25 APRILE 2015- 70 ANNI DOPO, SECONDA PARTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Aprile, 2015 @ 5:59 am

Detto altrimenti: FIAB – Federazione Italiana Amici della bicicletta, Trento e Belluno commemorano a pedali: “Resistere, pedalare, resistere”   (post 2028)

 (Open post, nel senso che io stesso ho chiesto contributi ai nostri numerosi ospiti, contributi che aggiungerò man mano che mi saranno pervenuti)

Fiab Trento: la past Presidente Manuela e il Presidente Guglielmo Diman

Fiab Trento: la past President Manuela Demattè e il Presidente Guglielmo Duman

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“Resistere, pedalare, resistere”. Sembra scritto per noi “pedalatori”: resistere (alla fatica), pedalare, resistere (alla fatica) ed arrivare in cima alla salita. E invece questa volta i pedali c’entrano si, ma sono in secondo piano. Infatti abbiano voluto commemorare i 70 anni della Liberazione. Ora vi racconto. Tuttavia, prima, una nota: rientrando a casa, ieri sera, RAI 1, prima serata,  Fabio Fazio dalla Piazza del Quirinale conduce la commemorazione dell’Evento: la trasmissione è anticipata da una carrellata di volti noti dello spettacolo che si recano a riflettere di fronte alle tante lapidi delle vittime del nazifascismo.

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Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (3)

In Piazza a Lentiai

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Ecco, noi stessi, nel nostro piccolo, abbiano inteso fare la stessa cosa. Fiab Trento (Presidente Duman) si è accordata con FIAB Belluno (Presidente Bortolo), ci siamo ritrovati in Veneto, con amici delle tre provincie (quattro con la nostra) di Belluno, Vicenza e Treviso e abbiamo compiuto  una  sorta di pellegrinaggio a pedali nella memoria e per la memoria della conquista della Libertà. La relazione che segue, su mia richiesta mi è stata inviata dal collega Fiabbino Pierluigi Trevisan, che ringrazio. Di mio ci sono solo le evidenziature in grassetto.

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Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (7)

Villa Cristini

Inizia

Ci siamo ritrovati in Piazza Crivellaro a Lentiai. Nel 70° anniversario della Liberazione non a caso è stato scelto Lentiai come punto di partenza della pedalata: infatti Lentiai fu la culla del movimento partigiano bellunese. La prima “casera” ad ospitare i partigiani fu quella denominata “La Spàsema”, addentro sulla strada della montagna, ad un’ora e mezza circa dal paese. La piazza di Lentiai prende nome da Luciano Crivellaro, impiccato dai nazisti il 29 settembre 1944. Abbiamo poi visitato la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso e, davanti a Villa Cristini, è stato rievocato l’eccidio di Rina Cristina, Giuseppe Tres, Rodolfo Colli e Antonio Guzzo.

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Partiti da Lentiai …

Partiti da Lentiai verso le 10 abbiamo percorso la ciclabile Claudia Augusta Altinate verso Feltre, attraversando la bella campagna di Lentiai e Villapiana, attraversando il Piave su vecchio ponte di Cesana, ora solo ciclabile, segnato da un altro fatto della guerra partigiana: la fucilazione di Alvaro Bari “Cristallo” di 26 anni e Giorgio Gherlenda “Piuma” di 23 anni. Attraversata la statale dopo il ponte sul torrente Caorame siamo di nuovo usciti dal traffico e, prima su strada asfaltata e sterrata, poi su comodo sentiero, abbiamo attraversato l’ area naturalistica della torbiera di Lipoi, nei pressi di Vellai.

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Feltre, Porta Imperiale

Superato Vellai siamo entrati a Feltre, passando attraverso la galleria Romita, originariamente rifugio antiaereo ed ora trasformato in mostra fotografica permanente sulle emergenze architettoniche, artistiche a naturalistiche di Feltre e del feltrino, tra cui il Parco delle Dolomiti Bellunesi. Usciti dalla galleria altra sosta storica a Porta Imperiale, dove vennero impiccati Giordano Schenàl “Caronte”, Virgilio Castellan “Vasco”, Luigi Vendrame “Coppolo”. Abbiamo anche ricordato la “Notte di Santa Marina”, 19 giugno 1944, quando vennero trucidati il colonnello Angelo Zancanaro, medaglia d’oro della Resistenza, il suo unico figlio di 19 anni Luciano, Oldino De Paoli, Pietro Vendrami e Gino Colonna.

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L’accoglienza dell’Assessore Walter Bonan

Partiti da Feltre verso le 11.30 abbiamo toccato la frazione di Farra ed abbiamo imboccato la bella Via Valentine che, in un ameno paesaggio campestre ci ha in breve condotto ad Artèn. Vi è stata anche una sosta per il saluto dell’ Assessore di Feltre Walter Bonan, che, oltre a ricordare i valori della Resistenza, ha anche illustrato i prossimi progetti del Comune di Feltre a favore della ciclabilità urbana e delle piste ciclabili.

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Catia Costanzo Boschieri. Dietro, purtroppo coperta nella foto, l’Assessore Maria Pilar

Ad Artèn c’erano ad aspettarci l’ Assessore alla Cultura del Comune di Fonzaso, Maria Pilar accompagnata da Catia Costanzo Boschieri, nipote del giovane Antonio Boschieri “D’Artagnan”, impiccato ad Arten, con altri sei partigiani (Rino Torresan, Guido Todesco, Zuelo Benincasa, Luigi Campigotto, Bortolo Camonico, ignoto) nel quadro del terribile rastrellamento del Monte Grappa del 21-29 settembre 1994, durante il quale si calcola vennero uccise 700 persone, tra civili e partigiani.

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La torbiera di Lipoi

Dopo aver onorato la Pietra di Artèn, cioè la stele che ricorda gli impiccati, abbiamo raggiunto Pedavena attraverso la strada detta del “Canalèt”, passando per i paesini di Teven e Travagola. Obbligatoria sosta in Birreria Pedavena, al di là della strada altra lapide partigiana che ricorda il sacrificio di Bruno Bordin “Verga” e Antonio Zanolla “Grinta” impiccati il 19 gennaio 1945. Il rientro a Lentiai, sotto una pioggerellina innocua, è avvenuta passando per Foèn, Villabruna, Pullir, Pez e Busche, dove il Bar Bianco della LatteBusche ha fatto affari con ciclisti affamati di gelato. Rientro a Lentiai verso le ore 17,00 (50 km a pedali, salitelle ogni tanto, difficoltà medio-bassa, n.d.r.).

Finisce

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In piedi, da sin. nella foto: Guglielmo Duman, Catia Costanzo Boschieri, l’Assessore Maria Pilar, Pier Luigi Trevisan. In basso, al centro, il Presidente Fiab Belluno Bortolo.

E noi, da Lentiai a Trento, con i nostri pulmini e furgoni guidati dai “piloti” Fiabbini Fausto e Guglielmo.  Mie considerazioni:

  • Capirete che senza l’aiuto di Pierluigi, questo resoconto non sarebbe stato possibile da parte di chi avrebbe dovuto gestire, oltre la propria bici e la macchina fotografica, anche un blocco notes ed un registratore! Per cui, grazie, Pierluigi!
  • In piazza, a Lentiai, Pierluigi ha letto alcune frasi scritte nel 1946 da un combattente partigiano. Il contenuto che mi ha maggiormente colpito per la sua attualità – cito a memoria – è questo: “Liberazione, ma non ancora completata fino a quando vi daranno enormi disuguaglianze sociali, fino a quando i poveri saranno sempre più poveri e di ricchi sempre più ricchi”. Esattamente quello che sta accadendo oggi, 70 anni dopo. Aggiungo: anche e soprattutto a livello mondiale … e ne vediamo le conseguenze!
  • This is Fiab too … Fiab è anche tutto questo: incontro fra amici vecchi e nuovi, amore per la natura, la libertà di una pedalata, la Libertà.
  • Amici Veneti, grazie! Vi aspettiamo in Trentino per accompagnarvi, a nostra volta, a scoprire momenti di storia e di bellezze naturali nascoste per  chi non è del luogo …

Note storiche le trovate su www.bellunoinbici.it

Che altro dire? Joint FIAB, associati alla FIAB!

Appendice: il rastrellamento del Monte Grappa

“Monte Grappa tu sei la mia patria …” Così ci hanno insegnato a cantare sin da bambini nelle scuole elementari. Prima guerra mondiale, ci hanno fatto fermare a quella. Ma di quanto è successo sul Grappa nella seconda guerra, nessuno ci ha detto nulla. Io lo scopro solo adesso, alla tenera età di 71 anni, grazie al “pellegrinaggio” Fiab in alcuni luoghi della resistenza e del  martirio di tanta eroica gente

Inizia

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Quante volte siamo arrivati a Bassano dopo avere percorso la pista ciclabile da Levico … quante volte abbiamo pedalato accanto a questi alberi, sul viale, forse un po’ distratti, sicuramente disinformati. Ora non più.

Il 21 settembre del 1944 iniziava “la più sanguinosa azione militare antipartigiana che abbia avuto luogo durante i 20 mesi della guerra di Liberazione” e “la più grave disfatta militare della Resistenza e di tutta la storia”: così Sergio Luzzatto, storico e giornalista definisce il rastrellamento del Monte Grappa, organizzato e attuato da 8000 uomini di cui 5000 nazisti e 3000 fascisti. La legione M Tagliamento (con Giorgio Albertazzi comandante della 2° compagnia fucilieri), le brigate nere di Treviso e Vicenza, la decima mas, il CST trentino, ucraini, cosacchi, SS tedesche, contro i 1200 partigiani componenti le brigate partigiane “Campocroce”, “Archeson”, “Matteotti”, “Gramsci” e numerosi prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento. 40 partigiani caduti in combattimento, 260 impiccati o fucilati, 250 deportati che non fecero più ritorno, malghe incendiate, paesi interi dati alle fiamme, migliaia di capi di bestiame trasferiti in Germania per essere macellati e i 51 cadaveri mai più ritrovati di Casella d’Asolo. Un massacro attuato mediante un progetto infame che sconvolse intere comunità e che fece sentire i suoi effetti per molti anni, visto anche la totale impunità dei colpevoli.

Lentiai-Pedavena, 25 aprile 2015 (25)Impunità che ebbe anche un responsabile dell’eccidio e unico condannato a morte, l’SS italiana di Noale, Arturo (Attilio) Bolzonella, altrimenti conosciuto come “boia di Feltre”, che torturò e uccise il comandante “D’Artagnan” e altri 6 partigiani:  Antonio ”Ragazzo” Boschieri nato a Biadene nel 1921, partigiano sul Monte Grappa col nome di battaglia “D’Artagnan”, combattè nella Brigata G. Matteotti come comandante del battaglione Zecchinel. Combattente freddo e deciso, amato e stimato dai compagni di lotta, partecipò a moltissime e pericolose missioni e azioni culminate nei tragici combattimenti del settembre 1944 durante il rastrellamento del Grappa da parte dei nazi-fascisti. Catturato, fu a lungo torturato ma non rinnegò le sue idee nè tradì i suoi compagni. Fu impiccato ad Arten di Feltre il 27 settembre del 1944. Aveva 23 anni…

Finisce

Qui di seguito un commento ricevuto, che inserisco anche nel testo del post:

“Oggi, febbraio 2017, grazie a delle persone degne e ad un ricercatore instancabile di nome Lorenzo, io e la mia famiglia, dopo 73 anni, abbiamo finalmente ritrovato lo zio Zoello (Zuelo), il fratello di mio padre!
Anche se sconvolti dalla sua tragica fine, rimaniamo orgogliosi della sua scelta a difesa di un ideale di giustizia e libertà da noi sempre condiviso!
Ora cercheremo di onorarne la memoria attraverso i luoghi ufficiali a Modena dov’è nato e vissuto insieme alla sua famiglia, per meno di 21 anni della sua breve vita, dove cippi e statistiche lo davano come disperso nel nulla, come svanito nell’aria!
Da oggi apparterrà per sempre e degnamente all’ordine dei martiri che sono caduti sacrificando la propria vita per la libertà di un popolo!

Roberto Benincasa”

Riporto anche qui la mia risposta al commento di Roberto

“@Roberto: grazie della mail, Roberto. Per me è stata una emozione forte e duplice: ricevere un commento a due anni dalla pubblicazione del post, ma soprattutto leggerne il contenuto, così intenso. Commento che – al pari di questa mia risposta -  ho inserito anche nel testo del post. Spero vivamente che molti – soprattutto giovani – grazie al tuo commento leggano il post e soprattutto non dimentichino. Non dimentichino che quello “scempio storico e soprattutto umano, di civiltà e di democrazia” è stato reso possibile dall’inerzia e dall’indifferenza di molte, troppe persone. A tutti mi permetto di suggerire la lettura di “Le origini del fascismo in Italia – Lezioni di Harvard” di Gaetano Salvemini, a cura di Roberto Vivarelli – Feltrinelli Editore, Milano 1966 (Collana Universale Economica). L’inerzia, dicevo … oggi trasformata in parte in populismo ed in parte in allontanamento dalla politica, atteggiamento quest’ultimo che nella sostanza ricorda il tristissimo “Qui non si fa politica, si lavora!”. Ti saluto, Roberto e … grazie se continuerai a leggere e commentare i miei post.”

 Risponde Roberto

“Ciao Riccardo, sei una persona oltre che attiva con dei valori e questo per me è un lasciapassare universale che apre qualunque porta! Cercherò di seguirvi per ora silente ma attento alle vostre proposte ed a qualunque vostra iniziativa.  Ti ringrazio di avermi dato spazio nel tuo blog tal che, in modo spontaneo, mi son sentito riempire dal sentimento che provo e provavo in quel momento! Grazie ancora.   Roberto Benincasa – Modena”