SIMBOLI – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2016 @ 6:02 am

Detto altrimenti: a seguito del mio post 2351 di qualche giorno fa …     (post 2359)

Premessa

Recentemente si sono tenute riunioni di un partito che ha il suo simbolo … entro il quale – da parte del suo ideatore che ne stava perDendo il controllo assoluto – è stato creato un “sotto-simbolo” , un tentativo di “simbolo novante” …

Fine della premessa.

Le persone si riuniscono: in società, in associazioni, in partiti, in club, in nazioni, etc.. La sintesi di questi insiemi non avviene per la somma di “unioni di coppia” (Tizio con Caio; Sempronio con Martino, etc.) ma in quanto tutti gli aderenti ad uno stesso  insieme si riconoscono in uno stesso  “simbolo”, in “qual” simbolo, sia esso sportivo, del volontariato, nazionale …

… anche politico. Il simbolo riunisce ed è tale in quanto è di tutti, ovvero di nessuno in modo esclusivo e particolare. Nessuno può impadronirsene come cosa solo propria espropriando gli altri. Nemmeno il suo ideatore, in quanto ciò distruggerebbe la fiducia ed il legame “reciproco” dei tanti aderenti e il simbolo, da “speranza comune” diverrebbe “segnale di guerra”.

Quando il simbolo è stato “privatizzato”, sparisce dalla scena come tale, anzi, nell’interesse del suo accaparratore, “deve” sparire: infatti, guai se restasse lì a testimoniare l’accaparramento! Tuttavia in un caso il simbolo sopravvive anche all’accaparramento: quando il suo accaparratore lo utilizza per “gestire il presente” e non per “governare il futuro”: in tal caso tuttavia il simbolo NON è più un simbolo politico.

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Ove ciò invece purtroppo avvenisse, e cioè che il simbolo fosse accaparrato da uno solo, esso perderebbe la sua natura e da simbolo diverrebbe diabolon, ovvero una diavoleria in quanto il suo unico possessore ne governerebbe i contenuti, inculcandoli come propaganda e come pubblicità nella testa degli altri, facendone uno strumento di governo e di dominio delle coscienze: il simbolo sarebbe in tal modo diventato strumento di trasformazione delle donne e degli uomini in masse fanatizzate non pensanti in proprio capaci di mobilitazioni violente  su larga scala.

In altre parole: il simbolo politico può  catalizzare una forte spinta verso la libertà oppure una forza oppressiva della libertà.

Ma … chi tende ad appropriarsi del simbolo? Il demagogo, che opera una pericolosa identificazione: il capo nel popolo, il popolo nel capo. Nella storia ne abbiamo visti molti. Napoleone, Franco, Mussolini, Hitler, Stalin, Mao, Castro, Kim Jong, Kin Sung, etc.. E oggi, nella politica odierna? Lascio il compito di scoprire l’arcano alle mie lettrici ed ai miei lettori … Ecchè? Devo dirvi tutto io?

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