25 APRILE, LA LIBERAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2012 @ 6:54 am

Detto altrimenti: fermiamoci a riflettere

Inizialmente liberazione dalla guerra, dal nazi-fascismo

La vita anche di un solo essere vivente non vale un impero. Nei post recenti ho scritto sull’imperialismo, sugli squilibri di una finanza egoista e cieca, di una politica distante dai bisogni della gente, di assuefazioni a scandali perseguiti soprattutto dai comici e dai cronisti televisivi, mentre aumenta in Italia e nel mondo il divario fra i pochi che continuano a stare sempre meglio e i molti che continuano a stare sempre peggio.

 Liberazione da cosa, allora, oggi?

Dagli scandali e dalla incapacità di fare uno sciopero generale contro gli scandali. E poi …

Dal desiderio di ostentare, di strafare, di abusare dei beni
Dalla violenza contro la libertà religiosa di ognuno
Dalla sopraffazione cui le donne e i bambini sono spesso soggetti
Dal razzismo
Dalla finanza pazza, cieca e ladrona
Da una politica distante dalla POLITICA
Dalle tante guerre
Dalla mancanza di un lavoro
Dalla giustizia negata (cfr. Piazza della Loggia, Brescia)
Dalla mancanza di speranza
Dalla mancanza di un futuro
Dalla paura di non aver di che nutrire se stessi e i propri figli giorno per giorno
Dalla paura di non potersi curare dalle malattie
Dal terrore di non potersi difendere dai violenti
Dall’angoscia di non avere acqua da bere, un tetto per ripararsi
Dalla preoccupazione di non avere una scuola per i propri figli
Dalla sofferenza di vedere distrutta la natura che circonda la propria terra
Dall’arroganza
Dalla supponenza
Dalla cupidigia di accumulare “a prescindere”,  senza accettare di riesaminare la scala delle priorità

etc..

Come rimediare a tutto ciò? Come “liberarsi” da tutto ciò?

Innanzi tutto non ignorando questi problemi e le loro cause. Quindi condividendo queste situazioni, infine accettando di esserne corresponsabili. In breve: attenzione, condivisione, corresponsabilità.
Nell’interesse di tutti, anche nostro. L’egoismo, la chiusura sui nostri assurdi privilegi, l’ignorare i problemi, l’ignorare l’ “altro” non porta da nessuna parte.

Recentemente ho ascoltato il racconto di un deportato dei lager nazisti (cfr. qualche post fa): “Ho sofferto per il male inflittomi, ma ancor di più per quello che ho visto infliggere agli altri”. Analogamente permettetemi di fare una “riflessione parallela”: “Noi possiamo gioire per il bene che ci procuriamo, ma ancora di più per quello che procuriamo agli altri”.