piazza, e le parole, quali la Cura (l’essere accanto a-), il Ponte, il muro, la meritocrazia (le lettere Maiuscole e minuscole non sono utilizzate a caso. Lo stesso dicasi per il carattere  Grassetto).
Luoghi dove si fa azione comune, ovvero communis actio, ovvero comunicazione. Non luoghi nei quali non si comunica. Le parole … la Veladiano invita a usare quelle “giuste”, semplici, sintetiche, vere, significative, a rifuggere dal burocratese, dalle circonlocuzioni a tranello: in breve, per sconfiggere “la malattia delle relazioni” e il “sadismo dei rapporti”, Maria Pia suggerisce di mantenere alta la consapevolezza, di conoscere i meccanismi del linguaggio e della logica, e di “resistere” ovvero di avere la volontà , la capacità e la forza di remare contro-corrente.
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E’ difficile per me, semplice blogger in un semplice post, riassumere e commentare simili interventi. Mi aiuta tuttavia un riferimento, quello a Don Lorenzo Milani che oltre alle parole-pietre, nella sua aula di scuola, al fascista “Me ne frego” aveva contrapposto il suo  “I care” – io mi prendo cura di -. Don Milani che aveva stigmatizzato la meritocrazia come un criterio micidiale (ovvero  mortale) se usato così, brutalmente, a danno del figlio dell’operaio di fronte al ben più formato figlio del ricco borghese.
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E mi aiuta anche l’avere letto “Laicità , grazie a Dio” di Stefano Levi Della Torre (Giulio Einaudi Ed.): laicità nel senso di accettazione del pluralismo. Ma per accettare occorre conoscere e per conoscere occorre dialogare, avere relazioni “giuste”, non prevaricanti.
Per concludere: Festival dell’Economia, I luoghi della crescita, non solo o non più solo o principalmente crescita economica bensì umana, culturale, sociale. Attraverso le relazioni. Quelle giuste.
P.S.: continuo ad avere problemi con il mio PC: ne soffrono la qualità e le dimensioni delle foto. Me ne scuso con le lettrici e con i lettori e soprattutto con la relatrice, con il relatore e con la moderatrice. Provvederò al più presto.Â
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