DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE, LIBERTA’, AUTONOMIA, POLITICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Gennaio, 2016 @ 2:00 pmDetto altrimenti: cinque concetti validi per ogni partito politico e per ogni cittadino                            (post 2261)
 Anteprima
In questo tempo di turbolenze economiche, sociali e politiche globalizzate ad ogni livello, in ogni dove e di ogni possibile intensità , ho voluto provare a soffermarmi su alcune riflessioni di tipo politico non partitico, ovvero tali che possano interessare i polloi (dal greco: i molti), la polis (il luogo dei molti) la politica (la partecipazione di molti alla vita pubblica: infatti “politica†è un concetto al plurale!) – Il tutto da un angolo visuale trentino, se non altro perché io scrivo in “Trentoâ€blog, non vi pare? E poi, 2260 post fa io iniziai la mia “carriera†di blogger con il post “Il Trentino che vorreiâ€, e allora …
 … e allora adesso  possiamo cominciare
 1 - La Democrazia, dal greco popolo-forza ha assunto nel tempo significati diversi:
- Inizialmente il democrate era “chi aveva il potere sul popoloâ€, ovvero il tiranno;
- poi, le classi più ricche, escluse dal governo, utilizzarono il termine per contestare la forza della classe popolare che stava al governo;
- Oggi democrazia indica “governo della maggioranza del popoloâ€. In realtà però indica la maggioranza di coloro che vanno a votare e se a votare vanno in pochi, allora la democrazia è il governo di una minoranza sulla maggioranza, cioè è una non-democrazia.
Orbene, se vogliamo la vera democrazia, occorre che i cittadini si riavvicinino  alla politica e al voto, perché se la partecipazione diminuisce, la democrazia tende a regredire al suo primo significato di tirannide sostanziale se non anche formale.
2 – La partecipazione si ottiene incontrando, ascoltando, informando e rispettando i cittadini, facendo cioè politica di unione e non di divisione;  politica di comunicazione cioè di azione comune innanzi tuto con chi ti sta vicino. Il che significa che la politica
- si faccia carico di una faticosa azione personale per creare moltissime occasioni di incontri;
- si ponga al loro servizio e non al loro comando, nel rispetto delle idee liberamente espresse in piena autonomia da ognuno. Libertà e autonomia, dunque
 3 - La libertà (delle idee). Sono libere le idee espresse da ognuno senza condizionamenti esterni di sorta, fermo restando che libertà non significa però “fare ciò che si vuole†ma poter scegliere fra le diverse opzioni che la morale, il vivere civile, il buon senso e le leggi consentono.
In questa sede parlo solo della libertà delle idee, perchè se passassi alla “libertà personale” dovrei iniziare quanto meno dalla critica alla “libertà ” della cosiddetta Repubblica Ateniese, nella quale a fronte di un uomo libero vi erano quattro schiavi; o dalla lettera dell’ apostolo Paolo agli Efesini (6, 5-9)” Schiavi, ubbidite ai vostri padroni con timore, tremore e semplicità di cuore come se ubbidiste a Cristo … e voi padroni, trattateli bene perchè davanti a Dio sarete tutti uguali”; oppure dal Bonaparte che reintrodusse la schiavitù nelle colonie; o dal  Presidente USA Jefferson che mentre vietava l’importazione di (ulteriori) schiavi, se ne avvaleva nella sua fattoria modello a Monticello (Monticello – Charlottesville, Virginia USA … non Monticello Brianza!) …
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 4 - L’Autonomia delle idee. Sono autonome le idee maturate all’interno di ogni persona. Tuttavia dobbiamo distinguere due tipi di Autonomia 1) Autonomia concessa: quella che Maria Teresa concesse al Granducato di Toscana quando lo diede al marito Duca di Lorena al quale aveva sottratto il Ducato d’origine; 2) Autonomia Trentina ovvero Autonomia ideata, richiesta e conquistata: e i Trentini devono dire grazie innanzi tutto a Don Lorenzo Guetti, primo a concepirla con la creazione della cooperazione stile Raiffaisen e primo a reclamarla di fronte a quella stessa Austria. Ingredienti di questa prima Autonomia furono: la libera scelta (ecco la libertà del pensiero) di molti soggetti interessati (ecco il pluralismo); la collaborazione reciproca (ecco la cooperazione); l’impegno di gestirsi autonomamente (ecco l’autonomia); l’impegno personale e solidale (ecco la corresponsabilizzazione); l’impegno iniziale e non solo successivo (ecco la continuità dell’impegno); l’obiettivo della realizzazione di un bene (ecco l’obiettivo), bene definito Bene Comune proprio per essere una costruzione realizzata sin dall’inizio con il contributo dialettico di tutti (ciò che lo distingue da una piazza o da una strada che sono  solo beni pubblici o collettivi).
 5 –La Politica. Anche oggi il Trentino sull’esempio e con il metodo dei primi Cooperanti, deve costruire un Nuovo Bene Comune: cioè una Nuova Politica per Nuova Autonomia, valori che devono essere entrambi sempre di più “Speciali†in quanto frutto del libero e autonomo pensiero di ogni cittadino, realizzati attraverso il confronto e il rispetto dell’apporto di ognuno. Nessuna omologazione quindi, nessun mono-pensiero, nessun “ipse dixitâ€, ma una pluralità di intelligenze attivate da una politica intelligente.
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Chiudo con una citazione: Josif Brodskij, premio Nobel per la poesia, nel suo libro “Il canto del Pendolo†mette in guardia i giovani: “Diffidate del mono pensiero, delle folle osannanti e delle unanimità dei consensi se non altro perché all’interno dei grandi numeri più facilmente può nascondersi il maleâ€.
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E voi, care lettrici e cari lettori, cosa  pensate … che le mie siano utopie? D’accordo, ma le utopie sono traguardi semplicemente  “non ancora” raggiunti!
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