QUELL’ESSERCI, MA FERMI, IN SILENZIO, IN ATTESA DI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Giugno, 2015 @ 8:52 pm

Detto altrimenti: e parliamo un po’ di mafia capitale   (post 2080)

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Quaeta non movere (si legge “movère”, non “mòvere” che sarebbe romanesco e non latino!) recita un antico proverbio latino, anzi “romano” di ieri ma anche di oggi, purtroppo: non smuovere ciò che è immobile … Ed io, pedalando lungo il Sile (Sile: fiume che bagna Treviso), in un bar ho trovato esposta quella che di fatto potrebbe essere la traduzione in lingua veneta del motto in latino.

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th[1]Talvolta assistiamo a persone (troppo, n.d.r.) “quaetae”, ovvero ferme, ovvero che non muovono se stesse né ciò che le circonda; che non assumono decisioni bensì restano in attesa; persone che “prendono le distanze” da ogni responsabilità, che aspettano che altri agiscano e quindi potenzialmente sbaglino per poi in ogni caso criticare e proporsi al loro posto. Te ne accordi. Te ne accorgi quando vedi che stanno sedute, queste persone,  un po’ in disparte, mute, che osservano, non intervengono magari anche quando ricoprono ruoli che comporterebbero il loro intervento. Sulle prime tu credi che capiscano il tuo operato e che lo approvino. E invece spesso non lo capiscono, altre volte non lo vogliono capire: sempre, tuttavia, non hanno alcun interesse  a capirlo: infatti a loro non interessano i contenuti, ma sono solo interessati a come strumentalizzare in ogni caso contro di te ciò che tu fai. Anche quando tu stai cercando di far pulizia …

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th[9]Si dice … la politica, si sa … Ma qua’ politica e politica, dico io! Quelli il mondo, il nostro tempo, il nostro paese hanno bisogno della ricongiunzione del potere con la responsabilità, e di gente che agisca con competenza e firmi ciò che fa e dice. Altro che stare a vedere se e come gli altri – che stanno agendo – possono essere criticati … Mafia capitale. Per decenni qualcuno è stato fermo: nel migliore dei casi ha lasciato correre, nel peggiore si è arricchito. E allora, per costoro, vale il quaeta non movere, appunto. Non cambiare il sistema che per ragioni d’urgenza per trent’anni ha assegnato in via diretta – senza gara d’appalto – lo smaltimento rifiuti alla stessa ditta, pagandone i servizi il triplo dei livelli di mercato. Cui prodest? Cui bono? Direbbe Cicerone … chi ci ha guadagnato? Ed ora che qualcuno ha smosso acque veramente torbide e  sta cercando di filtrarle, di farle ritornare limpide, si vorrebbe che si dimettesse? Quando mai!? Dico io! Lasciamolo lavorare, cribbio!

Nel frattempo mi chiedo: chi ha creato un sistema colabrodo che è solo un invito a nozze per i ladri? Chi lo ha gestito per decenni?

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