ISTRUZIONI PER L’USO DELLA VITA LAVORATIVA DEI GIOVANI CHE HANNO GIÀ UN LAVORO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2015 @ 4:03 pm Per qualche giorno tengo in evidenza in prima pagina e in prima posizione un post del 30.11.15    (in blu, gli aggiornamenti del 1 aprile 2017)
Detto altrimenti: riservato ai giovani!                                         (post 1998)
 Già … post N. 1998 … una cifra abbastanza tonda. Per celebrare questo traguardo intermedio, ho pensato di dedicare questo post ad una categoria particolare …
Infatti, mai come oggi i nostri giovani sono esposti agli aspetti negativi dell’ambiente lavorativo (purtroppo ci sono anche quelli).  Ed allora ecco per loro qualche “pillola di esperienza†che li possa aiutare, offerta da chi, nato nel 1944, ha avuto la doppia fortuna di non vivere la guerra e di trovarsi di fronte ad un mercato del lavoro “quantitativamente†accogliente e qualitativamente “duro ma formante†(tentare di aiutare i tanti giovani che il lavoro lo stanno cercando sarà molto, molto più difficile).
Noi, “saggi”, pretendiamo di educare, insegnare ai giovani? E’ arduo, perché rischia di essere un esperimento compiuto su qualcosa che non si conosce, oppure un livellamento radicale finalizzato a conformare il loro nuovo carattere alle abitudini ed agli usi dominanti. Ma … quando noi stessi abbiamo compiuto una vita di esperienze, allora possiamo definirci “saggi” solo ed in quanto nel senso di “portatori di esperienze” e quindi possiamo essere utili ai giovani non come “educatori” ma come “testimoni di esperienze vissute”. Dopo di che … facciano loro, decidano loro se vale la pena ascoltare o meno … (liberamente tratto da F. Nietzsche).
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Ed allora, ecco comunque Quaranta testimonianze “ruggentiâ€: istruzioni per l’uso della vita (lavorativa) dei giovani (l’espressione “Quaranta ruggentiâ€Â – The Roaring Forties – è stata coniata dagli inglesi all’epoca dei grandi velieri che passavano per il capo Horn, per indicare la forza dei venti in quel tratto di mare. L’espressione fu poi seguita da una seconda, i “Cinquanta ruggenti†-The Roaring fifties- per capirsi, cinquanta nodi di vento equivale ad un vento che soffia a circa 90 kmh. Provate ad averlo sulle vele!
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Napoleone era solito dire: “Mi vanno bene i generali fortunati, purché lo siano sempreâ€. Io vi dico: ricercate la creatività più che la fortuna e siate regolarmente creativi, cioè siate sempre un poeta: infatti il termine “poeta†deriva dal verbo greco “poieo†che significa fare, creare. Tuttavia state attenti ad un particolare: l’italiano in genere è molto creativo, ma rende pubblici i suoi progetti troppo presto, i quali spesso gli vengono rubati da chi li sa realizzare più tempestivamente. In ogni caso la creatività raramente è pagata per quello che vale, e cioè molto. Se avete una buona idea cercate anche di riuscire a “firmarla†come vostra. Infine v’è da dire che le idee vengono a chi è abituato a farsele venire, quindi … allenatevi!
- Come reagire di fronte alla mancanza od all’eccesso di creatività , in se stessi e negli altri? Ragazzi, innanzi tutto il malanno più frequente e ben più grave è la mancanza di idee, quindi ben vengano le “troppe†idee! Pensate sempre che senza idee Colombo non avrebbe scoperto l’America, Fleming non avrebbe inventato la penicillina e così via. Dovete solo cercare di distinguere fra intuizioni ed idee maturate dopo attente analisi: suggerisco di dedicarvi molto a entrambi i generi.
- Un padre disse al figlio: “Mettiti una scimmietta su di una spalla e vai in un paese dove non conoscono le scimmie. Farai fortuna.†Può essere vero, ma attenzione …una bottiglia è mezza piena e mezza vuota allo stesso tempo! Se volete “fare carriera†dovete anche considerare l’opportunità di eccellere in modo omogeneo all’ambiente che vi ospita: mi spiego, se siete dei bravi manager, ma molto bravi, allora potrete fare carriera in un ambiente moderno e managerialmente organizzato. Ma attenzione a volervi imporre come manager molto professionali in un ambiente un po’ troppo “alla buonaâ€! Lo stesso dicasi per il contrario: se un ambiente è molto bene organizzato, voi non potrete progredire se siete voi ad essere troppo “alla buonaâ€.
- Persevera, non ti stancare, non scoraggiarti mai, saresti il primo nemico di te stesso! Abbi invece fiducia nei risultati dell’allenamento e della perseveranza: nello sport, nel lavoro, nella vita.
- Abbi fede in una logica superiore, immanente nelle cose, che funziona “nonostante†l’intervento dell’uomo.
- Quanto ai principi, sii fedele ai tuoi, non avere paura di viverli e diffida di chi ti fa lezione pretendendo di farti applicare i suoi: si chiama “teoria del campo da tennis†(v. anche dopo, al n. 25). Ovvero, ognuno giochi come crede la pallina nella sua metà campo e non ascolti i suggerimenti dell’avversario sul come giocarla!
- Ricorda che spesso la morale comune condanna chi denuncia le violazioni della morale comune molto di più di chi viola la morale comune. Comunque, su con il morale…
- Sii coerente.
- Sii semplice nella comunicazione verbale e scritta, ed usa il lessico più comprensibile in assoluto: soprattutto ricorda chel’impresenziazione di uno sportello ferroviario vuol dire solo che l’impiegato è momentaneamente assente, non che è veramente mal vestito e con la barba lunga e quindi “non presentabileâ€! Che la conversione dei mezzi operativi significa solo che ci sono autocarri in manovra, non che metà degli operai dell’autostrada si è convertita al cristianesimo. Che la convergenza complanare è solo un incrocio con uno svincolo stradale, non l’incrocio delle rotte di due aeroplani. E state attenti a non obliterare a casa il documento di viaggio, perché in realtà il biglietto del tram dovete timbrarlo sul tram stesso, e non dimenticarlo a casa!
- Abbi carattere anche se poi ti diranno che hai un cattivo carattere.
- Sii estremamente specifico, evita le occasioni di coinvolgimento in situazioni generiche, non chiare: rimetterle sui binari ti attirerebbe l’accusa di essere pedante o di avere un caratteraccio.
- Cerca di porti in grado di produrre risultati, di sapere fare bene il tuo mestiere.
- Cerca di riuscire a firmare il tuo lavoro.
- Non farti escludere, proprio perché sai fare e vuoi firmare quello che hai fatto.
- Attento ai sistemi assistiti: a gestire l’ordinaria amministrazione o a dividere la ricchezza sono capaci tutti. La professionalità serve solo se c’è necessità e volontà di produrre ricchezza.
- Attento ai sistemi eccessivamente politicizzati: per la divisione del potere non serve la professionalità che ti invito comunque a conseguire.
- Diffida delle novità in quanto tali, se non motivate da effettive nuove necessità di miglioramento.
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Ricerca sempre la motivazione che spinge ognuno ad agire (il famoso “cui prodestâ€, “cui bonoâ€, a chi giova). Cioè: troppo spesso la gente cerca di capire le conseguenze di un fatto e dimentica di analizzare le ragioni che lo hanno determinato.
- Chiarisci a te stesso i tuoi obiettivi e finalizza onestamente ogni tua azione agli stessi.
- Se devi competere e sai nuotare bene, non accettare di misurarti nello sci alpino.
- Se ti accorgi che stanno per far votare una mozione contro la tua idea, chiedi una sospensione, esci dalla stanza, fai la pipì, lavati le mani e, rientrando, sii tu a proporla. Vincerai anche quella volta.
- Se altri realizzano come propria la tua idea e tu cerchi di riappropriartene, allora tu saresti anche un bravo manager, ma hai un tale cattivo carattere …
- Se vuoi difendere al meglio una tua idea, cerca di inquadrarla in un progetto completo ed articolato al fine di fare emergere la sua portata strategica. Se la controparte accetta di misurarsi sullo stesso terreno, allora vuol dire che stai operando in un ambiente moderno e professionale. Se ti dicono “Tutte chiacchere, quello che conta è il particolare di dettaglio del quale stiamo discutendo†… allora , se puoi, cercati altri compagni di viaggio.
- Quando gestisci un piano, ricordati che talvolta le sue fasi sono, nell’ordine: entusiasmo, perplessità , ripresa di contatto con la realtà , ricerca del colpevole, punizione dell’innocente, lode ad estranei.
- Se ti consigliano come agire “nel tuo interesseâ€, applica la mia sopracitata teoria del campo da tennis (v. prima, al n. 6): ringrazia, ma che ognuno torni nella sua metà campo e giochi come crede, lasciando a te la scelta di come battere la palla o di come rispondere alla battuta altrui.
- Non ti fidare di chi, con aria assorta e quasi sognante, magari accarezzandosi il mento e volgendo lo sguardo al cielo, si “lascia scappare†importanti riflessioni o ipotesi di soluzione relative ad un problema che ti riguarda o nel quale sei coinvolto, tipo :â€Sto pensando se non sarebbe meglio…â€. Infatti, se fossero riflessioni vere, se le terrebbe per sé. E invece, il più delle volte quelle riflessioni sono fatte ad arte per indurti a far tue le sue idee. Sono subdoli messaggi pubblicitari, promozionali, al limite della “pubblicità subliminale occultaâ€.
- Guardati anche da chi non parla mai e semplicemente ascolta, per due motivi: o è veramente molto intelligente ed astuto; oppure è stupido e quindi ugualmente “pericolosoâ€. Sappi infatti che nessuno assomiglia di più ad una persona intelligente di uno stupido che tace.
- Cerca di perseguire sempre contemporaneamente più soluzioni per lo stesso problema, ognuna come se fosse l’unica percorribile.
- Quando operi all’interno di una SpA, opera come se tu ne fossi il proprietario: con lo stesso amore e con la stessa attenzione.
- Di ogni tuo intervento, fanne un fatto seriale: cioè che ogni tuo intervento non sia un fatto isolato, ma l’occasione per organizzare la gestione dell’intera gamma di quel tipo di problema.
- Persegui, nell’ordine, l’efficienza (il rispetto delle regole) e l’efficacia (il raggiungimento dei risultati). Dante scriveva: “Scienza non fa, sanza lo ritener aver intesoâ€, non è apprendimento se non ricordi ciò che hai capito, cioè, non è lavoro se le tue azioni non producono risultati.
- Ricordati che i sofisti (non i surfisti, quelli sono un’altra cosa!) dimostravano una tesi ed il suo contrario: non erano in contraddizione con se stessi, ma si esercitavano a porsi dal punto di vista “degli altriâ€. Infatti una bottiglia può essere allo stesso tempo “mezza piena†e “mezza vuotaâ€, e tu, nel constatarlo, non ti devi sentire minimamente disorientato.
- Ricorda che ogni contrapposizione dialettica ha sempre tre soluzioni: la tua, quella del tuo avversario e quella giusta.
- Non rinunciare mai al lato umoristico della vita.
- Se non sai il latino e vuoi usarlo nelle citazioni, attento agli accenti. “Dìvide et ìmpera†non si pronuncia “divìde et impèraâ€! Inoltre ricorda che “sine qua non†non vuol dire “siamo qua noiâ€; cum grano salis, non vuol dire “quando cresce il granoâ€; ed “in medio stat virtus†non equivale a “in Mediaset virusâ€. In ogni caso ti suggerisco il libro di De Mauri, “5000 Proverbi e motti latini†Edizioni Hoepli, Milano.
- Se hai messo a fuoco un problema e ne proponi la soluzione e i tuoi interlocutori la approvano ufficialmente, allora hai fatto carriera. Se la discutono e la bocciano, sei sulla buona strada. Se la ignorano o ti dicono che non hanno avuto il tempo di leggerla, vuol dire che stai per diventare un loro pericoloso concorrente. In questo caso, c’è chi dice che per far carriera devi far finta di non accorgerti di nulla. Altri, fra i quali io stesso, ti dicono: insisti cortesemente ma con fermezza perché la tua proposta sia verbalizzata con estrema precisione e discussa.
- Temi, evita e combatti la trasversalità . Talvolta infatti ti potrà capitare di notare che alcuni potenti non siano contenti nemmeno se tu dai loro ragione. La verità è che spesso le motivazioni vere che li spingono ad agire sono diverse da quelle ufficiali. Ciò può accadere perché purtroppo esiste un sistema a rete nascosta, trasversale appunto, che prescinde dagli schieramenti ufficiali dei partiti, delle correnti di pensiero, della concezione della morale comune, delle strategie aziendali ed è invece fondato soprattutto su di un sistema di interessi e di potere, ed in parte minore anche su di un sistema di comodi equilibri (quaeta non movère). Come e cosa fare in questi casi? Non è facile a dirsi. Occorre comunque darsi una calmata, smettere di agitarsi, di proporre e di proporsi, di assumere posizioni ferme, non perché si voglia o debba rinunciare a se stessi, ma perché prima occorre capire quali sono i reali intendimenti e le singole vere ed intime motivazioni di ciascun interessato, al fine di valutarne le possibili reazioni.
- “Guardati dalle masse osannanti, dalle unanimità , dalle idee uniche  totalizzanti, se non altro perchè entro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male” (firmato: Premio Nobel Josif Broskij, “Il canto del pendolo”, Adelphi).
- Chiedere aiuto e ricevere consigli? No buono….
- Se contraddici pubblicamente un potente ed hai torto, ti può perdonare. Se hai ragione no.
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 Fine (per oggi).
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