IL “MIO†PARTITO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2015 @ 6:31 amDetto altrimenti: chi appartiene a chi?    (post 2140)
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Un film  …  “Il Postinoâ€. Cito a memoria: il postino (Massimo Troisi ) si rivolge al poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret): “Una poesia non è di chi l’ha scritta: è di tutti, di chi la legge, di chi con il leggerla la fa vivere, la fa suaâ€.
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Un quadro  … uno di Van Gogh (perdonerete: è il mio pittore preferito): è “suo†fino a un certo punto. Infatti quando lo osservo, quando mi ci calo, suscita in me sentimenti solo miei: in questo senso, è diventato “mio”.
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Un figlio, mio figlio. Io ho contribuito a “crearloâ€, è mio figlio, ma poi egli vive di vita sua, fisica e intellettuale, fa le sue scelte autonomamente pur restando  sempre “mio†figlio.
Un partito politico. Fondato da una persona. Esso è “suo†nella fase della fondazione. Ma poi vive dell’apporto degli aderenti, vive di vita propria nel senso che si è trasformato da “oggetto posseduto da una persona†in “soggetto che vive di una Vita Comune”, ovvero di una Vita alimentata dal contributo di tante singole Vite: quelle degli aderenti. Il fondatore può a buona ragione continuarne a reclamarne la paternità , come un padre la reclama del figlio, anche quando il ragazzo è cresciuto e “pensa in proprioâ€.
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