E’ L’ORA DI BARGA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2016 @ 10:34 amDetto altrimenti: scomodiamo il Pascoli ma si tratta d’altro .… (post 2393)
.
.
E’ il secondo anno che ci provano, gli amici del CAI Barga, di quel paese citato dal Pascoli, con la sua bellissima poesia “L’ora di Barga”. E finalmente anche per loro è giunta l’ora di … arrivare al Brennero e pedalare sulla Ciclopista del Sole. Come “guida indiana” hanno cercato e trovato un tale, iscritto al CAI (Sezione Ligure) da 50 anni e da qualche anno anche alla FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta (Trento): il vostro blogger. Detto, fatto.
.
.
.
.
Primo giorno. Appuntamento al piazzale di sosta a Egna (uscita A22 Ora, girare a sinistra sulla statale verso nord, dopo 200 metri si trova il piazzaletto di sosta con il casotto vendita mele, apfelsaft etc. del mio amico Otto). Loro arrivano alle 11,00 (i km  da Barga sono tanti). Fatta salire sulla “diligenza” la guida indiana si riparte destinazione Brennero. Se non che, a causa di una coda interminabile, l’autista rischiava di “sfiorare” l’orario di guida consentito dalla legge. Quindi la guida propone una soluzione diversa: si sbarcano le bici a Vipiteno (Sterzing) e si pedala da Vipiteno a Bressanone. Detto, fatto. Pernottamento in ostello a Brixen. (km. 38)
.
.
Secondo giorno. La mattina successiva la “diligenza” ci porta finalmente da Bressanone al Brennero, da dove si pedale fino a Sterzing. Si risale a bordo fino a Bolzano (le code sulle strade – A22 e provinciale – hanno impedito ai nostri eroi di pedalare la tratta Bressanone – Bolzano). A Bolzano, sosta in Piazza Walter con inaspettata e divertente partecipazione ad una simpatica  festa di addio ad un nubilato. Indi si pedala fin sotto Castel Firmiano a prendere la salita per Appiano, da dove, passando alti sopra il bellissimo lago di Caldaro, si scende fino ad Egna, stessa piazzola della partenza, a riprendere la diligenza. (Km 50). La guida indiana si congeda (in serata deve essere a Riva del Garda). Alcuni proseguono in diligenza, altri a pedali fino a Salorno: questi ultimi, dopo aver conosciuto l’Ora di Barga, conoscono l’Ora del Garda, dovendo pedalare controvento alla stessa! Si cena e pernotta a Salorno.
.
.
Terzo giorno. Piove: tutti a Trento, visita al Castello del Buonconsiglio e pranzo alla Birreria Pedavena di piazza Fiera. Indi si rientra a Barga.
.
.
.
.
Note “tecniche”
-
Quando vi dicono “Porta pure tanti bagagli tanto c’è il pullman al seguito” non vi fidate perchè poi può accadere che i ritardi dovuti alle code del traffico costringano l’autista a fermarsi e voi vi dovete caricare tutto sulla bicicletta (e se non avete i tiranti elastici necessari, la cintura dei pantaloni va benissimo!).
- Al confine di Brennero paese, nessun sbarramento della Polizei austriaca, solo un mezzo dei nostri alpini con due alpini e due alpine (molto carine: acc … quando ero sottotenente di complemento della Brigata Alpina Tridentina a Bressanone eravamo tutti maschi!).
- Se al Brennero i prati adiacenti alla ciclabile sono letteralmente gialli e bianchi di fiori non vi ci piazzate dentro per farvi fare una foto: infatti i contadini locali vi “infamano” (dal dialetto toscano: vi gridano dietro di tutto).
- I lavori per l’allungamento della ciclabile nella vecchia sede ferroviaria sembrano (purtroppo) sospesi, visto che nella galleria che avrebbe dovuto essere sistemata per prima vengono ricoverati carri agricoli.
- Lavori nella valle costringono ad un tratto stradale prima di Fortezza.
- .
- .
Questo il resoconto in bianco e nero. Vediamo ora di colorarlo.  Un bel gruppetto di (nuovi) amici, sei giovani belle signore e cinque giovanottoni (over 40, ma appena appena!): alcuni allenati altri meno ma tutti molto motivati a pedalare e anche a fermarsi per sorseggiare la buona birra locale, senza disdegnare qualche bottiglia di chardonnay fresco fresco. Un po’ sorpresi dal fatto che negli ostelli del Sud Tirol, quando ti dicono che si cena “dalle” 18,30 in realtà significhi “alle” 18,30!
.
.
.
.
Le principali soste enogastronomiche sono state effettuate al km. 2 della ciclabile urbana che da Bolzano conduce sotto Castel Firmiano (Bar sulla sinistra); al Bicigrill di Peter e Sonia a fianco della vecchia locomotiva a vapore che si trova in cima alla salita Bolzano-Appiano. La sosta pranzo alla Birreria Pedavena a Trento è ovviamente fuori concorso.
Detto questo, mi aspetto 11 commenti dagli 11 partecipanti! Nel frattempo, a nostra insaputa, Vincenzo Nibali vinceva il Giro d’Italia!
.
.
.
.
P.S. 1: una nota seria: salendo al Brennero, comodamente seduto sul pullman, pensavo alle risalite di altri: ai deportati “antichi” (della seconda guerra mondiale) e a quelli “moderni”, i nuovi deportati: i migranti. Stessa strada, stesso percorso ma quale diverso destino!  Una riflessione in  tal senso dobbiamo farla: quanto pericolosi e dannosi siano i nazionalismi di ieri e di oggi e a cosa conducano.
P.S. 2 : non posso chiudere il post senza riportare la poesia del Pascoli:
L’ora di Barga
Al mio cantuccio, donde non sento
se non le reste brusir del grano,
il suon dell’ore viene col vento
dal non veduto borgo montano:
suono che uguale, che blando cade,
come una voce che persuade.
Tu dici, È l’ora; tu dici, È tardi,
voce che cadi blanda dal cielo.
Ma un poco ancora lascia che guardi
l’albero, il ragno, l’ape, lo stelo,
cose ch’han molti secoli o un anno
o un’ora, e quelle nubi che vanno.
Lasciami immoto qui rimanere
fra tanto moto d’ale e di fronde;
e udire il gallo che da un podere
chiama, e da un altro l’altro risponde,
e, quando altrove l’anima è fissa,
gli strilli d’una cincia che rissa.
E suona ancora l’ora, e mi manda
prima un suo grido di meraviglia
tinnulo, e quindi con la sua blanda
voce di prima parla e consiglia,
e grave grave grave m’incuora:
mi dice, È tardi; mi dice, È l’ora.
Tu vuoi che pensi dunque al ritorno,
voce che cadi blanda dal cielo!
Ma bello è questo poco di giorno
che mi traluce come da un velo!
Lo so ch’ è l’ora, lo so ch’ è tardi;
ma un poco ancora lascia che guardi.
Lascia che guardi dentro il mio cuore,
lascia che viva del mio passato;
se c’è, sul bronco sempre quel fiore,
s’io trovi un bacio che non ho dato!
Nel mio cantuccio d’ombra romita
lascia ch’io pianga su la mia vita!
E suona ancora l’ora, e mi squilla
due volte un grido quasi di cruccio,
e poi, tornata blanda e tranquilla,
mi persuade nel mio cantuccio:
è tardi! è l’ora! Sì, ritorniamo
dove son quelli ch’amano ed amo.
.
.
.
.
.
.