“MIA MADREâ€, UN CANE, L’ANGELO CUSTODE, LA DEA FORTUNA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2015 @ 6:53 amDetto altrimenti: un film, uno spot e il “mio” angelo custode   (post 2060)
Un film. Ieri sera ho visto “Mia Madre†di Nanni Moretti. Mi e gli auguro che a Cannes vinca.
Uno spot. Ieri pomeriggio, al PC, ho visto uno spot sulla donazione di organi: un cane è molto affezionato al suo vecchio padrone, donatore di organi. Il padrone muore. Il cane rimane fuori della porta dell’ospedale in attesa. Quando esce il donatario dell’organo espiantato dal suo padrone, il cane riconosce in lui il suo padrone.
Mi sono commosso allo spot, non al film.
Anche lo spot è un “montaggioâ€, certo. Ma le prime scene, almeno quelle, quelle del cane che segue scodinzolando il suo vecchietto, sono vere o – quanto meo – possono essere molto ragionevolmente vere, rappresentative di un affetto vero in situazioni vere. Le altre, quelle del film, mi sono sembrate meno vere, se non altro per il contesto: un protagonista, ingegnere  già in età matura, che si concede il lusso di dimettersi dal posto di lavoro conscio che non ne troverà un altro (quando mai!?); la protagonista che una mattina si ritrova la casa allagata da una importante perdita d’acqua e la sceneggiatura e la cava facendola traferire a dormire nella casa della mamma ricoverata in ospedale; l’attore americano, famoso e a metà fra l’istrionico e  isterico, che sul set non si ricorda le pur brevissime battute; sul set, le comparse operai, delle quali nessuna è sporca di grasso … be’ … che volete, continuavano a ricordarmi che si trattava di una finzione, di fronte alla quale non “sono riuscito†a commuovermi. Non ve lo nascondo: ho rimpianto il neo realismo dei cinema italiano degli anni quaranta e cinquanta. Segno di vecchiaia, della mia … ecco, qui sì che mi commuovo di fronte alla constatazione che ci sono arrivato, io, indenne, alla vecchiaia …
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… io, indenne, alla vecchiaia. Infatti non  era proprio la mia ora:
a 5 anni, a dondolarmi seduto sulla ringhiera del balcone di casa, quinto piano, poi acciuffato alle spalle da mamma; a 14 anni, riuscire a districarmi durante l’attraversamento in apnea di  un piccolo tunnel subacqueo irto dei ferri del cemento armato, tunnel che attraversava il moletto dal quale noi ragazzi ci si tuffava in mare; a 16 anni, quel muretto contro il quale ho schiantato la “Lambretta”, ed io solo un bel volo nel prato sovrastante, indenne; a 20 anni, due sbandate con l’auto, in discesa, strada bagnata, recuperate con una dolce correzione del volante, senza toccare i freni.
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A 30 anni, una scarica di sassi  trancia in parete  le  corde dei miei due allievi del corso di alpinismo che da istruttore del CAI stavo guidando in una scalata in Alpi Marittime (Rocca Castello, Val Maira, CN) e noi tre indenni.
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A 34 anni, il 19 giugno 1978, in Sardegna, durante una tempesta marina,  io riesco a riguadagnare la riva contro una forte corrente che mi trascinava al largo. Lo stesso giorno nell’isola muore il signore di mezz’età Marcello Marchesi,  sbalzato da un’onda anomala contro uno scoglio; a 36 anni, tamponato in autostrada: io a 120 kmh e il tamponatore a 121, solo un graffio alla carrozzeria; a 40 anni, un’auto  taglia la strada a me che, sulla strada bagnata scendevo in bicicletta dal Passo del Maloja, ed io che me la cavo perchè il TIR che mi seguiva si ferma ad un metro da me, seduto e solo un po’ sbucciacato sull’asfalto;
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a 50 anni, il superamento, indenne, del vento Mistral a 50 nodi (90 kmh) sulle Bocche di Bonifacio, sulla mia barchetta a vela da regata; a 55 anni, in autostrada da Genova a Milano (a Tortona, AL) alle 23,00 un delinquente lancia sassi da un cavalcavia: uno fa scoccare scintille sul cofano, un altro rompe un faro e resta imprigionato nell’orbita rotta del fanale; nessuno intacca il parabrezza; a 60 anni, in regata, due speronamenti – di cui uno notturno – subiti su detta barchetta, con due rotture dell’albero che è precipitato in coperta, nessun ferito, nell’Altogarda Trentino;  a 68 anni, il mio volo a scavalcare il ciclista che mi precedeva, dopo che, a trenta kmh, con la mia ruota anteriore ho toccato la sua posteriore, ed io indenne … planato nel prato a fianco (questa mia moglie non la sa, per favore, mi raccomando,  resti fra noi!). A 70 anni un SUV mi sorpassa sinistra nella galleria dei Giovi, affollatissima, e mi lascia solo una rigatura sulla portiera: poteva essere una strage.   No, non era proprio la mia ora, ed eccomi qui, indenne, alla tenera età di 71.
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