DEMOCRAZIA VIOLATA seconda puntata (la prima, due post fa)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Settembre, 2015 @ 7:05 pmDetto altrimenti: democrazia solo formale o anche di fatto?            (post 2118)
Leggete “Il mondo di Atene†di Luciano Canfora. Democrazia ateniese? Quando mai!? 250.000 “sudditi†dell’impero di cui 30.000 cittadini aventi diritto di voto di cui 5000 partecipavano alle assemblee di cui 10 prendevano la parola di cui uno decideva. Lui, Pericle, fattosi rieleggere anno per anno per un trentennio (altro che il nostro Ventennio!), così non aveva dovuto rendere conto annualmente delle mazzette per il lavori del Partenone (Direttore dei Lavori e RUP-Responsabile Unico del Procedimento degli appalti tale Dr. Ing. Arch. Fidia).
Dice … ma pure … Atene aveva tanti alleati. Eh, raga … con la loro potente flotta si presentava alle varie isolette: “Alleatevi con noi, ci pagate tributi e ci fornite soldati. Diverremo amici. in caso contrario vi assaliamo, distruggiamo la vostra città . uccidiamo gli uomini e rendiamo schiave le donne. Siete liberi di scegliereâ€.
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.L’anonimo Ateniese ha scritto alcune note che ci sono pervenute. Lui era contro al democrazia ateniese e si permetteva di criticarla essendone lontano, in esilio … Solo che poi spiega come qualmente essa potesse resistere, nonostante i propri difetti. da leggere (ne farò un apposito post).
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 Ma questa è un’altra storia.
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Tommaso Moro (oggi San Tommaso Moro) nella sua “Utopia†aveva disegnato il suo modello ideale di società e di governo. E noi, noi che Santi non siamo, proviamo a dare qualche contributo, qualche mattoncino alla costruzione del Grande Edificio Democratico.
La base, i cittadini. Sono delusi dalla politica e non vanno a votare. Primo vulnus: infatti le maggioranze che sortiscono da elezioni poco partecipate sono in realtà minoranze che conducono al “governo della minoranzaâ€, il che non è democrazia ma oligarchia.
I partiti politici. Dovrebbero “vivere della baseâ€, raccoglierne le istanze, proporre candidati al popolo, razionalizzare le proposte e proporle ai governanti. Invece i partiti politici popolare, del popolo, spesso  sono schiacciati  da altri partiti: dai partiti del guru di turno, del Presidente, del Segretario, del governante di turno. Tutto ciò esautora la catena della formazione ordinata, graduale e democratica della volontà popolare,  conduce ad una commistione dei ruoli, conduce anche in questo caso ad una oligarchia. Secondo vulnus.
La sconfitta di una pacata e ragionata comunicazione sull’altare di chi grida più forte, di chi assume atteggiamenti di supponenza, violenti, intimidatori, retorici, avulsi da obiettive constatazioni. E la maggioranza silenziosa spesso resta troppo silenziosa: e allora la valanga si stacca, aumenta velocità e potenza, è inarrestabile, travolge tutto. Anche la democrazia. Terzo vulnus.
La non violazione della democrazia bensì la sua elusione, tipo la legge è uguale per tutti tranne le eccezioni di legge. Quarto vulnus.
Una mission diventata mestiere. Il mestiere della armi della politica e del governo che la legge offre a chi ha raggiunto quel traguardo, armi per la difesa di privilegi medievali. Quinto vulnus.
Basta, per oggi. Allora, che fare, direte voi? Ecco, un avvertimento: non cadiamo più né mai più nel “purchè torni l’ordine†di tristisima memoria. I difetti della democrazia non si curano con la dittatura né vivendo pigramente una democrazia solo formale, bensì lavorando all’interno di ogni ambito sociale,  politico e di governo per la costruzione della democrazia vera, degna di essere definita con queste parole, parole che non possono e non devono essere utilizzate per le altre forme sopra ricordate, perchè  le parole sono pietre, firmato Don Lorenzo Milani.
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