NELLA VITA: TROPPO PRESTO, TROPPO TARDI … AL MOMENTO GIUSTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Giugno, 2015 @ 12:51 pm

Detto altrimenti: sul palcoscenico della vita, non bisogna sbagliare il tempo di ingresso né quello di uscita …   (post 2073)

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Una cara amica, Nadia Ioriatti, in un passaggio del suo bel libro “Io tinta di aria” (cfr. i numerosi post dedicatile) ha scritto di sé che nella vita è entrata “o troppo presto, o troppo tardi”. Questa osservazione mi ha colpito. Infatti ognuno di noi talvolta ha “sbagliato i tempi” della vita. Solo che una riflessione così esplicita forse nessuno di noi, care lettrici e cari lettori, non l’aveva ancora fatta. E di ciò dobbiamo ringraziare Nadia.

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Capita. Capita troppo spesso di rimpiangere il passato (“ah … se io avessi fatto  … ah, io avrei dovuto fare …”) e/o di vivere “per un futuro” (“sicuramente andrà meglio la prossima volta …”), trascurando di capire (e apprezzare) il presente, il momento della nostra “entrata (/uscita) quotidiana” nella (/dalla) vita. E invece un onesto e sincero “carpe diem” ci aiuterebbe a vivere meglio. Carpe diem, ovvero: cogli ciò che il giorno ti offre, non nel senso di svalutare il nostro passato o di trascurare la costruzione del nostro futuro, ma capendo appieno del valore di ciò che  ogni giorno la vita ci offre. Di buono e non.

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th2EQC6L0A32 anni, ero un giovanissimo dirigente alla Stet-Società Finanziaria Telefonica p.A. Torino, responsabile della Finanza Italia della più grande finanziaria italiana. Uno dei gran capi, il dottor Luigi Rebaudengo, Vice Direttore Generale, andò in pensione. Benchè la società insistesse a che egli accettasse di continuare a fornire il suo prezioso contributo, egli diede immediatamente le dimissioni da tutte le Presidenze ed i Consigli di Amministrazione nei quali era stato inserito. Voleva cambiar vita, e lo fece. Si dedicò al giardinaggio e a tanti altri hobbies. Ed io? Io perdevo letteralmente le bave dalla bocca da quanto avrei desiderato essere coinvolto in quelle posizioni che lui stava rifiutando. Io non lo avevo capito. Io non avevo capito. Il giorno, quel giorno, quello del suo pensionamento, gli offriva un dono prezioso: una vita nuova, diversa … era un po’ come rinascere. Lui lo capì è prese al volo  l’occasione. Uscì dalla vita vecchia al momento giusto, per entrare – sempre al momento giusto – in quella nuova. Io no, io avrei voluto entrare  nella vita nuova …  troppo presto!

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.th4KT5UGO0Oggi, anzi, da cinque anni, il mio pensionamento. Ed io capisco, lo capisco, mi capisco. Infatti, anch’io sono riuscito a prendere al volo l’occasione di una vita nuova, fatta di mille interessi diversi da quel pensare al lavoro e per il lavoro. Non ho mantenuto, ricercato, accettato incarichi o consulenze di nessun genere. Ho altro da fare, da scoprire, da vivere: la famiglia, gli amici, il volontariato, lo sport, la cultura, i miei libri, il mio blog.

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Io, pensionato, in divisa da lavoro …

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Un mio amico si è trovato in una posizione analoga. La differenza: a lui hanno offerto una Presidenza, un posto di consigliere di Amministrazione, un altro da Revisore, etc.. Lui ha accettato. Spesso lo incontro e, vedendolo in giacca e cravatta, gli dico “Come sei vestito male!” Ecco, questo mio amico sta vivendo una sola vita. Io due. Quando  si accorgerà di quello che sta perdendo, “entrerà” nella sua nuova, seconda vita. Forse però un po’ in ritardo…

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th[2]Anche negli affetti e nel sesso. Da giovani …  quanta fatica per commettere qualche sano “atto impuro” con la bella ragazza della quale eravamo sinceramente innamorati! (Che poi nostro Signore nei Suoi Comandamenti aveva condannato solo l’adulterio: bontà Sua, non aveva fatto nemmeno un cenno agli “atti impuri”, ma tant’è …). Ecco oggi – ripeto, oggi – possiamo dire che in allora eravamo considerati in anticipo sulla vita. E invece no: noi ragazzi del ’44  eravamo assolutamente puntuali all’appuntamento con la vita: solo che non lo sapevamo …

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