“DIRITTO DI MEMORIA†– Canto per mia madre a mio padre emigranti, romanzo (ma non del tutto, n.d.r.)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Giugno, 2015 @ 6:31 amDetto altrimenti: un Libro di Andrea Nicolussi Golo   (post 2086)
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Qualche post fa (al. n. 2082) ho iniziato a conoscere questa Persona, questo Autore. Ora ho letto il suo Libro (le maiuscole non sono utilizzate a caso).
Semplificando, la vita delle famiglie cimbre di Luserna (oggi provincia di Trento) durante la prima guerra mondiale, la loro emigrazione, la loro deportazione. Povertà , sopraffazioni. Semplificando, dicevo. Ma volendo fare le cose per bene, il Libro è molto di più.
Cloud, nuvola. Nel web è un marchingegno per il quale se tu scatti una foto in un certo luogo, altri che posseggano lo stesso software, passando per quel luogo, possono registrare sul proprio apparato la foto scattata da te.
Cloud, nuvola di foto e nel caso del Libro di Andrea, nuvola di sentimenti: infatti, dopo che lo hai letto, se ti avvicini ad esso – fisicamente o con il pensiero – ricevi una serie di sensazioni, di emozioni, di “ricordi di esperienze altruiâ€. Infatti è un Libro Poesia, ricco di personificazioni, immagini, metafore che non stancano, anzi, ti catturano, ti ammaliano come le Sirene di Ulisse: divori una pagina dopo l’altra, corri all’inseguimento della personificazione successiva, del dialogo successivo.
E poi … i dialoghi: a me piacciono molto. Per il mio gusto letterario sono una componente essenziale. Qui, nelle 137 pagine, a prima vista sembrano essercene pochi. Sembra che sia così, e invece … invece il racconto è un dialogo continuo fra l’Autore, le sue Parole Scritte e la tua sensibilità , la tua coscienza. 137 pagine, anzi piccole pagine. L’Autore, nella presentazione di cui al post citato, dice che ha impiegato tre anni a scrivere questo romanzo verità (la definizione è mia, n.d.r.). Ora, se non hai letto il Libro, puoi pensare che Andrea sia uno scrittore lento. E invece no. Letto il suo lavoro, ti accordi che ogni parola, ogni frase è un diamante estratto al costo di una grande fatica  dalle profondità dei sentimenti più veri, antichi, nobili, sinceri, propri e altrui, dal profondo di  un “altrui†vicino e lontano allo stesso tempo.
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“Diritto di memoria” come Pinocchio.  …  vicino per come è percepito da “chi scrive …†(così ogni tanto interviene manzonianamente l’Autore per esplicitare il proprio pensiero e distinguerlo da quello dei suoi personaggi, artificio necessario tanto questi ultimi parlano e vivono di una luce e vita propria, un po’ come il burattino Pinocchio che si è auto-animato e liberato dai fili del marionettista – i questo caso marionettista scrittore-). Lontano, per quanto ogni lettore non Cimbro o semplicemente non conoscitore del popolo, della storia, della lingua cimbra può avvertire quella realtà .
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Ma il libro è “vicino†anche per il parallelo che vive rispetto alla violenza dell’immigrazione odierna – per chi la soffre sulla propria pelle una immigrazione che è emigrazione); vicino per la sofferenza generata dalle guerre, quelle di oggi – e sono tante – non meno di quelle di ieri; vicino per come descrive la sfruttamento del lavoro della persona, la violenza del potere, la connivenza del potere. Vicino anche per alcuni tocchi magistrali di regia felliniana: ricordate il transatlantico Rex che sfila davanti agli occhi meravigliati della povera gente!  Vicino, per come ti mette “di fronte alla tua responsabilità di essere umano di frontieraâ€. Mi spiego: di essere umano nella ben protetta trincea della frontiera fra il mondo fortunato e quello sfortunato, trincea ben riparata e ben difesa, dalla quale tu – in condizioni di assoluta sicurezza – osservi chi sta cercando di sfuggire ad una pioggia di granate e corre, corre verso il tuo stesso riparo, corre portandosi appresso neonati, bambini, anziani e vecchi, implorando con lo sguardo che tu apra un varco nello sbarramento dell’egoismo e dell’indifferenza e regali anche a loro un minimo della tua fino a quel momento egoistica e distratta  vita. Già , perché se tu non fai loro questo regalo, altro non resta per quei fuggitivi che la morte.
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Il nesso di causalità . Ne ho parlato nel post n. 2083. Riprendo il discorso anche in questo caso. Il concetto di “nesso di causalità †andrebbe allargato anche in questo caso. Infatti, almeno moralmente, tutti coloro che votano, optano, si battono per il respingimento dell’Altro, sono responsabili della sua morte.
Dalla presentazione dell’opera e dalla sua lettura sono uscito arricchito del concetto di una “appartenenza ad un gruppo che pratica l’accoglienza e non si chiude nella identità â€; del rafforzamento della mia propensione all’accoglienza della mia avversione alla guerra.
E se sotto il profilo sociale e storico “Diritto di memoria†è un Libro Verità , sotto il profilo letterario è un Libro Poesia e la Poesia, si sa, ha bisogno di poche parole quindi di poche pagine per suscitare molti sentimenti: “ multa paucis†come scrivevo nel post precedente.
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Lettura da non perdere, assolutamente.
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