CRISI CINESE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Agosto, 2015 @ 9:45 amDetto altrimenti: così lontana, così vicina … (post 2107)
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Lontana geograficamente, vicina concettualmente. Il giorno 8 febbraio 2013 pubblicavo un post sulle crisi finanziarie degli ultimi 150 anni. In altri post spiegavo i trucchi dei titoli derivati …
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1870, Vienna:  la grande deflazione. Tutti a comperare le azioni ferroviarie – settore in fortissima crescita – per poi rivenderle poco dopo, a catena, guadagnando tutti … excelsior, sempre più in alto fino a quando ci si è accorti che il prezzo della “carta†(le azioni) era superiore di multipli rispetto al valore dei beni rappresentati e … boom! Scoppia la bolla: chi ha investito denaro proprio si è impoverito. Chi si è indebitato per potere investire, fa fallire se stesso e la banca che lo ha finanziato.
1929, USA: la grande depressione. Non si riesce a far arrivare le derrate alimentari dalla compagna alle grandi città . Si produce più di quanto si consuma e … boom, altro scoppio! Qui interviene l’industria bellica che rimette le cose a posto.
2008, USA:  mutui a gogò anche a chi non se li merita, mutui poi venduti da banca a banca (tutte con il loro bravo utile) fino all’ultima banca che ha cartolarizzato i crediti, vendendo ai risparmiatori frazioni di crediti inesigibili. Morale: tanti piccoli risparmiatori mai rimborsati; tanti piccoli debitori insolventi sfrattati da casa.
Anni 2000, Grecia: meno turismo “grazie†alla crisi in Europa e bilanci dello stato truccati, ed il gioco è fatto.
2015, Cina: PIL esplosivo, tutti si indebitano in banca per acquistare titoli/azioni/derivati che poi rivendono guadagnando fino a quando …. (v. anni 1870 e 2008). Gli esperti cinesi avevano avvertito, ma nemo propheta in patria! E poi, a rimetterci sono stati milioni di piccoli risparmiatori. I grandi avevano capito e si erano premuniti: sarebbe interessante andare a vedere chi sono stati i grandi venditori di titoli prima del crollo delle borse.
Historia (economica-finanziaria) magistra vitae? Quando mai!
P.S.: … e poi … la Cina possiede importanti quote azionarie in nostre banche, industrie etc.. La crisi cinese può avere effetti negativi anche sulla nostra economia.
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