INCONTRI –  GLORIA ZENI: UN LIBRO E MOLTO ALTRO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Marzo, 2016 @ 6:28 am

Detto altrimenti: fioriscono ricordi sulle pendici della Paganella    (post n. 2317)

Anteprima

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Dietro la chiesa nuova, una perla:  la vecchia  Pieve di S. Vigilio, alla quale dedicherò un post apposito.

Spor, ovvero Spormaggiore, un paese sui fianchi della Paganella, il paese degli Zeni e dei Tenaglia, il paese lungo una delle “mie strade dello sci” (un’altra attraversa Fai, un’altra ancora sale dalle Valle dei Laghi). Spor: questa volta “ci sono andato”, non “ci sono passato”. Andato per incontrare una Persona (le maiuscole non sono utilizzate a caso): Gloria (chissà se posso chiamarla così, per nome, savè putei, … non l’ho mai incontrata prima … sarà troppo confidenziale? Se ne avrà a male? Non credo, comunque il suo cognome è Zeni). Gloria, autrice di un Libro Scrigno: “Patrum domus revirescit”, espressione che mi permetto di tradurre liberamente con “Facciamo rivivere la casa dei nostri avi”. Scrigno perché? Perché contiene i tesori della memoria di mezzo millennio di vita, e se cinquecento anni vi sembran pochi …

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Il libro. L’ho ricevuto in dono da Nadia Ioriatti, un’amica scrittrice, autrice di “Io tinta di aria” cui sta per far seguito un secondo libro. Il libro di Gloria mi ha subito catturato: infatti io sono un appassionato di Storia, e questo “è” un libro di Storia (locale) per come Gloria documenta ogni fatto, ogni circostanza: un’Opera che ha impegnato la sua Artefice (le maiuscole … v. sopra) per ben sette anni. Detto, fatto: Gloria merita una intervista, ovvero …  ben di più, molto di più, ma questo è quello che io posso fare, oltre che ad invitarla a far parte dell’ Accademia delle Muse e a proporre la presentazione del suo Libro all’interno delle manifestazioni organizzate dall’ Associazione Culturale Lavisana e dalla Biblioteca Comunale di Trento.

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Vengo accompagnato a casa sua dall’amico Gino Zeni (“da Spor” manco a dirlo), atletico pensionato pluri esperto in ogni mestiere, mio amico di sci e già collega (molti anni dopo, visto che Gino è più giovane di me!)  di mio babbo Maresciallo dei CC.

Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare. Gloria mi riceve nella sua casa avita a Spor. Sulla porta il motto, sul tappetino il magnifico cane Drake  dagli splendidi occhi di ghiaccio.

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Gloria, poiché io sono un V.I.P., Vecchietto In Pensione, sta a me fare la proposta: possiamo darci del tu? Sarebbe la prassi di questi “Incontri” …

Certo, Riccardo, con piacere!

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      Gloria con la figlia Michela  e il “primo libro”

Come è nata l’idea del tuo Lavoro?

All’inizio non è nata come un libro. Quando mio padre ha iniziato a star male mi ha affidato la gestione di tutte le “carte” della casa, dalle bollette della luce ai ricordi di intere generazioni che erano sopravvissuti di generazione in generazione in quanto nascosti in stipetti e cassettini di vecchi mobili, reconditi e dimenticati da tutti.  Da qui pian pianel il lavoro è diventato curiosità e quindi passione.

Sai, la prima cosa che salta agli occhi … sono due: la tua abilità e perseveranza di ricercatrice con una passione da archeologa e la ricchezza della vena che hai scoperto nella miniera dei ricordi.

La ricchezza … sì, se consideri i diversi possibili approcci al mio lavoro: puoi investigare per data, per cognome, per genere. Inoltre, volendo si può consultare il sito che ho creato, https://www.myheritage.it/site-44193561/zeni e anche il mio sito artistico http://gloriolume.wix.com/gloria-zeni

Un’altra caratteristica che ho colto è la vastità degli aspetti che hai fatto rinascere.

Sai, Riccardo, è stata una reazione a catena: un argomento ne richiamava un altro e così via. Non era possibile sottrarsi dall’ esplorarli tutti.

A beneficio delle lettrici e dei lettori del blog, elenchiamo alcuni argomenti trattati.

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           Gloria e il “suo” libro

La storia della Casa, intesa come Altopiano Casa di tutti noi e Casa dei miei bisnonni, nonni, genitori; i mobili; la Carta di Regole; le “fazioni castellane”, ovvero le gabelle dovute al signorotto del luogo: ancora oggi qui da noi quando un campo non rende diciamo “nol fa fazion”; i cognomi; i soprannomi; la dote delle spose; i testamenti, le liti di confine; il diario di Narciso Tenaglia con le sue poesie; l’emigrazione (e qui ci si riallaccia all’opera di Don Guetti e di Don Grazioli, n.d.r.); la prima guerra mondiale con la testimonianza delle lettere di Alfonso Evaristo Tenaglia internato in Austria per avere rimproverato un alunno che fischiettava l’inno austriaco; la seconda guerra mondiale, con lo zio Renato impiegato alle poste, internato a Bolzano per avere nascosto corrispondenza partigiana agli occhi dei fascisti; la mamma, Rina Plotegher, impiegata in ferrovia, che faceva scappare i prigionieri dai carri merci; il viaggio di nozze dei miei genitori nel primo dopoguerra, su un camion per raggiungere … Rovereto e Pescantina!

Insomma, storie nella Storia, storie vere che si inseriscono nel racconto principale, di cinquecento anni di vita: un po’ come in molte opere classiche, dove – tuttavia – l’autore inseriva favole e miti. Fra i tanti aspetti che ha trattato, quale è quello “principe”, quello al quale sei più legata?

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         Storia in … ferro battuto!

Il diario e le cartine geografiche del mio bisnonno “austriaco” Abramo Zeni, miniature redatte quale compito di scuola all’età di circa quattordici anni e ovviamente il tenero viaggio di nozze dei miei genitori.

L’ordine dell’esposizione è casuale o c’è un criterio?

A guidarmi è stata la sequenza delle date

(A questo punto arriva a casa Michela, la figlia minore – la maggiore è Martina – laureata in Belle Sarti ed in attesa di essere ammessa ad un corso di perfezionamento a Bruxelles)

Foto e disegni: sorprende la ricchezza dei documenti originali.

Si, tutti originali, anche quelli … eseguiti da me! Il primo nucleo, un grosso libro scoperto in un vecchio cassettone. Poi è tutta opera mia: l’impaginazione, la grafica.

Il paese e la sua gente: in che misura erano consapevoli di quanto stavi facendo, e in che misura ti hanno aiutato?

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            Autoritratto

Inizialmente non tanto. Ci è voluto un po’ a che il motore e i cuori si riscaldassero, ma poi è stata una grande attenzione e disponibilità a fornirmi documenti e ricordi.

Dimmi qualcosa di come il paese e la sua gente ha accolto il tuo lavoro.

Be’ … c’è stata una serata, anzi, una seratona di presentazione del libro: tutto esaurito, oltre i cento posti a sedere  anche molta gente in piedi: ero commossa.

Vedo che giustamente molti Enti Pubblici ti hanno patrocinato: credo che anche questa sia stata una difficoltà da superare. il loro convincimento ed il loro coordinamento.

Si, questa è stata la parte più difficile. Io ne ho fatto stampare a spese mie cinquecento copie. Ho ricevuto un parziale contributo dalla Vicepresidenza della Regione e un impegno alla contribuzione da parte dei Comuni interessati, ma sono ben lungi dal raggiungere la copertura dei costi vivi, che poi sarebbe il mio obiettivo.

Dove troviamo il tuo libro?

Presso di me, presso le biblioteche della zona e presso la libreria Disertori di Trento.

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Il librone di famiglia, scrigno di secoli!

Le scuole di fuori zona Paganella sono al corrente che esiste questa “Miniera” di vita, di storia e di Storia?

No. Anzi, lasciami sperare: non ancora!

Un libro e molto altro. parliamo un po’ del “molto altro”, ovvero del tuo laboratorio e della tua produzione artistica (sai, recentemente ho intervistato Domenico Ferrari il che ha risvegliato in me il di disegnatore e pittore (molto giovanile, poco più che infantile) qual ero … distratto da tante altre sollecitazioni che alla fine imi hanno portato a dipingere … scrivendo!

Riccardo, Domenico Ferrari era mio collega all’Istituto dove insegno! (Come è piccolo il mondo, n.d.r..!), io non sono una scrittrice né tanto meno una storica. Sono una pittrice, lavoro il vetro fuso, compongo mosaici. Sto rifondando il mio laboratorio. Posso mostrarti volentieri qualche mio lavoro.

Gloria, non posso dilungarmi oltre come vorrei, sai … i post lunghi la gente non li legge, per dirla con un anacoluto manzoniano. Mi scuserai quindi se chiudo qui il nostro “Incontro”, con un vivo e sincero apprezzamento per quanto hai fatto con il tuo libro e con il “molto, moltissimo altro”.

Grazie a te, Riccardo … ma … mi hai detto che nella tua vita lavorativa eri un manager? Sei sicuro di non esserti sbagliato? Secondo me eri un affermato giornalista!

Fine

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                         Mosaici

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P.S.: Gloria Zeni nata a Trento il 29 settembre 1958. Ha frequentato l’Istituto d’Arte e, sotto la guida di Concetto Pozzati, l’Accademia di Belle Arti a Bologna. Insegna Arti Figurative all’Istituto delle Arti di A. Vittoria in Trento. Gloria è un’artista che opera nel panorama contemporaneo. Nel suo laboratorio crea opere che spaziano dalla pittura al mosaico alla vetrofusione. Appassionata di Storia locale si dedica alla ricerca delle memorie antiche dell’Altipiano della Paganella, sua zona d’origine.

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