VESCOVO NUOVO, NUOVA FINANZA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2016 @ 8:20 am

Detto altrimenti: Curia di Trento SpA                                         (post 2285)

th3CPVT21J.

Lavoravo a Milano nel Gruppo Stet. A Trento, il Presidente di ISA-Istituto Atesino di Sviluppo Spa. Sen. Bruno Kessler (uno dei padri fondatori dell’Autonomia trentina) aveva bisogno del direttore della finanziaria i cui azionisti erano la Curia di Trento (di maggioranza) ed il gruppo Benetton (di minoranza). Altra persona di sua fiducia, già trasferitasi dal gruppo Stet a Trento, mio ex collega, gli fece il mio nome. Mi cercò, mi assunse.

Quello che realizzai in ISA lo leggete nel post “La mia ISA” del 4 luglio 2012. Fu un intervento di emergenza, perché il gruppo era patrimonialmente forte ma finanziariamente debole, nel senso che l’attivo patrimoniale non generava reddito mentre i debiti bancari generavano interessi passivi. Occorreva intervenire ed io in un paio d’anni riuscii a ristabilire l’equilibrio fra patrimonio, finanza e risultato economico.

th765TP7CAPerché allora – direte voi – torno in argomento? Lo faccio sollecitato dagli interventi di Don Marcello Farina (L’Adige, 12 febbraio 2016 pag. 16) e di Fausto Gardumi, Presidente della Acli Trentine (L’Adige 13 febbraio pag. 21). Entrambi sollecitano per il nuovo Vescovo una “discontinuità con se stesso”, ovvero con la persona che per sette anni è stato il vicario di un Vescovo che – cito Gardumi – “con le Acli ha avuto rapporti deboli, fragili, flebili”.

Ma come è cambiata l’ISA dai “miei tempi” ad oggi? Come è cambiato il contesto entro il quale il Trentino si muove, nello stesso lasso di tempo?

thICYBVY4F

.

L’ISA. Il Kessler mi chiese di analizzarla. Lo feci. Risultò essere in percentuali diverse, segreteria di un Senatore; finanziaria pura di partecipazioni; finanziaria operativa (per certe funzioni aziendali). Ricordo che il Kessler non approvò che io la avessi definita “anche” una sua segreteria personale, ma io avevo analizzato come ogni persona addetta alla società utilizzava il proprio tempo lavorativo giorno per giorno ed il quadro che ne avevo tratto era ineccepibile.

Il Kessler mi chiese poi quale fosse l’indebitamento del gruppo. Lo calcolai in circa 50 miliardi di lire. Replicò: “Ma a fronte di questo abbiamo quello, a fronte di quest’altro abbiamo quell’altro” etc.” Io risposi che lui mi aveva chiesto di calcolare l’indebitamento (passivo) non la situazione patrimoniale (passivo + attivo). Insomma, occorreva intervenire ed io intervenni (si veda il post citato). Da allora, come è cambiata l’ISA? Non lo so, ne sono rimasto azionista con una o due azioni ma non l’ho più seguita.

Invece, come è cambiato il contesto entro il quale si muove il Trentino e l’ISA stessa? Ecco le novità rispetto al mio “allora” (1986):

  • th8SS0FEONglobalizzazione economico-finanziaria;
  • terza guerra mondiale di fatto;
  • terrorismo;
  • immigrazione;
  • un Papa di “tipo” assolutamente diverso;
  • aumento della povertà anche in Trentino.

 

 

.

th7TQ82FPP.

Ecco perché sono attento nel cogliere eventuali segnali di discontinuità nel nuovo Vescovo, oltre quelli già emersi (Mons. Tisi fu contrario all’acquisizione da parte dell’ISA di azioni in una società di Compro Oro; non abiterà a palazzo; niente auto blu; la mattina seguente alla sua nomina, nella cappella ha celebrato la S. Messa nella cappella dell’Ospedale S. Camillo alle ore 06,30).

.

La povertà e i bisogni della gente. In Trentino e fuori della nostra terra. Il volontariato, le onlus … le tante iniziative. Ecco un possibile obiettivo per la Nuova ISA SpA: la redazione di una mappa completa su chi fa cosa, con quali mezzi, secondo quali programmi, con quali risultati. E tutto ciò non certo per accentrare l’azione del volontariato, bensì per coordinare l’erogazione di (maggiori e ulteriori) risorse in termini di attenzione e mezzi finanziari e garantire – al contrario – il migliore decentramento. Infatti è tecnica aziendale sperimentata che in fase di crescita del mercato (nel nostro caso: del mercato dei bisogni materiali, morali e spirrituali) si decentri l’organizzazione. L’accentramento è invece tipico nei casi di diminuzione di quello come di ogni altro mercato, il che purtroppo non è il caso del nostro tempo, nel quale invece le povertà materiali, morali e spirituali purtroppo sono in forte crescita.

Che altro dire, quindi, se non buon lavoro, Eminenza Tisi?

.

.