INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE, FORMA, CONTENUTI,

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2015 @ 6:55 pm

Detto altrimenti: occorre distinguere ….                (post 2196)

(Questo post inizia così come finisce … avete presente certi film?)

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Non è tutto oro quel che riluce!

Sta ciascuno di noi preferire la concretezza dei contenuti alla retorica ampollosa e magnieloquente periclea, sullo stampo di quel Pericle “eterno”  (rieletto annualmente alla guida di Atene per trent’anni di seguito così da rimandare il pur dovuto rendiconto annuale!), di quel Pericle che lo storico  Tucidide (1), che pure lo ammirava fortemente, definiva capo di un sistema politico il quale “di nome era una democrazia ma di fatto, governato dal suo primo cittadino”, sottolineando con tale commento “il suo carisma per guidare, persuadere ma, soprattutto, anche manipolare la massa”.

Ora possiamo cominciare

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Dalla IT- Information Technology alla  ICT – Information Communication Technology. Ormai da anni si è evoluta in tal modo la cultura e la tecnica della gestione aziendale e in genere delle relazioni umane. Solo che certa politica pare non se ne sia accorta. Ma … innanzi tutto, cosa significano questi due diversi modi di relazionarsi? Presto detto.

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L’IT punta sulla trasmissione o acquisizione di informazioni: ognuno è solo trasmittore o solo ricettore. Un esempio: Il cittadino Tizio trasmette una sua esigenza alla politica. Punto. Il politico  Caio riceve una richiesta. Punto. Questa è informazione: i due flussi non dialogano. Al contrario, l’ICT punta al dialogo fra trasmettitore e ricettore. Dialogo, comunicazione, communis actio, azione comune. I diversi livelli o le diverse aree di uno stesso livello dialogano. Le decisioni nascono come frutto di un processo di condivisione dei problemi.

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“Se lo ha detto lui …”

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E poi c’è la forma, il modo. Spesso si sente dire “Importante è il modo con il quale si dicono le cose”. Ecco, concordo ma la mia attenzione è soprattutto attratta dai contenuti che vengono esposti o imposti. Mi spiego. Di taluno si dice che ha carisma, autorevolezza, fascino, che sa parlare, che sa attrarre su di sé consenso … spesso – purtroppo dico io – “a prescindere”. A prescindere dai contenuti, che invece devono prevalere sulla forma,

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In volo per assistere alla partita

Ma non basta spostarsi sul piano dei contenuti. Infatti vi sono “contenuti raccontati” e contenuti di azioni “effettuate”. 1992: mi trovavo in Germania quando vincemmo per 3 a 1  i mondali di calcio contro la nazionale tedesca. In quel tempo cambiò il governo tedesco. Io chiesi ai miei amici d’oltr’Alpe cosa pensassero del nuovo governo. Riposero: “Giudicheremo dai risultati”, ovvero – aggiungo io ora – dai contenuti concreti dell’azione di governo. Questa loro risposta in allora mi stupì: infatti noi Italiani eravamo (e siamo) abituati a giudicare ogni nuovo governo dai “contenuti raccontati”, ovvero dalle “promesse elettorali”. Loro, dai contenuti “realizzati”.

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thFL7K44OHQuindi fatti non parole. Si, dice, ma il “modo” con il quale le parole sono dette, dove è finito? Ecco qui, il “modo”: spesso dalla stessa persona sentiamo esporre molte verità assolute (quindi nessuna verità!) e promesse d’ogni tipo con un tono ammaliante, di superiorità, di supponenza, da sentenza “di Cassazione” che non lascia nessuno spazio a replica alcuna, a nessun ulteriore appello; oppure con frasi ad effetto, frasi allegoriche, frasi fatte, del tipo “Voi avete avvelenato i pozzi”  per significare che un ambiente sarebbe stato inquinato dall’interlocutore. Ecco, di fronte ad interlocutore di questo tipo io rimpiango certi  miei “vecchi” interlocutori d’affari iraniani (s’era al tempo dello Scià) la cui espressione  durante le trattative restava impassibile, tal che nulla potevi intuire se non i reali contenuti del messaggio che ti stavano trasferendo. Una impassibilità che non induceva ad interpretare la trattativa né in senso favorevole né in senso contrario. Quindi, nessun maestro dell’arte oratoria, bensì solo maestri delle cose concrete.

Infatti  un libro esiste non quando viene scritto ma quando viene letto. I contenuti veri possono solo esistere in quanto frutto di una comunicazione vera e non di una informazione unidirezionale. Infatti, per quanto buona e onesta quest’ultima possa essere, essa resta vittima della  mancanza di un confronto comunicativo: il che non dà alcuna garanzia che i fatti esposti siano realmente accaduti o possano essere prospettive credibili. Ecco perchè la cattiva politica che vuole distruggere la credibilità dei fatti della Buona Politica si sottrae al confronto comunicativo sui fatti. Detto ciò, in politica esistono fatti e parole; tesi aperte al confronto e tesi “ieratiche” (affermate “sacre” e quindi non discutibili); politici dei fatti e politici delle parole; politici aperti al confronto della comunicazione e politici-ammalianti-sirene-omeriche, autentici maestri dell’informazione unidirezionale, totalizzante e ideologica (ideologia= idea senza valenze comunicative)..

Sta ciascuno di noi preferire la concretezza dei contenuti alla retorica ampollosa e magnieloquente periclea, sullo stampo di quel Pericle “eterno”  (rieletto annualmente alla guida di Atene per trent’anni di seguito così da rimandare il pur dovuto rendiconto annuale!) (1), di quel Pericle  che lo storico  Tucidide (2), che pure lo ammirava fortemente, definiva capo di un sistema politico (3) il quale “di nome era una democrazia ma di fatto, governato dal suo primo cittadino”, sottolineando con tale commento “il suo carisma per guidare, persuadere ma, soprattutto, anche manipolare la massa”.

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(1) Fra i “fatti” di Pericle due guerre perse e l’eterna costruzione dell’Opera Pubblica Il Partenone, di concerto con l’architetto Fidia.

(2) Nell’ambito degli Studi sulla politica internazionale, Tucidide è considerato il padre del realismo politico. Solo che il suo “realismo politico” era basato sulla realtà della comunicazione fra i cittadini, ovvero sulla loro “comune” (sic) partecipazione democratica alla vita pubblica. Per contro oggi per real politik si intende il contrario, ovvero il prevalere della “sicurezza” o del “successo a prescindere”  sui valori della democrazia e della morale. Quindi il realismo politico di Tucidide è un valore positivo. La real politik odierna, negativo.

(3) la (cosiddetta, n.d.r.)  Repubblica Ateniese era un ICOD-Impero Coloniale Oligarchico Decimale (decimale = 300.000 sudditi di cui 30.000 cittadini di cui 3.000 ammessi alle assemblee di cui 300 presenti alle assemblee di cui 30 prendevano la parola in assemblea di cui uno solo decideva).

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